Il processo in Vaticano (quattordicesima parte)
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«E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Matteo 10,19-20).
> Si leggano anche le scorrettezze compiute dalla Giustizia vaticana.
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Nico Spuntoni, Le ultime parole del nemico Pell: "Un complotto". E in Vaticano sussurrano "Becciu aprì alla destra", in «Il Tempo», 25 settembre 2024. Tardivo ravvedimento di Pell? Speriamo! Meglio tardi che mai (poi le interpretazioni dei titolisti che vogliono salire sul carro del redivivo sono assai discutibili...).
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Francesco Peloso, Il Vaticano ha i conti in rosso, il Papa corre ai ripari per allontanare lo spettro del default, in «Lettera 43», 25 settembre 2024. «Senza contare il processo civile intentato a Londra – la cui sentenza è attesa nelle prossime settimane – contro la Santa Sede da parte del finanziere Raffaele Mincione, uno dei condannati insieme al cardinal Angelo Becciu e altri sette imputati al processo vaticano per la compravendita del palazzo di Sloane Avenue, nel centro di Londra (Mincione aveva acquistato l’immobile per 129 milioni di sterline e aveva poi rivenduto il 45 per cento della proprietà, tramite una sua società, alla Santa Sede. Secondo il Vaticano il finanziere operò per frodare la Santa Sede, Mincione al contrario afferma che tutto fu fatto nel rispetto delle regole).»
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Nicola Spuntoni, Il giallo dell'intervista a Becciu sparita dalla rassegna vaticana, in «Il Tempo», 26 settembre 2024. In Vaticano c'è chi vuole silenziare la verità (che ci farà liberi). Una storia incredibilmente ridicola.
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Giancarlo Germani, «Striano, Laudati, Becciu, Pignatone, quanto interesse per i fatti vaticani... Forse troppo... C'è del marcio in Vaticano? C'è sicuramente in Italia», dal suo profilo Facebook, 28 settembre 2024. «Qui la magistratura ha un problema molto serio di credibilità.»
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John L. Allen Jr, The Holy Father's trip to Far East reflected both his mission and reluctance to slow down, in «Catholic Herald», 3 ottobre 2024. «Il tanto pubblicizzato “processo del secolo” in Vaticano, che ha portato alla condanna di nove imputati, tra cui il cardinale italiano Angelo Becciu, per vari crimini finanziari, non ha solo attirato forti critiche da parte dei giuristi per presunti difetti nel giusto processo e nella procedura penale, ma è stato anche visto dai critici come un esercizio di ricerca del capro espiatorio inteso a proteggere i vertici, incluso potenzialmente lo stesso Papa, dalla colpa» (trad. automatica).
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Luis Badilla e Robert Calvaresi, A cinque anni dalla "rinuncia" del capo della Gendarmeria vaticana comandante Domenico Giani. Come si vede la vicenda ora, 2024? L'oblio del Comandante Domenico Giani, in «Osservazioni casuali», 37, 27 settembre-5 ottobre 2024. «Con quanto si sa oggi, in particolare sul caso dell’ufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, che già nel 2019 faceva migliaia di intrusioni illegali nelle banca-dati di enti statali italiani sensibili, alcune delle quali riguardavano un certo traffico con il Vaticano, molte cose andrebbero rilette con un'ottica diversa. (...) Le dimissioni di Giani nel 2019 ovviamente erano legate alla vicenda, piuttosto scandalosa, sorta in quei giorni, in seguito all’affissione in tutte le porte dello Stato Città del Vaticano di un ripugnante cartello con le foto di cinque dipendenti vaticani ai quali si vietava di entrare (come misura cautelare). Un obbrobrio che faceva venire in mente il famigerato costume del “wanted”. “Pur non avendo avuto responsabilità oggettive, l’allora Comandante Domenico Giani, ha preferito dimettersi per garantire maggiore serenità a chi conduceva le indagini”. (Open) (...) affiggere queste foto di cinque persone (un sacerdote, quattro laici tra cui una donna) senza essere accusate formalmente, trattate senza presunzione d’innocenza, è stata una responsabilità oggettiva o morale del Sostituto della Segreteria di stato o/e di Papa Francesco. All’epoca questa questione dirimente passò volutamente sotto banco. Toccarla era tabù. Il Sostituto era mons. Edgar Peña Parra, in carica dal 15 agosto 2018. (...) La rinuncia di Giani doveva coprire il Papa?»
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Tribunale S. Sede, 'da Becciu uso illecito anch senza lucro', in «Ansa», 30 ottobre 2024.
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Iacopo Scaramuzzi, Vaticano, il tribunale: l'investimento a Londra fu un azzardo, Becciu non ha mai preso le distanze da Marogna, in «La Repubblica», 30 ottobre 2024. In pratica: «GESÙ DI NAZARETH ERA COLPEVOLE PERCHÉ NON HA MAI PRESO LE DISTANZE DAI DUE LADRONI!» Ah, ecco il frutto di 2024 anni di Cristianesimo! Una macchia gigantesca sulla storia della Chiesa!
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Processo per il palazzo di Londra, ecco le motivazioni della sentenza, in «Vatican News», 30 ottobre 2024. L'abisso dell'assurdo.
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Andrea Tornielli, Processo giusto e trasparenza, in «Vatican News», 30 ottobre 2024. Excusatio non petita, accusatio manifesta. Quando il giornalismo diventa servile e bugiardo!
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Joshua McElwee, Vatican tribunal defends conviction of senior cardinal for misappropriation of funds, in «Reuters», 30 ottobre 2024. Anche in spagnolo.
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"Condanna a Becciu, il Vaticano rispetta il giusto processo", in «Il Dubbio», 30 ottobre 2024. Così dice... il Vaticano!
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Tribunale S. Sede: fondi Becciu a Spes, è reato perché a parenti, in «Ansa», 30 ottobre 2024.
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La sentencia del ‘caso Becciu’ determina que “los acusados tuvieron un juicio justo con todas las garantías”, in «Vida Nueva», 30 ottobre 2024. Dice... el Vaticano!
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Sloane Avenue. Depositata la sentenza di primo grado, in «Silere non possum», 30 ottobre 2024. Il livore della stampa e del Promotore di Giustizia Alessandro Diddi, gli interventi contra legem (modifiche della normativa procedural penale) del Papa, la propaganda incompetente degli organi di stampa vaticani, le violazioni dei diritti umani fondamentali, le gravissime accuse – di favoreggiamento alla mafia! – rivolte al presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Pignatone.
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Filippo Di Giacomo, Commento alle motivazioni della sentenza contro il card. Becciu, da Facebook, 30 ottobre 2024. «Una sentenza strampalata come ben evidenzia Filippo di Giacomo. Mi limito ad osservare quanto segue. Si legge nelle motivazioni della sentenza che anche senza lucro il cardinale è da condannare per l’investimento illecito sul palazzo di Londra. Ma il Papa non l’aveva condannato perchè, a suo dire, aveva arricchito i fratelli con l’obolo di S.Pietro? Quindi qualcuno ha barato ed ha convinto il S. Padre di una falsità a danno del suo antico collaboratore. Inoltre, avete messo in campo la responsabilità oggettiva? Il Cardinale Bertone gli formalizzò la richiesta di investire i 200 milioni e PERLASCA scelse di investire sul palazzo di Londra. Il Sostituto, come da prassi, incaricò la sezione a ciò preposta, guidata da Perlasca. Se ritenete l’allora Sostituto colpevole, come mai non condannate tutta la catena di comando? Come mai solo Becciu? Come mai non il vero artefice di tutto? Trovano motivazioni psicologiche per condannare l’uno e assolvere l’altro! Come mai? La risposta è chiara. Non è necessario scriverla» (Mario Becciu).
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Rita Salerno, Processo palazzo Londra, motivazioni sentenza: da Becciu uso illecito anche senza lucro, in «TG2000», 30 ottobre 2024. «Per la difesa: "Rispettiamo la sentenza, ma siamo convinti dell'innocenza"» (TV2000).
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Processo Londra, Becciu condannato per peculato anche senza finalità di lucro. Ecco le motivazioni, in «Il Messaggero», 30 ottobre 2024. Anche in tedesco.
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Vatikan-Richter erklären erste Kardinal-Verurteilung, in «Domradio.de», 30 ottobre 2024.
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Ignazio Ingrao, Commento alla sentenza del Tribunale vaticano con risposte del card. Becciu, in «TG1», Rai1, 30 ottobre 2024. «Io non ho rubato mai, niente! Qui c'è la lettera del card. Bertone in cui autorizzava a investire quei 200 milioni!» E a proposito di Marogna: «Se l'ho avvicinata, la signora, era dopo che aveva fatto 20 giorni di galera, ingiustamente!». E l'avvocato Fabio Viglione: «L'innocenza del cardinale è stata completamente dimostrata nel corso del dibattimento. È una sentenza che a nostro giudizio non fotografa la realtà del dibattimento».
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S.C., Pubblicate le motivazioni (inconsistenti) della condanna (ingiusta) al card. Becciu, che al TG1 torna a proclamarsi innocente, come d'altra parte è risultato evidente in sede processuale, in «Faro di Roma», 30 ottobre 2024. «E il versamento effettuato dalla Segreteria di Stato con Becciu Sostituto alla cooperativa amministrata dai suoi familiari è avvenuto «senza alcuna autorizzazione scritta» dei segretari di Stato, essendo però evidente che non ce ne fosse bisogno essendo Antonino Becciu sostanzialemente un operatore tenuto a rendicontare il suo operato alla cooperativa, alla Caritas e al vescovo diocesano, e non certo il titolare dell’iniziativa benefica.» Dopo quattro anni di violentissima gogna mondiale in cui si è fatto a gara per urlare più forte «Becciu è un ladro! Ha rubato ai poveri!», da ieri si sa che, nonostante l'accanimento della "giustizia vaticana", alla fine perfino essa ha dovuto ammettere che in realtà non si è appropriato nemmeno di un centesimo e che i soldi consegnati alla Caritas di Ozieri sono ancora sul conto della Caritas per il progetto umanitario a cui erano destinati. Ma visto che "il maledetto" era già stato accusato (=condannato) dal Supremo Magistrato di quello stato, non si poteva non condannare ugualmente, per quanto innocente. In pratica si sostiene l'esistenza di un crimine «senza scopo di lucro», di un reato... senza movente! Di un fumo senza arrosto, insomma. E poi lo accusano d'aver incontrato una persona incarcerata ingiustamente, come se fosse un reato! Mi ricorda una storia di 2000 anni fa, in cui il supremo capo religioso dell'epoca voleva che un uomo innocente venisse morisse crocifisso. E l'ottenne. Possibile che nessuno – nessuno – aiuti il papa a capire che lo hanno ingannato? Anche in portoghese. E in francese.
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Nicole Winfield, Vatican tribunal explains conviction of cardinal and others in 'trial of the century', in «AP», 30 ottobre 2024. Anche in spagnolo.
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Vatikan-Richter zum Finanzprozess: Hauptzeuge unzuverlässig, in «Kath.net», 31 ottobre 2024. Il testimone principale dell'accusa è risultato inaffidabile (sarà per questo che l'hanno premiato?).
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L'ingiusto processo Sloane Avenue, in «Silere non possum», 31 ottobre 2024. Quando mancano le garanzie...
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Ivo Pincara, Processo ingiusto contro il Cardinal Becciu al Tribunale speciale vaticano che ha perso ogni credibilità, in «Korazym», 31 ottobre 2024. Ottimo riassunto della terribile montatura tramata contro un uomo corretto e innocente con un perfido sistema di inganni che ha pervaso l'agire della (in)giustizia vaticana (e italiana, cfr. Striano e co.) insieme alla stampa diffamatrice. Molto servile e cortigiana invece la copertura di «Vatican News», incapace di dar voce alla controparte e quindi insofferente al pluralismo e alla sinodalità (ha confuso l'unità con l'uniformità appiattita e vile).
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Mario Becciu, Un processo politico con una sentenza strampalata e farcita di falsità, da Facebook, 1° novembre 2024. «Tutta questa protervia tipica di stati assoluti», dove la giustizia non è al servizio della verità. «Che tristezza constatare che nella Chiesa i giudici necessitano di un processo di de-umanizzazione della vittima innocente, per poter giustificare a se stessi e alla propria tacita coscienza il fatto che, in realtà, la manipolazione di carte e documenti è un giocare terribile con la vita altrui.» Un'analisi lucida ed equilibrata su una sentenza scandalosa.
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Vik van Brantegem, Amor mi mosse, che mi fa parlare, in «Korazym», 1° novembre 2024.
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Colm Flynn, Cardinal Angelo Becciu Gives Interview, in «EWTN», 30 ottobre 2024. «Tutta la compassione per il cardinal Pell per quello che ha passato. Ma avrebbe dovuto imparare che quando si è accusati innocentemente è una grande sofferenza; non puoi far soffrire gli altri della stessa sofferenza.»
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Edward Pentin, El Vaticano publica la sentencia sobre el Cardenal Becciu y permite que se tramite la la apelación, in «Aciprensa», 1° novembre 2024. Anche in portoghese.
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Luis Badilla e Robert Calvaresi, Processo Becciu e altri. Depositate le Motivazioni dopo quasi 11 mesi e 14 giorni. - Operazione mediatica in difesa del Tribunale vaticano. Perché? - Dove vuole arrivare Papa Francesco con la vicenda del card. Becciu? - Cosa, e come, farà per chiudere questo suo mostruoso e imperdonabile errore? - Dove vuole arrivare il Papa con questa dolorosa commedia?, in «Osservazioni casuali», 41, 26 ottobre-2 novembre 2024. ... «è un processo farsa, preparato e allestito ad arte, per di più in un sistema giudiziario monarchico dove il sovrano è tutto e si fa sempre come lui vuole. Non a caso fra le tante opacità e manipolazioni di questo processo ci sono i "Rescriptum" di Papa Francesco con alcuni dei quali la "legge" è stata adeguata a posteriori al proprio arbitrio. L'intero percorso di questo processo – e parliamo sempre della situazione del cardinale Angelo Becciu – appare come una sorta di 'Lego' giudiziario nel quale tutto è montabile e smontabile come in un giochetto le cui regole si stabiliscono in base ai desideri del regnante (il Papa) che poi può cambiare anche le carte sul tavolo quando vuole. (...) dove vuole arrivare Papa Francesco con la vicenda del card. Becciu? Cosa, e come, farà per chiudere questo suo mostruoso e imperdonabile errore?»
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Vittorio Feltri, Condannato senza prove. Tutti i buchi (e i trucchi) nell'inchiesta su Becciu, in «Il Giornale», 3 novembre 2024. «A muovermi era stato l’istinto affinato dalla mia esperienza al processo di Enzo Tortora. Se le televisioni e i media della galassia – atei, laici, vaticani, comunisti, bigotti – sono unanimi nello stracciare le vesti di dosso a un uomo senza che costui abbia potuto pronunciare una sola sillaba a sua difesa, gatta ci cova. Mi colpì la totale mancanza di misericordia, l’assenza di dubbi, la non menzione della presunzione non dico di innocenza, ma almeno di non colpevolezza, del loro fratello in Cristo che accompagnò sui quotidiani editi dal Papa e dai vescovi italiani la notizia dell’estromissione del cardinale dal Conclave, lasciandogli addosso, quasi a maggior scherno, la veste rossa e il titolo di Eminenza, come fece Erode con Gesù Cristo, per schernirlo meglio. (...) Certo, il Papa nella Città del Vaticano in materia penale agisce come legislatore dello Stato. E fin qui sono caratteristiche specifiche di una monarchia assoluta. Ma il «giusto processo» – rivendicato dai giudici – per essere tale esige almeno che ogni legge sia resa pubblica e valga per tutti.» Anche online.
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John L. Allen Jr., On criminal justice, renouncing power might actually make the papacy stronger, in «Crux», 3 novembre 2024. «Affermare che i tribunali vaticani sono "indipendenti" è, quindi, un po' come affermare che il sole ruota intorno alla terra.» Il Cardinal Becciu poteva, realisticamente, essere dichiarato innocente? La risposta è chiara: no, non poteva essere dichiarato innocente, pur essendolo indiscutibilmente! Perché il primo accusatore di Becciu (il primo cronologicamente, conosciuto all’opinione pubblica mondiale) è stato Papa Francesco, che il 24 settembre 2020 lo ha accusato e condannato nel giro di pochi minuti, senza nemmeno che il cardinale potesse conoscere le accuse e quindi difendersi. Ora, il Papa nell’ordinamento legislativo vaticano è il capo supremo dei tre poteri temporali, legislativo, esecutivo e giudiziario; e tutti gli altri magistrati – promotori di giustizia e giudici – sono suoi sottoposti e non sono in grado di contraddirlo altrimenti possono essere sanzionati e cacciati di punto in bianco (proprio come un tribunale comune non può contraddire la Suprema Sorte di Cassazione in Italia). In pratica, qualunque cittadino dello Stato della Città del Vaticano – e di altre monarchie o governi assoluti – che sia accusato dal supremo magistrato è automaticamente anche già giudicato e condannato: è un maligno cortocircuito. E non c’è verità che tenga. Lo esprime molto bene oggi John L. Allen Jr. Anche in italiano. E in francese.
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John L. Allen Jr., Process and the papal prerogative: the problems of absolute power, in «Catholic Herald», 3 novembre 2024. Anche in italiano. E in francese.
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Vik van Brantegem, Accusato dal Supremo Magistrato vaticano, il Cardinal Becciu è stato automaticamente giudicato e condannato. Non c'è verità che tenga, in «Korazym», 3 novembre 2024. «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.» (Mt 5,6)
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Andrea Gagliarducci, Processo Palazzo di Londra, la sentenza apre il dibattito sul futuro della Santa Sede, in «ACIstampa», 5 novembre 2024. «In più di 800 pagine di sentenza, il Tribunale Vaticano non solo non è riuscito a chiudere oltre ogni ragionevole dubbio una vicenda spinosa che riguarda la gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Ha, piuttosto, aperto un altro dibattito, che riguarda l’efficacia stessa di un Tribunale Vaticano in cui il Papa interviene con quattro rescritti ad un processo in corso per – è la spiegazione del promotore di Giustizia Alessandro Diddi – “riempire i vuoti normativi”. la sentenza ha anche creato nuove comprensioni giuridiche, che a volte sembrano confondere o mescolare diritto canonico, legge dello Stato della Città del Vaticano e giurisprudenza italiana, fino ad arrivare alla teorizzazione che ci possa essere peculato solo per il fatto di aver usato male i fondi, senza che ci sia un vantaggio personale ed ha, soprattutto, aperto la strada a chi, in realtà, vuole colpire l’indipendenza stessa della Santa Sede. Perché di fronte a questo processo e al modo in cui è stato svolto, a partire dalle indagini, il parere che colpisce di più è forse quello di un vaticanista esperto come John Allen, che arriva a sostenere che eventualmente il Papa dovrebbe rinunciare al Tribunale vaticano ed alle proprie prerogative di giudice supremo. (…) La Segreteria di Stato si trova a dover difendere la propria autonomia, fino a perderla del tutto proprio a motivo di questo processo, in cui dapprima il Papa mostra di voler difendere l’investimento, e poi alla fine decide di agire in maniera opposta. (…) La denuncia dello IOR ha dunque l’effetto di scardinare un intero sistema vaticano. Lo IOR è controllato dall’AIF, che viene bloccato di fatto nella sua attività di intelligence dalle perquisizioni scaturite dalla denuncia. La Segreteria di Stato si trova a dover ristrutturare il prestito, dopo aver già dovuto ridefinire una situazione difficile al fine di non perdere i capitali di investimento. Il promotore di Giustizia diventa una sorta di deus ex machina, dotato di poteri speciali e autorizzato dal Papa ad agire in maniera sommaria. (…) L’attività del Papa nelle attività processuali ha garantito il profilo di indipendenza o ha messo a rischio il senso stesso dello Stato di Città del Vaticano – considerando che Giovanni Paolo II delegò le sue funzioni di sovrano ad una commissione cardinalizia proprio per preservare l’indipendenza dello Stato e la sua da Papa? E, soprattutto, abbiamo assistito ad una “vaticanizzazione” della Santa Sede, dove le leggi dello Stato hanno sovrastato l’importanza di mantenere un profilo internazionale e istituzionale, aderente alle convenzioni internazionali ma fermo nella sua specificità?» QUESTO PROCESSO È STATO UN AUTOGOL? SE IL PAPA POTESSE TORNARE INDIETRO, AGIREBBE ANCORA COME FECE IL 24 SETTEMBRE 2020?
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Nico Spuntoni, Sentenza Becciu, le motivazioni: non ha rubato ma è colpevole, in «La Nuova Bussola Quotidiana», 6 novembre 2024. Colpevole a prescindere? Aberrante! ... «tra gli elementi più rilevanti passati in sordina nella stampa nazionale c'è il riconoscimento che monsignor Alberto Perlasca, prima indagato e poi nemmeno rinviato a giudizio al punto da costituirsi parte civile nel processo, non è stato ritenuto attendibile dai giudici vaticani. Il monsignore, capo ufficio amministrativo della Prima Sezione della Segreteria di Stato ai tempi dei fatti contestati, non è stato una comparsa nell'indagine e nel processo, ma il grande accusatore di Becciu. Il Tribunale vaticano ha bollato le testimonianze di Perlasca come prive dei "richiesti crismi di coerenza e attendibilità". Alla luce di ciò, non è forse legittimo chiedersi l'origine di quelle accuse che sono state buttate nel cestino dai giudici? (...) Nonostante la condanna, nelle motivazioni della sentenza si può rintracciare la scorrettezza della campagna mediatica di cui Becciu fu vittima dal 25 settembre 2020. L'immagine di un cardinale che si è arricchito ed ha arricchito la propria famiglia coi soldi dell'Obolo di San Pietro viene smentita dai fatti riportati dai giudici vaticani che, pure, lo condannano: il peculato si riferisce a due contributi da 25.000 e 100.000 euro partiti dai conti della Segreteria di Stato a vantaggio della cooperativa Spes gestita da persone vicine a Becciu. La sentenza non mette in discussione le finalità di promozione umana e integrazione sociale per le quali avrebbero potuto essere utilizzati i soldi e non nega il loro mancato utilizzo da parte della Spes, ma contesta l'illiceità dell'elargizione di denaro pubblico in virtù del ruolo coperto ad un soggetto legato a familiari. Di fronte a queste cifre, nemmeno spese e comunque destinate a progetti umanitari sia pur condotti da una cooperativa di parenti, fa un certo effetto rileggere gli articoli del settembre 2020 dove si parlava di "montagna di soldi", di "vero e proprio metodo" e di "spada di Francesco sui corrotti"».
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Sandro Magister, Quel primato del papa che divide le Chiese. Ma che Francesco impedisce di riformare, in «Settimo Cielo», 11 novembre 2024. «Ma la contraddizione più clamorosa è quella che riguarda la sinodalità. Il documento fa affidamento al sinodo del 2021–2024 dedicato precisamente a riformare la Chiesa in senso sinodale, ma tace sull’effettivo annientamento di tale proposito da parte di un papa come Francesco che i sinodi, sia l’ultimo che i precedenti, li ha umiliati esercitando di fatto su di essi un dominio solitario e assoluto, come messo in luce dal precedente post di Settimo Cielo. Per non dire della sua inaudita pretesa di far derivare anche i poteri temporali del papa dal suo ruolo di primate della Chiesa. Pretesa codificata nel preambolo della nuova legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano pubblicata il 13 maggio 2023, ammantando di diritto divino non solo il supremo governo spirituale della Chiesa ma anche il governo temporale, sempre da parte del papa, dello Stato della Città del Vaticano. In due millenni di storia, mai un papa aveva osato tanto. Ed è ovvio che ciò ingigantisce a dismisura l’ostacolo che il primato papale frappone a una riconciliazione tra le Chiese. E ancora. Come non registrare la sistematica violazione dei principi fondamentali di uno stato di diritto nel processo intentato in Vaticano contro il cardinale Angelo Becciu e altri imputati, con papa Francesco a comandare il gioco a suo piacimento? Insomma, alla prova dei fatti, il documento di studio “Il vescovo di Roma”, con le sue proposte di buona volontà ecumenica, è azzerato dal comportamento effettivo del papa regnante.» Anche in inglese. E in francese.
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Andrea Gagliarducci, Pope Francis, the revolution of informality, in «MondayVatican», 11 novembre 2024. «La sentenza nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, pubblicata lo scorso 30 ottobre, ha evidenziato un uso personalista delle regole, con il Papa che è entrato nel processo in corso con quattro rescritti. La sentenza mescola diritto dello Stato della Città del Vaticano, giurisprudenza italiana e diritto canonico, creando, alla fine, l’impressione di un vuoto giuridico e condanne basate su tesi: si teorizza che l’appropriazione indebita esista anche quando non c’è interesse personale, si parla di collaborazione all’estorsione anche quando si ammette che gli interessi degli imputati erano divergenti. (...) non sembrano più esserci regole, ma soprattutto eccezioni e decisioni imposte dall’alto. (...) Se nulla è importante, allora anche le procedure legali possono essere sovvertite da interventi al volo o interpretate diversamente a seconda delle esigenze.» Anche in italiano.
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Giovanni Angelo Becciu, Il diritto alla difesa, in «L'Osservatore Romano», 11 novembre 2024. «Qui si fanno processi alle intenzioni. Siamo di fronte a un processo penale, non di fronte a un processo finalizzato a impartire insegnamenti. Ora è del tutto evidente che un articolo come quello di Tornielli considera me e tutti gli imputati già condannati in via definitiva. Non si scrive mai che il processo è in primo grado, che tutti gli imputati hanno diritto all’appello e che dunque siamo tutti, non solo io, presunti innocenti.» La verità non si sacrifica sull'altare dell'ipocrisia.
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Il cardinale Becciu scrive all'Osservatore Romano: "tutti gli imputati hanno diritto all'appello e dunque siamo tutti, non solo io, presunti innocenti", in «Faro di Roma», 11 novembre 2024. Anche in portoghese. E in spagnolo. E in francese.
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Roland Juchem, Die Richter des Papstes: Wir können sehr wohl Recht sprechen, in «Katholisch.de», 11 novembre 2024. L'oste, insomma, dice che il suo vino è buono. Ma quanta credibilità ha quell'oste? Ah, l'orgoglio... può essere una gran brutta bestia. Anche in inglese.
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Vik van Brantegem, Può un magistrato indagato per favoreggiamento alla mafia emettere sentenze in nome del Papa?, in «Korazym», 12 novembre 2024. BECCIU VENNE CACCIATO PER MOLTO MENO, E SENZA NEMMENO UN AVVISO DI GARANZIA! «Chi griderà se sono i giornalisti i primi che tacciono, si adeguano, si rassegnano a passare veline calunniose che sono un’offesa della verità, della giustizia e della carità. In fondo chi è il giornalista se non colui che esce dagli schemi, colui che sa liberarsi da peso della cultura dominante, che sa vivere in proprio rompendo con tutte le convenzioni, le ipocrisie, le gabbie di normalità che gravano come macigni su tutte le società e sulla vita della Chiesa? Se tacciono i giornalisti, tace la vita, perché la vita stessa è tutta un esprimersi. La morte non si esprime più. Che ne sarà della vita, se coloro che dovrebbero comunicare la verità, la giustizia e la carità, non alzano la loro voce per chi soffre, per chi non ha alcuna ragione di essere condannato essendo innocente? Egregi vaticanisti alla Corte della Domus Sanctae Marthae. È ora di finirla di stare zitti. Il silenzio è omertà. Il silenzio è complice.»
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Cardinal Becciu criticizes description of judicial process, in «Rome Reports», 12 novembre 2024. Anche in spagnolo.
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Kardinal veteidigt sich, in «Beiboot Petri», 12 novembre 2024.
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Fondi S.Sede: Becciu, diritto alla difesa svuotato nella sostanza, in «Ansa», 12 novembre 2024.
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Nico Spuntoni, Sloane Avenue, Becciu ribatte a Tornielli dai media vaticani, in «La Nuova Bussola Quotidiana», 13 novembre 2024. «L’aspetto sorprendente è che la risposta, energica e piccata, ha trovato spazio su "Vatican News" e su "L’Osservatore Romano". (...) Forse è la prima volta in undici anni che l’organo della Santa Sede dà spazio ad un intervento così critico e in controtendenza rispetto alla vulgata ufficiale. Così come è clamoroso che i media vaticani ospitino, senza alcuna precisazione o introduzione, una stroncatura così netta di un articolo scritto dal direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.» DIFFICILE DIRE SE I GIORNALISTI NEGLI ULTIMI ANNI – TANTI GIORNALISTI – SIANO STATI PIÙ SIMILI A DON RODRIGO O A DON ABBONDIO! O FORSE ALL'AZZECCAGARBUGLI?
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Niccolò Magnani, Becciu contro il Vaticano: "diritto difesa non garantito" / "Non ho truffato il Papa: io vittima di ideologia", in «Il Sussidiario», 13 novembre 2024. «Vorrei che vi fosse l'onestà intellettuale di riconoscere che questa presunzione (d'innocenza) non vi è mai stata.»
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Cardenal Becciu responde a Andrea Tornielli, in «GaudiumPress», 13 novembre 2024. Anche in portoghese.
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Iacopo Scaramuzzi, La lettera di Becciu: "Non ho truffato il Papa, illazioni sui miei rapporti con Marogna", in «La Repubblica», 13 novembre 2024. La verità è scomoda per chi ha diffuso la calunnia. Il gruppo Gedi, che si limita a riportare l'Ansa, non pubblica la notizia sul cartaceo.
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Sandro Magister, Innocente ma subito trattato come colpevole. La lettera di protesta del cardinale Becciu, in «Settimo Cielo», 14 novembre 2024. «La fortissima lettera di protesta del cardinale Giovanni Angelo Becciu i media vaticani l’hanno infine pubblicata, nel primo pomeriggio di lunedì 11 novembre, una volta avuto il via libera da papa Francesco, suo principale bersaglio. Ma hanno fatto il possibile perché passasse inosservata. “Vatican News” l’ha lanciata per un giorno e mezzo sulla sua home page – e soltanto su quella in lingua italiana – in coda a una ventina di altre notizie, con le sole parole incomprensibili “Il diritto alla difesa” e con una foto del muro esterno degli uffici giudiziari vaticani. Mentre “L’Osservatore Romano” ha fatto qualcosa di più, con un piccolo lancio in prima pagina che almeno forniva il nome dell’autore del testo.» CHAPEAU A SANDRO MAGISTER! ... NONOSTANTE LA VILE SORDINA VATICANA, CHE NON FA NÉ GLI INTERESSI DEL PAPA NÉ QUELLI DELLA CHIESA! Anche in francese. E in inglese.
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Edward Pentin, Cardinal Becciu Pushes Back Against Vatican Media Editorial, in «NCR», 14 novembre 2024. Anche in spagnolo.
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Luis Badilla e Roberto Calvaresi, "Caso Becciu": il potere vaticano sui media. Il Vescovo di Roma non ha bisogno di giornalisti amici, in «Osservazioni casuali», 43, 9-16 2024. ... «c'è un'ulteriore dimostrazione che il controllo e la manipolazione di rilevanti pezzi della stampa italiana, e anche di giornalisti di agenzie internazionali — cosa non nuova — fanno parte del cosiddetto "caso Becciu". Sullo scritto firmato dal porporato, condannato in primo grado a oltre cinque anni di galera in un processo pieno zeppo di irregolarità giuridiche, capricci sovranisti e arbitrarietà rancorose e impulsive, possibili solo ove la "giustizia" è monarchica, la stampa in questi giorni si è dolcemente adagiata ai desideri di Santa Marta (...) il porporato viene ritenuto, come dal primo giorno, “colpevole”. (...) Le cosiddette "grandi testate" si sono tenute ipocritamente lontano dall'argomento come hanno fatto la quasi totalità dei "vaticanisti", ormai ridotti a fare "giornalismo di riporto". (...) Questa sala stampa, da molti anni ormai, manipola i fatti e dintorni per diffondere narrazioni non veritiere o comunque distorte, ricamate ad arte, come quando si tenta di far passare che nel giudizio contro il card. Becciu si è trattato di un giusto processo poiché c'erano tutte le garanzie. Perciò, secondo queste singolari considerazioni, il card. Angelo Becciu sarebbe una persona da ritenere definitivamente colpevole. (...) Per il bene della stessa Chiesa di Cristo e per il bene della comunione ecclesiale è ora di mettere fine alle manipolazioni e far emergere la verità.»
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Luis Badilla e Roberto Calvaresi, Il cardinale Angelo Becciu risponde a un articolo scritto a Santa Marta, firmato da un giornalista di Vatican News, che è stato in passato vaticanista de "Il Giornale" e che ora è un affannoso "progressista", in «Osservazioni casuali», 43, 9-16 2024. «L’articolo che il cardinale commenta e rifiuta porta la firma di Andrea Tornielli, vicino al Papa da quando era ancora cardinale Bergoglio. Ha dei passaggi incredibili, impregnati di moralismo ipocrita e di affermazioni palesemente false, e ciò è un qualcosa che non si può silenziare perché un giornalista non può scrivere qualsiasi cosa coprendosi con il Papa. Speriamo che alcune cose che dice Tornielli sulla vicenda del card. Becciu non rappresentino il pensiero del Pontefice seppure l’articolo “spuzza” di Sala stampa di Santa Marta.»
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D.P.A., Giusto processo? In quale Stato il rappresentante dell'Accusa presenta libri contro gli imputati?, in «Silere non possum», 27 novembre 2024. «C’è un procedimento in corso, quello Sloane Avenue, dove il Promotore di Giustizia rivestirà un ruolo anche nell’appello (assurdità delle normative introdotte da chi non capisce nulla di diritto). Voi avete mai visto un rappresentante dell’accusa di uno Stato qualsiasi che partecipa ad una presentazione di un libro dove viene offerta una lettura dei fatti che è faziosa, cospirazionista e parziale? Noi no. Si tratta dell'ennesima dimostrazione che quest'uomo, Diddi, continua a fare ciò che vuole alle spalle di uno Stato - il nostro - che lo paga fior fior di quattrini. Alessandro Diddi continua a svolgere la sua attività forense in Italia e continua ad intrattenere rapporti con questi giornalisti che pubblicano notizie e offrono letture che, non si sa proprio come possano averle. Ancora ci chiediamo chi ha chiesto le ricerche a Pasquale Striano?» IL LOSCHISSIMO BARATTO TRA LA MAGISTRATURA VATICANA E UN CERTO TIPO DI "PSEUDO-GIORNALISMO" È SEMPRE PIÙ SPUDORATAMENTE IN BELLA VISTA (PER CHI NON PORTA I PARAOCCHI).
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Pino Pisicchio, Tra Tortora e Dreyfus, il caso Becciu e l'ombra di una predestinazione, in «Formiche», 28 novembre 2024. «Ma è proprio il Santo Padre a rappresentare, in questo pamphlet con cadenza romanzesca, un personaggio percepito al tempo stesso nelle due posture di persona male informata da curiali nemici di Becciu, e dunque innocente in quanto privato della verità dei fatti, o, al contrario consapevole ispiratore di una linea processuale volta a perseguire un solo esito: quello della colpevolezza.» IO SPERO – CON TUTTO IL CUORE – CHE IL PAPA SIA, AL PARI DEL CARD. BECCIU, UNA VITTIMA DELL'IMBROGLIO. PERCHÉ L'ALTERNATIVA ACCENNATA DA PINO PISICCHIO – CHE RECENSISCE IL LIBRO "IL CASO BECCIU. (IN)GIUSTIZIA IN VATICANO" DI MARIO NANNI – FA INORRIDIRE E, PIÙ CHE PIETRO, RICORDA CAIFA. IN OGNI CASO LE PERSONE CHE CIRCONDANO FRANCESCO – IL "CERCHIO MAGICO"? – NON STANNO AIUTANDO PER NIENTE NÉ IL PAPA NÉ LA CHIESA!
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"Il caso Becciu. (In)Giustizia in Vaticano" di Mario Nanni. «Finalmente un libro che racconta la verità senza gli inquinamenti cui abbiamo assistito dal 2020 ad oggi. La previa distruzione morale del cardinale ad opera di una stampa collusa ha fatto sì che il processo diventasse un colossale imbroglio con una condanna a prescindere dai fatti realmente accaduti. Chi esce sconfitto da questa storia non è il cardinale ma il sistema giudiziario della Santa Sede e con esso il prestigio e l’autorevolezza della stessa chiesa» (M.B.).
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S.C., Che senso ha che un magistrato vaticano vada in giro a far intendere di avere in tasca la soluzione del caso Orlandi, salvo che poi non ha nulla in mano, in «Faro di Roma», 29 novembre 2024. «Il promotore di giustizia Alessandro Diddi è un’autentica sciagura per la S. Sede e in generale per l’intera Chiesa cattolica.» L'INCOMPETENZA AL POTERE (GIUDIZIARIO). INCOMPETENZA NEL CASO MIGLIORE.
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Pietro Di Muccio De Quattro, La porpora e il giudizio, in «L'Opinione delle Libertà», 29 novembre 2024. «Scrive l’autore che illustri giuristi ed esperti di diritto canonico hanno sollevato dubbi sulla legittimità di alcuni rescripta del Papa sul corso di svolgimento del processo, per i quali è stata perfino presentata all’Onu una denuncia contro il Papa stesso, e ne hanno tratto la conclusione che un processo siffatto, in quanto espressione della “suprema potestà giurisdizionale” del Papa, è “anticostituzionale”, per così dire, nel senso che viola i principi dello Stato di diritto, il giusto processo, i diritti umani, le convenzioni internazionali ratificate dallo Stato vaticano: roba da niente, soprattutto considerando le prediche quotidiane dei papi e del clero sul rispetto assoluto della persona umana, immagine di Dio in terra! (...) Il libro è al tempo stesso una “requisitoria civile” e una “condanna morale”: l’una, contro le stimmate dell’errore giudiziario (Enzo Tortora e Alfred Dreyfus vengono appunto evocati dall’autore); l’altra, contro l’etica immorale del moralismo. I giudici dell’appello dovrebbero leggere Il caso Becciu di Mario Nanni.»
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Mario Nanni, Il Caso Becciu. (In)Giustizia in Vaticano (scheda libro).
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Candido Renna, Il Caso Becciu, riflessioni per il libro di Nanni, in «Corriere Salentino», 1° dicembre 2024. «Particolarmente illuminante è il parallelo che Nanni traccia tra il caso Becciu e i casi Dreyfus e Tortora. Come Dreyfus fu vittima dell’antisemitismo e dei pregiudizi dell’establishment militare francese, e come Tortora fu travolto da un sistema mediatico-giudiziario che non ammetteva dubbi sulla sua colpevolezza, così Becciu sembra essere stato vittima di un meccanismo che aveva già deciso la sua condanna prima ancora dell’inizio del processo. La figura di monsignor Perlasca emerge come uno dei personaggi più enigmatici della vicenda. La sua trasformazione da stretto collaboratore di Becciu a principale accusatore viene descritta da Nanni in termini pirandelliani, con un “Perlasca 1” fedele e un “Perlasca 2” nemico. Questa scissione del personaggio riflette la complessità delle dinamiche umane e istituzionali che hanno caratterizzato il processo. Il libro solleva interrogativi fondamentali sulla natura e sul funzionamento della giustizia vaticana. La sovrapposizione tra potere spirituale e temporale, la mancanza di una chiara separazione dei poteri e l’assenza di garanzie procedurali consolidate emergono come problematiche strutturali che il caso Becciu ha portato drammaticamente alla luce. La vicenda viene presentata come un possibile punto di svolta nella storia della governance vaticana, un momento che potrebbe portare a una riflessione più ampia sulla necessità di riforme istituzionali.»
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Sante Cavalleri, 15 interrogativi sul caso Becciu chiariscono il profilo di una congiura di palazzo contro il più fedele collaboratore di Francesco. Ne aggiungiamo un 16°: come sarebbe cambiata l'evoluzione delle due guerre sanguinose cui stiamo assistendo sgomenti, se a coadiuvare il Papa in Segreteria di Stato ci fosse stato il suo collaboratore più abile e fedele?, in «Faro di Roma», 1° dicembre 2024. SE I MAGISTRATI VATICANI NON SERVONO LA VERITÀ, E ANZI LA NASCONDONO E LA MANIPOLANO... CI PENSERÀ LA STORIA A FARLA EMERGERE. MA CHE VERGOGNA PER I CATTOLICI DEL PRESENTE! «... come sarebbe cambiata l’evoluzione delle due guerre sanguinose cui stiamo assistendo sgomenti, se a coadiuvare il Papa in Segreteria di Stato ci fosse stato Becciu? Sì, perchè il porporato sardo era davvero obbediente a Francesco e mai avrebbe mediato le sue posizioni arrivando addirittura a giustificare l’invio delle armi come espressione di una asserita legittima difesa, invocando un diritto evidentemente inapplicabile nelle presenti situazioni, anche perchè la possibilità dell’escalation nucleare esclude qualunque giustificazione dell’uso di armi (offensive o difensive che siano) in quanto le conseguenze di tali scellerati invii, alle parti in conflitto, di bombe, missili, munizioni, lanciamissili, carriarmati e altre diavolerie (purtroppo decisi anche dal governo italiano) sono poi del tutto imprevedibili, come stiamo vedendo, e l’escalation nucleare che annienterebbe una fetta consistente del mondo e dell’umanità è letteralmente dietro l’angolo. Ebbene in diverse circostanze, mettendo la propria professionalità e saggezza diplomatica al servizio delle intuizioni di Francesco, Becciu è stato l’uomo macchina che ha procurato alla Santa Sede importanti successi diplomatici a favore della pace, grazie anche ai suoi canali cubani, creati nel corso della sua missione di nunzio sull’Isola. Sarà un caso ma il colpo di palazzo contro Becciu ha privato Papa Francesco di un fedele e abile esecutore dei suoi disegni diplomatici (...). E certo gli esponenti della poltica imperialista USA non hanno accolto con favore l’ascesa del diplomatico stimato dai fratelli Castro nella Curia Romana e potevano temere una sua eventuale futura elezione al Pontificato. E se per trovare i mandanti di quest’omicidio bianco bisogna chiedersi a chi conveniva fare fuori Becciu i primi sospetti sono proprio loro, gli uomini dell’Impero.»
>>> vai alla continuazione (quindicesima parte del processo)