Rassegna stampa SUL "CASO BECCIU"
Rassegna stampa SUL "CASO BECCIU"
Il processo in Vaticano (tredicesima parte)
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«E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Matteo 10,19-20).
> Si leggano anche le scorrettezze compiute dalla Giustizia vaticana.
Haroon Siddique, Vatican taken to trial for first time in an English court, in «The Guardian», 26 giugno 2024. Il Vaticano processato per la prima volta da un tribunale straniero.
Alistair Gray e Amy Kazmin, London Court to judge good faith of convicted Vatican financier, in «Financial Times», 26 giugno 2024. «Sebbene un ex pubblico ministero italiano molto rispettato abbia presieduto il processo in qualità di giudice capo, sia la difesa che gli studiosi legali indipendenti hanno messo in dubbio la credibilità e l’equità dei procedimenti della corte vaticana, che sono stati anche contrassegnati da molteplici modifiche alle regole nel corso delle indagini.» (traduzione automatica) Post scriptum (agosto 2024): «un ex pubblico ministero italiano molto rispettato»? Quello indagato per aver favorito la mafia? Ah, ecco come invecchia in fretta il senso comune!
Vaticano é julgado em Londres por caso de fraude imobiliária, in «Istoé», 26 giugno 2024.
Francesco Peloso, Grosso guaio a Sloane Avenue: il Vaticano alla sbarra a Londra, in «Domani», 28 giugno 2024. «... carte alla mano, il Vaticano – tramite mons. Alberto Perlasca (capo ufficio amministrativo all’epoca dei fatti), lo stesso mons. Edgar Peña Parra, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato – aveva dato il proprio placet all’operazione con tanto di firme sotto i contratti relativi alla compravendita dell’immobile, e lo stesso papa Francesco era stato informato dell’operazione. (...) POTERE ASSOLUTO Inoltre, sostengono gli avvocati di Mincione nel loro ricorso, «non è chiara quale sia l’esatta base giuridica della sua condanna in assenza di accertamenti» da parte del Tribunale vaticano, tuttavia «sembra basarsi su una disposizione di diritto canonico relativa all’amministrazione dei beni ecclesiastici», come si legge in effetti nel comunicato finale relativo alla sentenza di condanna, e qui si contesta ovviamente per quale ragione il finanziere fosse tenuto a conoscere una legge della Chiesa. Pure per tale motivo Mincione si è rivolto alle Nazioni Unite, cioè per avere un giudizio di condanna dell’operato del Vaticano nel corso del processo (Mincione non si può appellare alla corte europea dei diritti dell’uomo perché la Santa Sede non aderisce al Consiglio d’Europa). Su questo crinale si apre del resto, pure il tema del “giusto processo” e dell’indipendenza dei magistrati del papa. Fra le altre cose, è in discussione il potere assoluto del pontefice che ha modificato i poteri d’indagine dei promotori di giustizia attraverso quattro “rescripta” di cui le difese degli imputati non erano neanche a conoscenza.»
Plainte contre le Pape à l'ONU, in «Actualités», 28 giugno 2024. Anche in spagnolo. E in italiano. E in inglese.
Massimo Franco, Cardinale Becciu: «Volevano annientarmi. Il processo è stato ingiusto, non sono un affarista», in «Corriere della Sera», 30 giugno 2024. Qui il pdf.
Paolo Maninchedda, Becciu: il silenzio dei vigliacchi, in «Sardegna e Libertà», 1° luglio 2024. «Il primo elemento che emerge è che Becciu non ha subito un equo processo (non a caso presieduto da un ex magistrato come Giuseppe Pignatone che solo dei folli, o delle menti raffinatissime, hanno potuto chiamare a presiedere questo giudizio, dopo aver letto le carte del processo Palamara e le carte dei tanti libri sulla magistratura ai tempi di Falcone e Borsellino). Non è stato consentito a Becciu di accedere a documenti importanti, citati dall’accusa per le sue imputazioni ma non disponibili nel processo. Becciu ha visto cambiare quattro volte, durante il suo processo e esplicitamente contro di lui, quello che noi chiameremmo il Codice di Procedura Penale, con violazione conclamata del principio giuridico della ratione temporis. È stato accusato di peculato, ma non un euro è stato reperito nei suoi conti personali e i celebri finanziamenti ai familiari (tra cui la conclamata birreria e l’aiuto alla cooperativa del fratello) si sono rivelati o inesistenti o non iscrivibili sotto il segno del reato di peculato data l’attività (certificata) svolta dalla cooperativa per la Caritas diocesana. Le due iniziative di cui è accusato (i soldi per il palazzo e i soldi alla Marogna) sono risultati entrambi istruiti dagli uffici e autorizzati dal Pontefice. Che poi Becciu si sia fatto ammaliare dalla Marogna è un’altra questione, ma, si potrebbe dire, che l’ammaliamento della Marogna sembra essere stato meno infausto dell’ammaliamento del Pontefice per la Chaouqui.»
Nico Spuntoni, Peña Parra chiamato a testimoniare dai giudici inglesi, in «La Nuova Bussola Quotidiana», 3 luglio 2024. Anche in spagnolo. «Il pasticciaccio vaticano partito dall'affare di Sloane avenue, dunque, è ben lontano dall'essere concluso. Anche perché, oltre a Regno Unito e Onu, c'è in ballo ancora il ricorso contro la sentenza vaticana di dicembre scorso. Più di sei mesi dopo, però, non sono ancora arrivate le motivazioni della sentenza.»
Franca Giansoldati, Vaticano, a processo per la prima volta in un tribunale inglese (per la vicenda del Palazzo di Londra), in «Il Messaggero», 3 luglio 2024. «Per la prima volta il Vaticano viene processato da un tribunale inglese. A trascinarlo in una corte del Regno Unito è stato il finanziere Raffaele Mincione deciso a difendersi dalle accuse “incoerenti e confuse” relativa al famoso accordo immobiliare che fece da base all'acquisto dell'immobile di lusso di Londra.» Anche in inglese.
Franca Giansoldati, Vaticano, scontro a distanza coi magistrati del Papa. Geraldina Boni: «I rescritti di Francesco un vulnus al giusto processo», in «Il Messaggero», 4 luglio 2024. Anche in tedesco. E in inglese. UN DISASTRO INCOMMENSURABILE? IL FALLIMENTO DELLA GIUSTIZIA? «"Quindi lei pensa che l'affaire Becciu si ripercuoterà sulla credibilità dello Stato della Città del Vaticano, e dunque della Santa Sede, in ambito internazionale?" "Temo di sì, a meno che non si rimedi in sede di appello alle reiterate e manifeste violazioni dei principi del giusto processo»
John L. Allen, Vatican prosecutor who won 'trial of the century' trapped in a slasher movie, in «Crux», 7 luglio 2024. Anche in italiano.
'I didn't lie' but 'I was not honest', Pena Parra tells UK court, in «The Pillar», 8 luglio 2024.
Cataldo Intrieri, La giustizia del papa e il diritto internazionale: è tempo di cambiare, in «Domani», 8 luglio 2024. Anche in pdf. «Nelle vicende giudiziarie legate al processo Becciu, è entrato a gamba tesa il promotore di giustizia, Alessandro Diddi con argomentazioni sorprendenti. Il Vaticano sottoponga la propria amministrazione giudiziaria al controllo di legalità delle corti internazionali. Garantisca agli imputati ciò che le democrazie concedono a tutti i cittadini. Ne guadagneranno la credibilità del sistema e la causa dei diritti. (...) Ha fatto clamore l’iniziativa giudiziaria di uno degli accusati, il finanziere Raffaele Mincione che ha richiesto alla sezione commerciale dell’Alta Corte di Giustizia di Londra un accertamento incidentale di totale estraneità e di aver agito correttamente nella trattativa che aveva ad oggetto l’acquisto da parte del Vaticano di un palazzo in Sloane Avenue. Una procedura destinata a ottenere un pronunciamento favorevole di un’autorità giudiziaria straniera per incidere su di un processo ormai divenuto, contro la volontà della Santa Sede, un grave incidente di diritto internazionale. Parallelamente, il finanziere ha denunciato all’ONU il Vaticano per violazione dei suoi diritti. (...) egli (Diddi) commette un grave peccato di omissione per un giurista: dimentica che ciò che rende inaccettabili i provvedimenti di pieni poteri concessi a lui (compresi arresti ed intercettazioni) è il fatto che sono stati disposti dal pontefice solo per questo procedimento e solo per questi imputati. Una violazione gravissima del principio di legalità ed uguaglianza: come può parlare di pure “correzioni di legge” se la legge è stata modificata solo per sette individui? E come può essere valido un processo all’interno di un sistema non imparziale, garantista?»
Andrea Gagliarducci, Pope Francis and the consequences of the trial of the century, in «Monday Vatican», 8 luglio 2024. Anche in italiano. «La Memoria che Mons. Peña Parra ha consegnato nel processo vaticano parla di un naturale “sistema Perlasca”. (...) Perché, però, Perlasca non venne nemmeno indagato? E perché, dopo il processo, Perlasca è tornato al suo incarico di pubblico ministero – Sostituto Promotore di giustizia nel linguaggio vaticano – presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica (incarico, tra l’altro, che gli era stato assegnato proprio per farlo uscire dalla Segreteria di Stato, in difficoltà a causa degli investimenti autorizzati dallo stesso Perlasca)? (...) Si parla molto della sovranità della Santa Sede, ma la verità è che la sovranità si è indebolita. Lo Stato della Città del Vaticano ne uscì rafforzato con la predominanza dei gendarmi e dei magistrati vaticani. Papa Francesco è intervenuto personalmente nel processo con quattro rescritti che hanno cambiato le regole delle indagini in corso – o hanno coperto una lacuna normativa nell’interpretazione del Promotore di giustizia vaticano. Il fatto è che, al di là degli episodi che hanno portato la Santa Sede a perdere ingenti somme di denaro, questo processo ha causato danni al sistema stesso della Santa Sede. (...) il processo del secolo vaticano, qualunque sia la sentenza, può considerarsi un fallimento. (...) nasce da un cortocircuito interno: la Segreteria di Stato aveva un problema, ha provato a risolverlo, ha coinvolto in questa soluzione l’Autorità di Informazione Finanziaria, e ha chiesto un prestito allo IOR. Lo IOR non è una banca, ma può concedere prestiti a determinate condizioni e in alcune situazioni. Ma lo IOR prima dice di sì, poi denuncia la Segreteria di Stato. Pertanto, un ente governativo fa causa al governo stesso. Invece di risolvere questo cortocircuito, il Sovrano si accorda con l’organo di governo, che dovrebbe aiutare e collaborare con il governo.»
Philippe Marie, Exclusif – Scandale financier au Vatican, le cardinal Becciu dénonce un "plan diabolique", in «Tribune Chrétienne», 12 luglio 2024. «Cardinale Becciu - Mi sento totalmente innocente e vittima di una grave ingiustizia. Sono stato condannato per false accuse. Il processo ha rivelato un piano malvagio per distruggermi. Mi sento spogliato della mia reputazione, della gioia dell'esercizio del ministero episcopale, della mia visione di Chiesa come luogo di comunione fraterna. Per 'piano diabolico', mi riferisco alle attività opache che hanno portato al cosiddetto memoriale di Monsignor Perlasca. È stato dimostrato durante il processo che questo non è stato concepito e redatto spontaneamente da Perlasca, ma sollecitato da due signore, poi ascoltate in tribunale. Basta leggere i resoconti degli interrogatori in aula per capire che nulla era spontaneo e autentico.» Anche in italiano.
Philippe Marie, Exclusif – Scandale financier au Vatican, le cardinal Becciu dénonce un "plan diabolique", in «Tribune Chrétienne», 12 luglio 2024. «Mi sento completamente innocente e vittima di una grave ingiustizia. Sono stato condannato per false accuse. Il processo ha rivelato un piano diabolico per distruggermi. Mi sento privato della mia reputazione, della gioia di esercitare il ministero episcopale, della mia visione della Chiesa come luogo di comunione fraterna. Per “piano diabolico” mi riferisco alle attività opache che hanno portato al cosiddetto memoriale di Monsignor Perlasca. Nel corso del processo fu dimostrato che esso non fu ideato e scritto spontaneamente da Perlasca, ma sollecitato da due signore, successivamente ascoltate in tribunale. Basta leggere i verbali degli interrogatori in aula per capire che nulla è stato spontaneo e autentico.» Anche in italiano.
Filippo Di Giacomo, Quale giustizia in salsa vaticana, in «Il Venerdì di Repubblica», 19 luglio 2024. Ai vertici della magistratura vaticana – dove la fa da padrone Alessandro Diddi – l'incompetenza si sposa perfettamente con l'arroganza e la presunzione. Quest'ultima, sinonimo di superbia, sta alla radice di tutti i mali, secondo la teologia cattolica (che è pure cristiana, in questo caso).
Andrea Paganini, Lettera aperta al dottor Pignatone, in «Il Riformista», 7 agosto 2024. «Sul Riformista il professor Paganini pone una domanda centrale per chi ha seguito il delicatissimo caso Becciu. Perché Pignatone, presidente del tribunale vaticano, non ha applicato nel processo da lui presieduto i principi di garanzia e di tutela dell'imputato che adesso, da inquisito invocherà a suo favore? è un articolo serio, da leggere» (Mario Segni). «Andrea Paganini su @ilriformista "Lettera aperta al dottor Pignatone". Immagini se Lei avesse la sfortuna di essere giudicato dal Tribunale Vaticano da Lei presieduto che ha giudicato il cardinal Becciu e non invece da un tribunale della Repubblica Italiana!» (Arturo Parisi).
Mafia: Gasparri, 'porteremo Pignatone in commissione antimafia', in «Il Foglio», 8 agosto 2024.
Filippo Di Giacomo, L'immaginaria finanza della Santa Sede, in «Il Venerdì di Repubblica», 15 agosto 2024. ... il problema, pertanto, non è stato l’investimento sul palazzo di Londra come ben dimostra l’analisi del bilancio dell’Apsa del 2023. «La domanda che sorge è: perché abbandonare al pubblico ludibrio il palazzo ex Harrods di Londra, visto che era un ottimo investimento, comprato prima della Brexit e perciò beneficiando delle immunità fiscali degli enti sovrani, avendo ottenuto la licenza di ampliamento e il cambio d'uso a fini residenziali con utilità consolidate, e risparmi certi, se il mutuo negato dallo Ior fosse stato concesso? Non è che scannando pubblicamente un agnello scelto tra i più miti ed obbedienti si è cercato di nascondere altro, magari a Malta, a Budapest? Ah, saperlo...» Filippo Di Giacomo, un uomo che sa chiamare le cose con il loro giusto nome.
Il card. Becciu: "Il mio impegno sarà quello di dimostrare al Papa in tutti i modi e con tutti i mezzi l'infondatezza di quelle accuse", in «Faro di Roma», 1° settembre 2024. Anche in spagnolo. E in portoghese. E in francese.
Angelo Becciu, «Non mi dimisi per il palazzo di Londra», in «La Nuova Sardegna», 3 settembre 2024.
Luis Badilla e Robert Calvaresi, In Vaticano non esiste nessuna disposizione che stabilisca al Tribunale una scadenza temporale entro la quale pubblicare le Motivazioni delle sentenze. A otto mesi dalla fine del processo contro il cardinale Becciu, e altri. Quanto dovrà aspettare il porporato?, in «Osservazioni casuali», 33, 31 agosto-7 settembre 2024. «Forse il Presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone, ha molto da fare con il suo processo in Italia, accusato di favoreggiamento di alcune cosche mafiose, e perciò non riesce a pubblicare questo documento obbligatorio per motivare adeguatamente la sentenza. Al cardinale Becciu, e agli altri imputati del processo, sino ad oggi viene negato un documento che fa parte di un vero e giusto processo e ne è una garanzia.»
Carmelo Sardo, Inchiesta dossieraggi, indagato anche uno 007, in «TG5», 8 settembre 2024.
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