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«Il primo passo di ogni dittatura è la manipolazione senza scrupoli della libera comunicazione, attraverso la seduzione degli scandali e le calunnie, per indebolire la vita democratica e condannare persone e istituzioni.» (...) «La storia di Nabot è paradigmatica di tanti martiri della storia», ha affermato papa Francesco: «È paradigmatica del martirio di Gesù; è paradigmatica del martirio di Stefano; è paradigmatica pure, dall’Antico testamento, di Susanna; è paradigmatica di tanti martiri che sono condannati grazie a una messa in scena calunniosa». Ma «questa storia – ha spiegato ancora il Pontefice – è anche paradigmatica del modo di procedere nella società di tanta gente, di tanti capi di Stato o di governo: comunicano una bugia, una calunnia e, dopo aver distrutto sia una persona sia una situazione con quella calunnia, giudicano quella distruzione e condannano». «Anche oggi, in tanti Paesi – ha fatto presente il Papa – si usa questo metodo: distruggere la libera comunicazione». E ha continuato: «Per esempio, pensiamo, c’è una legge dei media, di comunicazione, si cancella quella legge; si dà tutto l’apparecchio della comunicazione a una ditta, a una società che calunnia, dice delle falsità, indebolisce la vita democratica». Poi «vengono i giudici a giudicare queste istituzioni indebolite, queste persone distrutte, condannano, e così va avanti una dittatura». Del resto, ha aggiunto Francesco, «le dittature, tutte, hanno incominciato così, con l’adulterare la comunicazione, per mettere la comunicazione nelle mani di una persona senza scrupolo, di un governo senza scrupolo». Ma «anche nella vita quotidiana è così» ha fatto notare il Papa. Tanto che «se io voglio distruggere una persona, incomincio con la comunicazione: sparlare, calunniare, dire degli scandali». Oltretutto, ha aggiunto, «comunicare scandali è un fatto che ha una seduzione enorme, una grande seduzione». Così facendo, «non si giudicano alla fine le persone, si giudicano le rovine delle persone o delle istituzioni, perché non possono difendersi». In questa prospettiva Francesco ha suggerito di pensare «a Susanna, per esempio, che dice: “ma io sono nell’angolo, se io cedo alla seduzione e pecco, avrò la condanna del Signore; se io rimango nella mia fede avrò la condanna della gente”». «A me colpisce tanto — ha confidato il Pontefice — vedere come Stefano fa quel lungo discorso per difendersi da quelli che lo accusavano: non ascoltavano e, nel frattempo, sceglievano le pietre per lapidarlo». Per loro, infatti, «era più importante lapidare Stefano che sentire la verità». Proprio «questo è il dramma dell’avidità umana: che anche l’avidità è debole, perché questo re ha voglia di tante cose, ma è un debole, e quando vede che non ce la fa va a letto». Ma ecco che «c’è la crudeltà» di «chi parla all’orecchio e gli dice cosa deve fare: distruggere». E «così abbiamo visto tante persone distrutte per una comunicazione malvagia come questa che ha fatto la regina Gezabèle» ha riconosciuto Francesco, sottolineando: «Tante persone, tanti Paesi distrutti per dittature malvagie e calunniose: pensiamo, per esempio, alle dittature del secolo scorso». In particolare, ha detto il Papa, «pensiamo alla persecuzione degli ebrei: una comunicazione calunniosa contro gli ebrei e finivano ad Auschwitz perché non meritavano di vivere». E questo «è un orrore, ma un orrore che succede oggi: nelle piccole società, nelle persone e in tanti Paesi». Sempre, ha riaffermato il Pontefice, «il primo passo è appropriarsi della comunicazione e, dopo la distruzione, il giudizio e la morte». Dunque «non era un’idea peregrina quella dell’apostolo Giacomo, quando parlò della lingua e della capacità distruttiva della comunicazione malvagia: lui sapeva di cosa parlava». Papa Francesco, 18 giugno 2018
Il 24 settembre 2020 qualcuno – CHI? – recapitò tra le mani di papa Francesco, prima ancora che la rivista arrivasse nelle edicole, una copia dell’«Espresso» con uno scritto di Massimiliano Coccia (alias don Andrea Andreani) – il primo di una lunga serie – e una copertina fabbricata ad arte per provocare la cacciata del cardinale Becciu. Era l’inizio di una vera e propria martellante campagna di diffamazione – altrimenti detta macchina del fango, killeraggio mediatico, mascariamento o character assassination – contro un uomo che, fino a prova contraria, è completamente innocente, vittima della più grave persecuzione a mezzo stampa orchestrata nella storia contro un essere umano.
Papa Francesco ha detto: «Il lawfare inizia attraverso i mass media, che denigrano [l'obiettivo] e insinuano il sospetto di un reato. Si creano indagini enormi e per condannare basta il volume di queste indagini, anche se non si trova il reato». E ancora: «La disinformazione è uno dei peccati del giornalismo, che sono quattro: la disinformazione, quando un giornalismo non informa o informa male; la calunnia – tante volte si usa quello; la diffamazione, che è diversa dalla calunnia ma distrugge; e il quarto è la coprofilia, cioè l’amore per lo scandalo, per le sporcizie. Lo scandalo vende. E la disinformazione è il primo dei peccati, degli sbagli – diciamo così – del giornalismo». Fra l'altro gli accusatori imbrattacarte hanno sputato veleno a comando e a vanvera, tant'è vero che Massimiliano Coccia e la vergognosa Maria Antonietta Calabrò ad esempio, che si tengono su promuovendo a vicenda i propri mal scritti in cui non ne azzeccano una (una mano lava l'altra), hanno puntato più volte i loro strali contro «Angelo Maria Becciu» (letterale!, e probabilmente rivelatore della comune fonte che gli passa le veline in un losco baratto), dimostrando di non conoscere nemmeno il nome della loro vittima designata (figurarsi la realtà dei fatti!), e asservendosi a una perversa campagna di diffamazione fondata sul nulla, se non sulla malizia dei suoi ideatori. La decadenza del giornalismo! A proposito del giornalismo osceno e servile (al servizio della menzogna) della Calabrò, si legga questo articolo.
Questa tristissima vicenda è la rappresentazione plastica della peggiore decadenza del giornalismo disonesto dell’epoca nostra, in cui le lusinghe e le adulazioni vanno a braccetto con le menzogne e le calunnie per manipolare la realtà in un losco e immorale "do ut des". E ancora una volta i giornalisti don Abbondio hanno dato man forte ai giornalisti don Rodrigo. E poi c'è chi, ad esempio su «The Pillar», spara bufale a raffica e si illude di potersi vigliaccamente nascondere dietro l'anonimità. Avranno ottenuto una brutale – ma autosqualificante – gogna mediatica senza precedenti. Una domanda rimane: COME MAI il sistema mediatico italiano e mondiale non ha avuto gli anticorpi – fatte salve pochissime lodevoli eccezioni – per reagire alle polpette avvelenate?
«Non credo che il giornalismo raggiunga la verità», ha scritto pilatescamente il direttore dell'«Espresso» Marco Damilano. A me basterebbe che non propugnasse la menzogna e la calunnia.

Fa poi impressione il silenzio assordante (omertà?) degli organi di stampa "cattolici", succubi di un'informazione giustizialista e priva di spirito evangelico, che volenti o nolenti fanno il gioco della disinformazione e dei manipolatori. Perché Andrea Tornielli non ha scritto che quelle contro Becciu erano «accuse assurde e infamati» (come scriverà con deprecabile ritardo quando lo stesso promotore di giustizia Diddi darà credito ad accuse altrettanto assurde e anche più infamanti su Giovanni Paolo II)? Il giornalismo "cattolico" è costituito unicamente da abietti e codardi "yes-man" incapaci di parresia? Problemi con la libertà di stampa? O con la verità tout court? Con poche meritevolissime eccezioni, va detto. In ogni caso è grave! La verità ci farà liberi.
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Giovanni Maria Vian, All'ombra di San Pietro. L'eterno conclave che prepara la successione a papa Francesco, in «Domani», 10 giugno 2023. Anche in portoghese.
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Ivo Pincara, 60a Udienza del Processo 60SA in Vaticano. Chiuso il dibattimento in Aula, in attesa della requisitoria del Promotore di Giustizia, che ha fatto un'altra figuraccia, in «Korazym», 18 giugno 2023. «Lo scorso 3 maggio il Pontefice disse ai suoi ospiti che “gli spioni che soffiano cose da Roma come nomine, pagando, comprando informazioni, vanno cacciati via!”.»
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Fondi della Santa Sede, gli avvocati di Becciu chiedono l'assoluzione. Lui: «Tre anni di dolore, ferito dai sospetti», in «L'Unione Sarda», 22 novembre 2023. Anche in tedesco. E in cinese.
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Gianfranco Ferroni, Povero Becciu, in «L'Espresso», 1° dicembre 2023.
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L'Espresso e il Cardinal Becciu, in «Voce Alta», 1° dicembre 2023.
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Andrea Paganini, "Caso Becciu": verso la sentenza, in «Settimana News», 11 dicembre 2023.
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Andrea Gagliarducci, Benny Lai, dieci anni dopo, in «Vatican Reporting», 12 dicembre 2023.
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Alessandro Di Bussolo, Processo vaticano, la sentenza prevista il 16 dicembre, in «Vatican News», 12 dicembre 2023. Anche in spagnolo.
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S.C., Le accuse del pg Diddi si distinguono per la pochezza delle argomentazioni e scivolano nella caricatura. Gli avvocati di Becciu replicano a Diddi, in «Faro di Roma», 12 dicembre 2023. Anche in spagnolo.
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Processo sui fondi del Vaticano, sabato la sentenza, in «L'Unione Sarda», 12 dicembre 2023.
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Papa francesco ai vaticanisti: "no alla superficialità degli stereotipi e delle formule preconfezionate". E cita Accattoli, in «Faro di Roma», 11 gennaio 2024. Esattamente il contrario delle macchine del fango.
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Andrea Gagliarducci, San Francesco di Sales, i giornalisti e la logica della redenzione, in «Vatican Reporting», 24 gennaio 2024. «La delicatezza funziona se fatta per amore e con amore, se le considerazioni che portano a questa delicatezza sono scevre dall’idea di vantaggi personali, ma sono a favore della veridicità e della notizia. Spesso, oggi, viene scambiata una critica per un attacco personale, un ragionamento ampio per un atto di disubbidienza, un rilievo critico per un atto di lesa maestà. Eppure, se davvero sappiamo essere autentici e interiormente liberi, sappiamo che una critica non è un atto di disubbidienza o di mancato amore, e che non sempre le critiche sono frutto di pregiudizi. (...) Mentre ci affanniamo a comprendere il senso dell’intelligenza artificiale e come questa cambierà il nostro modo di comunicare, mentre guardiamo alla sfida delle fake news, non ci rendiamo conto che a creare le fake news è spesso quella che i greci chiamavano hybris, la tracotanza, la superbia di sapere essere al di sopra di ogni parte che ci fa, di fatto, essere di parte. La logica della redenzione è proprio il contrario di quella hybris. Siamo chiamati ad un giornalismo di nuovo tipo, approfondito, credibile, con i suoi errori e le sue imprecisioni che sono umane, ma anche con quell’anticipo di simpatia che ci permette di leggere i fatti senza tracotanza. Siamo chiamati a formare una generazione nuova.»
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Don Filippo Di Giacomo, Andrea Gagliarducci, Ernesto Galli della Loggia, Otello Lupacchini, Camillo Maffia, Giovanni Minoli, Francesco Petrelli, Giuseppe Rippa, La giustizia nello Stato Città del Vaticano e il caso Becciu, Radio Radicale, 14 marzo 2024. Angelo Becciu come Enzo Tortora? Per favore, ascoltate bene e agite in coscienza!
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Ivo Pincara, Il Cardinale Angelo Becciu come Dreyfus e Tortora?, in «Korazym», 15 marzo 2024.
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Rita Cavallaro, Dossier, parla Lady Vaticano: "Un mandante voleva screditare il Papa", in «Il Tempo», 27 marzo 2024. Sempre più nauseante la puzza di marcio. È necessaria la massima trasparenza.
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Diddi dovrebbe indagare su se stesso. Striano effettua l'accesso abusivo su Cecilia Marogna e lo stesso giorno il promotore vaticano chiede di sequestrare i suoi conti sloveni, in «Faro di Roma», 3 aprile 2024. Un gigantesco conflitto di interessi?
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Riformatori sardi, alla scuola di politica il "guru" della comunicazione Andrea Camaiora, in «L'Unione Sarda», 13 aprile 2024. «Le parole pesano, le parole contano, le parole sono come pietre.»
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Andrea Paganini, Chi aiuta il Papa?, 17 aprile 2024. Serve la verità, anche se scomoda, non l'adulazione!
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Massimo Franco, Cardinale Becciu: «Volevano annientarmi. Il processo è stato ingiusto, non sono un affarista», in «Corriere della Sera», 30 giugno 2024. Qui il pdf.
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Andrea Paganini, Lettera aperta al dottor Pignatone, in «Il Riformista», 7 agosto 2024. «Sul Riformista il professor Paganini pone una domanda centrale per chi ha seguito il delicatissimo caso Becciu. Perché Pignatone, presidente del tribunale vaticano, non ha applicato nel processo da lui presieduto i principi di garanzia e di tutela dell'imputato che adesso, da inquisito invocherà a suo favore? è un articolo serio, da leggere» (Mario Segni). «Andrea Paganini su @ilriformista "Lettera aperta al dottor Pignatone". Immagini se Lei avesse la sfortuna di essere giudicato dal Tribunale Vaticano da Lei presieduto che ha giudicato il cardinal Becciu e non invece da un tribunale della Repubblica Italiana!» (Arturo Parisi).
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Paolo Ghezzi, Parla Rufi, voce storica di Radio Radicale. Dalla pensione a Bergoglio, da Camus a Cattani: "Di Pannella mi piaceva il Signor Hood che De Gregori seppe vedere in lui", in «Il Dolomiti», 8 agosto 2024. Per Enrico Rufi, Massimiliano Coccia, il figuro che «impallinò il cardinal Becciu», presenta un «curriculum di mitomane e di sciacallo». Eh, già! E il mondo intero gli ha dato retta (dentro e fuori il Vaticano, dove si faceva passare per don Andrea Andreani, segretario particolare del Papa)!
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Fabio Ghioni (esperto di cybersicurezza) intervistato da Nicola Porro, in «Quarta Repubblica», 16 settembre 2024. «L’accesso a quel tipo di informazioni è non solo delicato, ma è ovvio che rappresenta qualcosa di importante per qualcuno. Naturalmente dipende da quale informazione, da chi la sta chiedendo e qual è lo scopo per cui la sta chiedendo: se è per una macchina del fango, se è per ricattare, se è per “muovere delle pedine”… in base a questo l’informazione acquisisce anche un valore e sul mercato questo valore viene riconosciuto. L’informazione è la merce più importante nel trading di oggi.» «In questi casi l’hacker non ha bisogno di accedere attraverso espedienti tecnici. Basta fare un favore a qualcuno che già ci accede, è il modo più semplice, migliore, che usano tutti: andare direttamente da chi utilizza queste informazioni per lavoro e chiedergli di fare… un’eccezione. Questo mercato c’è da sempre. (…) O con soldi, o favori, o ricatti: ci sono mille espedienti che possono essere utilizzati.»
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Luciano Violante (ex magistrato e politico, già presidente della Commissione parlamentare antimafia e presidente della Camera) intervistato da Nicola Porro, in «Quarta Repubblica», 16 settembre 2024. È QUANTO DI PEGGIO POSSA ACCADERE A UNA DEMOCRAZIA! «È una delle vicende più gravi! Una democrazia è fatta così: c’è la politica, poi c’è la giustizia, le altre istituzioni, l’industria, il giornalismo… Questo tipo di meccanismo, di cui parliamo stasera, è una specie di “lama” che attraversa tutto, attraversa tutto. E non può essere guidata da una sola persona. Qui c’è un sistema, c’è un mercato, basato non tanto sul danaro, quanto sul potere.» «Lei ci sta dicendo che questa è una cosa gravissima.» «Sì. Più grave di quanto non appaia sinora.» «Non può essere una “mela marcia” all’interno di un sistema potentissimo?» «No. C’è un sistema che è marcio dentro. Vede: avere informazioni è importante per queste ragioni: 1) per screditare una persona, 2) per accreditarla, 3) per vincere una gara, un appalto per esempio, 4) per determinare posti di potere, 5) per dimostrare di avere potere, di poter condizionare… Io credo che sia difficile trovare un corrispettivo in danaro. Ma quello che conta, qui, è far parte di un giro di potere che gestisce informazioni e sa tutto delle persone che contano, o può sapere tutto delle persone che contano. Questo è quanto di peggio possa accadere a una democrazia.» «Questa è una vicenda particolarmente grave, perché inquina – o è possibile che inquini – ogni aspetto della vita politica, giudiziaria, industriale, finanziaria, e così via. Perché nel momento in cui io posso utilizzare qualcuno per avere notizie che danneggiano il concorrente, capisce che la democrazia salta.» «Lei mi sta descrivendo la P2 del 2020.» «Io non so se questa sia la P2 del 2020. Certamente la P2 era un luogo nel quale si incontravano persone di potere e si scambiavano informazioni (e non solo). L’idea che ci siano circoli riservati in grado di ottenere qualunque tipo di informazione e usarla contro Tizio o contro Caio, o a favore di Tizio e a favore di Caio, è quello che emerge dai documenti sinora noti.» «Questi documenti sono imppiegati contro un governo di destra perché in questo momento c’è un governo di destra, ma in futuro contro un governo di sinistra se dovesse esserci un governo di sinistra? Non hanno una connotazione politica…» «No. Qui c’è potere e basta.» «L’importante è non distogliere l’attenzione! Stare attenti, seguire, non mollare!»
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Ivo Pincara, Il caso Striano e la caccia a Becciu, in «Korazym», 17 settembre 2024. DA LEGGERE CON GRANDE ATTENZIONE! «I Rescripta papali, che autorizzavano l’Ufficio del Promotore di Giustizia vaticano ad adottare solo in questo procedimento misure cautelari “anche al di fuori di casi previsti dalla legge” e intercettazioni telefoniche, sono degli inizi di luglio 2019. Dal luglio 2019 il Promotore di Giustizia e il Corpo della Gendarmeria vaticani erano quindi in gran segreto proprio alla ricerca di informazioni sui soggetti attenzionati. All’epoca, l’inchiesta non era ancora pubblica, nemmeno per gli indagati: la prima perquisizione è dell’ottobre 2019. Come faceva Striano a saperlo? Una mera coincidenza è statisticamente impossibile. (...) È evidente che chi ha chiesto queste informazioni a Striano non agiva per un interesse personale. Nel luglio 2019 l’interesse era collegabile solo alle indagini vaticane segrete appena iniziate indirizzate al Cardinale Angelo Becciu, note solo ad un pugno di persone in Vaticano. (...) Forse il filo rosso che emerge in questo affare porterà ai mandanti all'interno dello Stato della Città del Vaticano del complottto ai danni di Becciu. Premesso che le Sos e tutta questa faccenda degli accessi illeciti collegati al Vaticano ci fanno sorridere, possiamo affermare senza temere una smentita, che il nucleo del problema non va cercato nell’Aise o in un operatore come Striano, ma va cercato all’interno dello Stato della Città del Vaticano. Appare evidente che le notizie che arrivano a Fittipaldi non le passa Striano, le passa direttamente a Fittipaldi qualcuno all’interno del Vaticano. (...) Noi vogliamo far capire, che le Sos che Striano passa a Tizian e ai suoi colleghi di Domani non hanno nulla a che fare con quello che da dentro il Vaticano arriva a Fittipaldi ai tempi de L’Espresso, prima che Fittipaldi fosse nominato Direttore di Domani. (...) Per colpire Becciu nel settembre 2020, era necessario colpire prima e mettere fuori gioco Giani nell’ottobre 2019. Le menti raffinatissime interne al Vaticano hanno pianificato bene tutto. Oggi queste menti raffinatissime ci vogliono far credere che i servizi segreti italiani hanno la responsabilità di questa storia. Invece, i responsabili della caduta di Giani e di Becciu poi si trovano all’interno al Vaticano e si stanno adoperando per creare un bel depistaggio dove in tanti ci cascano, vestiti e calzati. (...) in entrambi i casi tutto viene fatto nella stessa modalità, con documenti e notizie passate a L’Espresso, notizie da “nero su bianco” che generano una reazione di pancia di Papa Francesco. Che fa cadere la teste di Giani e poi mette fuori dal conclave Becciu. (...) Infine, in riferimento alle dichiarazioni del Promotore di Giustizia vaticano a Il Tempo (marzo e settembre 2024), è chiaro che si tratta delle “indagini a specchio” come quelle che faceva la banda di magistrati corrotti, per sapere che cosa avevano in mano gli altri inquirenti. Non è comunque previsto alcun “coordinamento investigativo” tra Italia e lo Stato della Città del Vaticano. Se il Procuratore di Perugia, Dott. Raffaele Cantone facesse sapere qualcosa al Promotore di Giustizia vaticano Alessandro Diddi, commetterebbe una rivelazione di segreto d’ufficio».
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Rita Cavallaro, Ombra dossier sul Vaticano e le bugie a Papa Francesco per incastrare Becciu, in «Il Tempo», 22 settembre 2024. Ci avviciniamo alla verità! Anche online.
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Rita Cavallaro, Bufera in Vaticano. E spunta l'ultima cena per incastrare Becciu, in «Il Tempo», 23 settembre 2024. Anche online. «Perlasca prima consegna una memoria piena di accuse senza fondamento nei confronti del suo superiore e, alla fine, diventa il principale accusatore di Becciu. Accerchiato dai corvi e da spie, il monsignore probabilmente cede alle pressioni. E il 5 settembre 2020 invita Becciu a cena al ristorante Lo Scarpone, al Gianicolo, con la scusa di ringraziarlo dell’amicizia e del tentativo di far reintegrare Perlasca nel suo ruolo, dal quale era stato rimosso subito dopo la formulazione delle accuse. Fino a quel momento Becciu era ancora un fedelissimo di Papa Francesco e godeva della fiducia del Pontefice. Il cardinale non lo sa, ma tutto quello che i due si dicono in quella cena viene registrato. Becciu, durante la conversazione parla con l’amico della perquisizione autorizzata dal Papa alla segreteria pontificia, e potrebbe non aver condiviso la scelta sulla base dell’idea della separazione tra Stato e Chiesa.»
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La pertinaz gripe del Papa Francisco, ¿gato encerrado con Medjugorje?, espías del Vaticano, la iglesia peronista, la posthumanidad sin Dios, ¡que suenen las campanas!, in «Infovaticana», 23 settembre 2024. «Nos vamos enterando de que el proceso Becciu tuvo su origen en un grupo de espías que susurraron falsedades al oído del Papa Francisco y que está documentado en el proceso. Y hay una fecha, que se convierte en la piedra angular: el 24 de septiembre de 2020. Un grupo de personas cercanas al Papa Francisco lo convence de que Becciu robó dinero del Vaticano, hasta el punto de que el jueves 24 de septiembre de 2020, convoca a sus fieles y le lanza a la cara y le acusa de ladrón, mientras sostiene en sus manos un ejemplar en primicia de L’Espresso, que no saldrá a la venta en los quioscos hasta el domingo siguiente. El Papa dice abiertamente al cardenal que no se trata del asunto del palacio de Londres, del que Becciu no habría sido responsable, y sólo le acusa de la falsa acusación de haberse embolsado 100.000 euros del Óbolo de San Pedro. Una historia basada en dos mentiras, que el propio Papa sacó a la luz sin saberlo. A la primera gran mentira le sigue la segunda: que el Departamento de Finanzas verificó la retirada e informó a la justicia vaticana. No hay ninguna investigación oficial, ni ninguna comisión rogatoria de los magistrados vaticanos para obtener los resultados de la investigación fantasma. La investigación del fiscal de Perugia, Raffaele Cantone, ha certificado ahora que en Italia un grupo de espías, entre ellos financieros, magistrados y periodistas, utilizaron información de cuentas bancarias para realizar supuestos expedientes. Todo apunta a que nuevamente gracias a oscuros espías, el Papa Francisco quedó convencido y procedió precipitadamente.»
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Rita Cavallaro, La verità di Becciu «Striano e i corvi vaticani? Qualcuno ha usato il Papa. Ora Cantone mi ascolti», in «Il Tempo», 24 settembre 2024. INTERVISTA BELLISSIMA E PROFONDA! Lei ha sempre detto di non aver avuto nessun vantaggio dalle operazioni contestate e dalle carte risulta che non ha mai sottratto neppure un centesimo. Allora perché è stato condannato in relazione a questi investimenti? «Guardi, non lo comprendo. Non solo perché non mi sono mai appropriato nemmeno di un centesimo, ma anche perché non conoscevo le persone con cui la Segreteria di Stato ha fatto l'investimento contestato. Avrei dovuto far arricchire sconosciuti? Che interesse avrei avuto? Sono accuse che offendono il buonsenso. Ammesso che siano stati investimenti non andati bene, il processo ha provato che erano stati proposti dagli uffici e io mi limitai a uniformarmi. Non avevo alcun motivo per dubitare della correttezza dell'investimento, che mi veniva espressamente rappresentata anche con appunti scritti, poi prodotti in Tribunale». Non era monsignor Alberto Perlasca che li proponeva? Eppure è stato archiviato... «Certo, era il capo dell'ufficio amministrativo che si occupava di quelle attività. Di lui non avevo motivi di dubitare. Lo trovai già al mio arrivo in Segreteria di Stato, si presentava come competente e qualificato. Mai mi furono rappresentate criticità. Ed è davvero assurdo che se lui che proponeva gli investimenti è stato ritenuto non responsabile, lo debba essere io per aver accolto le sue proposte». Che cosa ha pensato quando nel processo è emerso che proprio Perlasca, che l'aveva accusata, era stato "imbeccato" da altri soggetti? «Lo avevo sempre sospettato, il processo lo ha dimostrato. Anche per le modalità di inquinamento venute fuori. Messaggi, chat, telefonate, imbeccate varie. Falsità sul mio conto. Quello che è emerso è davvero sconcertante.» «Questa prova mi ha avvicinato ai tanti che soffrono ingiustizia anche all'interno della Chiesa, ma soprattutto mi ha avvicinato ancor più a Dio. Prima o poi nella vita si sperimenta il crollo di punti di forza su cui si appoggiava, come per me le attività ecclesiali che ritenevo essenziali. Crolla persino una certa visione di Chiesa, l'unica certezza che rimane è Dio. Ci si aggrappa a Lui e da Lui si riceve forza, serenità, capacità di andare oltre il buio e spalancare il cuore anche verso chi ti ha fatto del male! È il paradosso e la bellezza della fede». Anche online.
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Nicola Spuntoni, Il giallo dell'intervista a Becciu sparita dalla rassegna vaticana, in «Il Tempo», 26 settembre 2024. In Vaticano c'è chi vuole silenziare la verità (che ci farà liberi). Una storia incredibilmente ridicola.
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Brunella Bolloli, Caccia alla famiglia Crosetto. Striano spiava anche il figlio, in «Libero», 28 settembre 2024. «Eccome se legge (Striano). Soprattutto l’Espresso e i settimanali d’inchiesta, forse perché in una vita precedente avrebbe voluto fare pure lui il cronista o perché l’attività d’impulso che dovrebbe attuare per stanare potenziali criminali viene messa spesso al servizio per orientare i reportage che poi finiscono sui soliti giornali. Striano si appassiona al caso della vendita del palazzo di Londra, che sarà anche al centro del processo contro il cardinale Angelo Becciu, un caso portato alla ribalta in particolare dal settimanale l’Espresso. Il tenente compie ricerche su Giancarlo Innocenzi Botti che avrebbe avanzato una proposta di acquisto del palazzo a quel tempo oggetto del contendere, e nel frattempo ha venduto un suo immobile a Miami, e su di lui fa diversi accessi alla banca dati Siva...».
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L'intercettazione di Laudati: "l'Antimafia fa politica". Così l'ex pm prova a salvarsi dall'inchiesta sui dossier, in «Il Corriere del Giorno», 28 settembre 2024. «Legittimo chiedersi che cosa ci faceva un investigatore della Direzione nazionale antimafia italiana in trasferta in uno Stato estero?»
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Luis Badilla e Robert Calvaresi, A cinque anni dalla "rinuncia" del capo della Gendarmeria vaticana comandante Domenico Giani. Come si vede la vicenda ora, 2024? L'oblio del Comandante Domenico Giani, in «Osservazioni casuali», 37, 27 settembre-5 ottobre 2024. «Con quanto si sa oggi, in particolare sul caso dell’ufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, che già nel 2019 faceva migliaia di intrusioni illegali nelle banca-dati di enti statali italiani sensibili, alcune delle quali riguardavano un certo traffico con il Vaticano, molte cose andrebbero rilette con un'ottica diversa. (...) Le dimissioni di Giani nel 2019 ovviamente erano legate alla vicenda, piuttosto scandalosa, sorta in quei giorni, in seguito all’affissione in tutte le porte dello Stato Città del Vaticano di un ripugnante cartello con le foto di cinque dipendenti vaticani ai quali si vietava di entrare (come misura cautelare). Un obbrobrio che faceva venire in mente il famigerato costume del “wanted”. “Pur non avendo avuto responsabilità oggettive, l’allora Comandante Domenico Giani, ha preferito dimettersi per garantire maggiore serenità a chi conduceva le indagini”. (Open) (...) affiggere queste foto di cinque persone (un sacerdote, quattro laici tra cui una donna) senza essere accusate formalmente, trattate senza presunzione d’innocenza, è stata una responsabilità oggettiva o morale del Sostituto della Segreteria di stato o/e di Papa Francesco. All’epoca questa questione dirimente passò volutamente sotto banco. Toccarla era tabù. Il Sostituto era mons. Edgar Peña Parra, in carica dal 15 agosto 2018. (...) La rinuncia di Giani doveva coprire il Papa?»
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Vittorio Feltri, "Repubblica" ti attacca? Allora avrai successo, in «Il Giornale», 5 ottobre 2024.
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Antonio Polito, Ilaria Capua: «Quando la mia vita fu travolta, pensai alla morte come a una via d'uscita», in «Corriere della Sera», 6 ottobre 2024. Un'altra vittima del volgarissimo e violentissimo "metodo Espresso" per far fuori una persona innocente.
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Ivo Pincara, Quando un libro, con una "mole" di materiale, nasconde la verità, dietro il trono e sotto l'altare, in «Korazym», 13 ottobre 2024. La solita farneticante e vergognosa portavoce di Diddi, una passaveline senza onore. La decadenza del giornalismo!
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Diego Celi, Cani da guardia del potere o manipolatori?, in «Notiziario Eolie», 21 ottobre 2024.
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Luis Badilla e Robert Calvaresi, L'ex direttore del settimanale L'Espresso, Marco Damilano, ora è anche consulente del Papa per questioni socio-economiche e politiche, in «Osservazioni casuali», 40, 19-26 ottobre 2024. Un losco baratto? Uno scandaloso "do ut des"? (cfr. Espresso)!
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Il caso. «Possiamo sputtanare tutta l'Italia»: ecco come gli hacker sono entrati nella banca dati della polizia, in «Corriere del Ticino», 28 ottobre 2024. Ecco l'obiettivo, e non solo in Italia...!
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Il caso. «Possiamo sputtanare tutta l'Italia»: ecco come gli hacker sono entrati nella banca dati della polizia, in «Corriere del Ticino», 28 ottobre 2024. Ecco l'obiettivo, e non solo in Italia...!
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Giulio Cavalli, «Pensate cosa succederebbe se le mafie avessero queste informazioni. Pensate cosa sta succedendo se già le hanno», 28 ottobre 2024. E torna la domanda: considerata l'operazione di mascariamento mondiale montata contro il card. Becciu, considerata la vicenda Striano e co. e considerato che il presidente del Tribunale vaticano è indagato per favoreggiamento alla mafia... quanto si possono infiltrare pure nel Vaticano le propaggini della mafia?
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Luigi Crespi, «Il centro delle campagne politiche della nostra epoca – Stati Uniti in testa – è lo sputtanamento dell'avversario. E quando non c'è la base per sputtanare l'avversario, si passa alle fake news», in «L'aria che tira», La7, 28 ottobre 2024. Anche in Vaticano funziona così?
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Alessandro Curioni intervistato da Jari Pilati, in «TG3», Rai3, 28 ottobre 2024. «Dossieraggio, divulgazione di informazioni riservate, possibilità di creare fake news basandosi su notizie vere, depistaggi...».
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Luca Di Carmine, Damilano verso la direzione dell'Osservatore Romano? Le pillole della giornata, in «Lettera 43», 29 ottobre 2024. Da non crederci.
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Dalla parrocchietta de' sinistra alla grande Chiesa..., in «Dagospia», 29 ottobre 2024.
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Andrea Tornielli, Processo giusto e trasparenza, in «Vatican News», 30 ottobre 2024. Excusatio non petita, accusatio manifesta. Quando il giornalismo diventa servile e bugiardo!
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Ivo Pincara, Processo ingiusto contro il Cardinal Becciu al Tribunale speciale vaticano che ha perso ogni credibilità, in «Korazym», 31 ottobre 2024. Ottimo riassunto della terribile montatura tramata contro un uomo corretto e innocente con un perfido sistema di inganni che ha pervaso l'agire della (in)giustizia vaticana (e italiana, cfr. Striano e co.) insieme alla stampa diffamatrice. Molto servile e cortigiana invece la copertura di «Vatican News», incapace di dar voce alla controparte e quindi insofferente al pluralismo e alla sinodalità (ha confuso l'unità con l'uniformità appiattita e vile).