Sul "caso Becciu" in generale
Ventesima parte
>> Per la parte parte precedente clicca qui.
-
Nico Spuntoni, La procura non può mettere il naso nella gestione dell'8 per mille, in «La Nuova Bussola Quotidiana», 10 gennaio 2025. QUANDO SI COMMETTE UN ERRORE BISOGNEREBBE AMMETTERLO E RIMEDIARE. INVECE CI SI INCAPONISCE DIETRO TEORIE ASSURDE, ARRAMPICANDOSI SUGLI SPECCHI E CAUSANDO DANNI SU DANNI. «Può, infatti, una procura italiana contestare ad una diocesi la destinazione di fondi dell'8 per mille? Lo scorso marzo monsignor Melis aveva respinto le accuse sostenendo che «è trasparente e non negoziabile la finalità degli aiuti della Cei» e rivendicando di aver aiutato gli svantaggiati del territorio con le donazioni attraverso la Caritas diocesana e «attraverso il suo “braccio operativo”, la Spes, la cooperativa sociale di tipo B nata proprio per il reinserimento lavorativo di persone dai vissuti travagliati». (...) Per questo il rinvio a giudizio di monsignor Melis a Sassari non è cosa da poco. La materia, infatti, tira in ballo l'accordo di Villa Madama ed in particolare l'articolo 48 che riconosce alla Chiesa cattolica l'utilizzo dei soldi dell'8 per mille «per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di Paesi del terzo mondo». Geraldina Boni, Manuel Ganarin e Alberto Tomer hanno fatto notare in un articolo scientifico sull'argomento pubblicato sulla rivista "Stato, Chiese e pluralismo confessionale" che "sarebbe paradossale e, per quanto qui preme, non in linea con quel self-restraint cui la Repubblica laica deve severamente attenersi nei confronti delle estrinsecazioni del sentimento religioso, che si andasse a sindacare come, da parte confessionale, vengano esaudite le esigenze di culto della popolazione, ovvero come la Conferenza Episcopale Italiana deliberi di concretizzare gli interventi caritativi. L’allocazione e l’uso dei fondi sono tassativamente limitati al raggiungimento di quegli scopi, ma sulle modalità pratiche e circostanziate di tale impiego ci si rimette alla libera discrezionalità della Chiesa, l’unica in grado di giudicare in proposito".»
-
Rosario Sprovieri, Una storia d'ingiustizia e di tanti misteri, in «Kalabriatv.it», 11 gennaio 2025.
-
A.C., Ozieri, anziani e migranti insieme nel progetto "Arte terapia" della cooperativa Spes, in «Logudorolive», 12 gennaio 2025. Mentre qualcuno continua a fare del male (in Vaticano e in Italia), c'è anche chi continua a fare del bene...
-
Vaticano, cronaca e guerre intestine. "Il Caso Becciu", di Mario Nanni, in «Insidertrend.it», 12 gennaio 2025. «Era forte l’impressione che la sentenza fosse stata già scritta. Sulla scena si alternano infatti personaggi che recitano più parti in commedia: manovrano e cospirano nell’ombra, millantano frequentazioni, dispensano consigli e si dicono latori di confidenze nientemeno che del Papa, tirato a proposito, ma più spesso a sproposito, in ballo in questo processo».
-
Paolo Armaroli, Becciu, fra misteri e veleni, in «La Ragione», 15 gennaio 2025. «Così come le procedure lasciano parecchio a desiderare. Basti dire che, a processo già iniziato, le regole del gioco sono cambiate per ben quattro volte. Con tanti saluti alla certezza del diritto. Uno scandalo. La sua, del resto, non è la classica vox clamantis in deserto. Difatti il giudizio di Nanni è condiviso da giornalisti e intellettuali illustri.»
-
Angela Leucci, "Poteva essere vero". La rivelazione che collega De Pedis a Emanuela Orlandi, in «Il Giornale», 16 gennaio 2025. Ah, quel «procuratore nostro» (detto da Carla De Pedis)! Vale a dire quel giudice indagato per favoreggiamento alla mafia: Giuseppe Pignatone!
-
La giustizia nello Stato Città del Vaticano e il caso Becciu, locandina della presentazione.
-
Mercoledì 29 gennaio 2025: presentazione del libro 'La giustizia nello Stato Città del Vaticano e il caso Becciu – Atti del Forum di Quaderni Radicali', in «Agenzia Radicale», 26 gennaio 2025. «Di questa vicenda giudiziaria, eclatante per l’assoluta unicità e per la rilevanza attribuitale sui media internazionali, si può dire che rappresenta in pieno il concentrato degli effetti deleteri provocati dal combinato disposto di un’azione penale esercitata al di fuori dell’alveo del diritto, sull’onda travolgente di uno spregiudicato utilizzo mediatico della gogna volta a calpestare le persone in spregio alla verità. (...) si evidenziano le anomalie di un processo che allontana dai principi di civiltà giuridica la giustizia vaticana, mettendone così in pericolo la stessa credibilità internazionale.»
-
Damiano Aliprandi, «Borsellino non si fidava di alcuni magistrati e indagava su mafia-appalti», in «Il Dubbio», 30 gennaio 2025. Se Paolo Borsellino non si fidava di Giuseppe Pignatone – il giudice vaticano ora indagato per favoreggiamento alla mafia – un motivo ci sarà.
-
Francesco Sisci, "Caso Becciu", complicato e delicato, in «Settimana News», 31 gennaio 2025. Purtroppo l'autore è male informato e fa confusione. Il sistema giudiziario vaticano sta applicando le proprie leggi per arrivare alla verità e alla giustizia, oppure sta aggirando le proprie leggi per arrivare a una (pre)determinata sentenza, in barba ai principi universali del diritto, come quelli della presunzione d’innocenza e del giusto processo? Il mio commento si trova in calce all'articolo.
-
Presentazione: la giustizia nello Stato Città del Vaticano e il Caso Becciu, in «QuaderniRadicaliTV», 2 febbraio 2025. «Lo Stato Città del Vaticano non ha una giustizia. Definirla "medievale" è un'ingiustizia per il Medioevo: il Medioevo aveva già profondi strumenti di segmentazione di una civiltà giuridica»; «Che cosa pensa quella parte che non ama il Papa? Di andare a giocare una partita altra: di andare a colpire chi gli è stato leale» (Giuseppe Rippa). «Nella giustizia così com'è stata amministrata nel "caso Becciu" si riversano tutte le eredità negative della malagiustizia italiana. E di conseguenza è stato immediato il collegamento con la vicenda Tortora, ma anche con tutta la filiera di questi ultimi trent'anni di malagiustizia che vedono la giustizia pericolosamente in crisi. (...) la giustizia è un pilastro della democrazia e se cede quel pilastro cede tutto. (...) Le caratteristiche sono sempre le stesse: 1) creazione di un alone denigratorio attorno alla persona che viene scelta come bersaglio precedentemente; 2) diffusione di dati tendenziosi; 3) e poi scatta l'attività inquirente grazie all'intervento di quelli che io chiamo i sicofanti, cioè i maldicenti collaboratori di giustizia che prontamente idealizzano il progetto, mettono in piedi l'accusa. E la stessa cosa è successa nel "caso Becciu". (...) Abbiamo assistito a un'azione dell'informazione che è stata un'azione da giornalismo travestito. Perché vedere (...) che l'informazione sul caso Becciu sia agganciata anche alla vicenda di dossieraggi abusivi della Dia e ad altri fattori (...) che possono addirittura condizionare gli eventi con le loro azioni ci ha molto allarmati...» (Luigi O. Rintallo). «Questa vicenda del cardinale Becciu è una via di mezzo tra il vaso di pandora, che si è scoperto via via attraverso le udienze, e l'apprendista stregone. (...) Io sono convintamente innocentista, ma non perché mi è simpatico il cardinale Becciu, che nemmeno conoscevo: perché leggendo le carte ho visto... qui veramente è uno schifo, veramente è una cosa indicibile. (...) Questo è il caso di una giustizia negata! (...) per colpa di alcuni combinati disposti di spifferi, maldicenze, da parte di personaggi di infimo ordine che ancora frequentano gli ambulacri vaticani e – ahimè – qualcuno ha ancora pure il saluto del Papa, e poi anche per uno scontro di potere al massimo livello, per cui il processo diventa una mascheratura di qualcosa di più profondo e di più grave. (...) Il Papa più di una volta dice ai giornalisti: "Non scherzate con la dignità dell'uomo quando date le notizie, perché una notizia sbagliata può ammazzare un uomo". Quante volte è stato ammazzato il cardinale Becciu? (...) La stampa in questa vicenda ha molti peccati da farsi perdonare!» (Mario Nanni). «Siamo di fronte a un'aberrazione totale, una negazione assoluta dello stato di diritto intesa a qualsiasi livello. Se uno fa un processo e rifiuta totalmente le leggi dello stato di diritto, si racconta una barzelletta da solo. (...) Nell'inquisizione, quando l'imputato era torturato, interrogato, percosso... e veniva portato in processo, doveva ripetere tutto quello che aveva detto sotto tortura. (...) Qui siamo sotto il livello dell'inquisizione in termini di diritti dell'imputato. (...) È talmente pazzesco! (...) Stiamo parlando di una sceneggiata mal scritta (...). Perché Pignatone è diventato il capo della giustizia vaticana? (...) Pignatone è stato il grande rivale di Falcone, come tutti ricordiamo. Sicilia su Sicilia! Tanta Sicilia che si intreccia con nodi sempre più stretti da assomigliare a cappi al collo (...)» (Giovanni Minoli).
-
Fondi 8xmille: la difesa, 'violati Costituzione e Concordato', in «Ansa», 3 febbraio 2025.
-
Antonio di Pietro racconta a Massimo Giletti perché è stato ucciso Paolo Borsellino, in «Lo stato delle cose», 3 febbraio 2025. E intanto il collega di Borsellino, il giudice vaticano Giuseppe Pignatone, è indagato per favoreggiamento alla mafia...!
-
Il vescovo di Ozieri, ingiustamente perseguitato, protesta per il rinvio a giudizio in una lettera che gronda legittima indignazione, in «Faro di Roma», 3 febbraio 2025. "CHI TOCCA I FILI MUORE". CHI DIFENDE BECCIU E LA VERITÀ ENTRA NEL MIRINO DELLA (MALA)GIUSTIZIA. E la persecuzione continua.
-
Luca Fazzo, Mr. Report perde le staffe ma le carte lo inchiodano, e Felice Manti, «Il Fatto» scivola sulla velina e accusa il Ros sbagliato, in «Il Giornale», 5 febbraio 2025. Ma cosa mi dici mai! «... E quali sono i legami con il presunto dossieraggio contro i vertici dello Stato (...) gestito dall'ex sostituto antimafia Antonio Laudati, dal finanziere Pasquale Striano e da alcuni giornalisti del Domani? A quando una bella Norimberga del sedicente giornalismo investigativo?» Qualcuno cerca di nascondere la questione sotto il tappeto, ma noi non dimentichiamo e continuiamo a chiedere: chi sono i mandanti di Striano e co. dentro il Vaticano?
-
Vik van Brantegem, Solidarietà al Vescovo e alla Caritas della Diocesi di Ozieri. L'On. Pietro Pittalis chiede rispetto per l'autonomia della Chiesa, in «Korazym», 5 febbraio 2025. «Rendendo ancora più vergognoso l’infame silenzio dei prelati della Santa Sede e della Conferenza Episcopale Italiana sulla persecuzione giudiziaria in atto nella Diocesi di Ozieri – che sanno la verità e per paura di rappresaglie da quattro anni rimangono in silenzio sull’(in)giustizia vaticana di cui è vittima innocente il loro confratello, il Cardinale Angelo Becciu – è intervenuto il Vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera.»
-
Carlos Castro, Se la Chiesa dimentica il Diritto, in «Aldo Maria Valli», 6 febbraio 2025.
-
Felice Manti, E adesso fare la carità diventerà reato, in «Il Giornale», 6 febbraio 2025. Dopo il «peculato senza pecunia» arriviamo al parossismo antirazionale e anticristiano.
-
Nico Spuntoni, A processo il vescovo di Ozieri, giudici a gamba tesa sull'8 per mille, in «La Nuova Bussola Quotidiana», 7 febbraio 2025. In una relazione del 2015 sull'argomento, la Corte dei Conti ha detto che il «controllo pubblico sulla destinazione dell’8 per mille» deve appurare la «coerenza» fra «l’utilizzo delle risorse stesse e le finalità previste dalla legge», ma ha anche precisato che «non comporta – ovviamente – alcun sindacato di merito sulle scelte discrezionali delle confessioni religiose circa l’impiego delle risorse da esse percepite». Ma quando a non rispettare le regole sono i magistrati, italiani e vaticani (che poi sono italiani)...
-
Papa Francesco, Omelia per il Giubileo delle forze armate, di polizia e di sicurezza, 9 febbraio 2025. Papa Francesco oggi ha sottolineato «quanto sia importante non soltanto vedere il male per denunciarlo, ma anche salire sulla barca in tempesta e impegnarsi perché non faccia naufragio, con una missione al servizio del bene, della libertà, e della giustizia». Ha poi detto che «il bene può vincere nonostante tutto», che «la giustizia, la lealtà e la passione civile sono ancora oggi valori necessari», che «possiamo creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno, nonostante le forze contrarie del male». Oh, questa rassegna stampa lo prende alla lettera!
-
Paolo Maninchedda, La Cgil e il meno peggio. Con due paroline ai vescovi sardi, in «Sardegna e Libertà», 10 febbraio 2025. «Una parola per il comunicato della Conferenza Episcopale Sarda sul processo in corso a Sassari a carico del vescovo di Ozieri mons. Corrado Melis, derivato dal caso Becciu. Io mi sarei vergognato profondamente di tanta pochezza. Una Conferenza episcopale che «apprende in questi giorni» (Ma dove vivete, sulla luna? Ma di cosa parlate tra di voi?) di un processo voluto, organizzato, preteso dal Vaticano, commissionato alla Repubblica italiana dal Vaticano, a carico di un vescovo sardo che ha l’unica colpa di aver difeso la verità? Vergognatevi, vescovi, della paura tremebonda che avete del Papa e delle sue ire, vergognatevi. Nei prossimi giorni vi racconterò io il processo-farsa in corso a Sassari, quello che è stato teatro di un durissimo scontro, dinanzi al Gup, tra difesa e accusa, e di cui la stampa sarda non ha detto una parola. Vergognatevi. Voi non potrete mai suscitare coraggio, solo applausi e acquiescenza. Siete comode e prevedibili camomille sociali con la tiara.» DI DON ABBONDIO È PIENA LA CHIESA, PURTROPPO! COMPLIMENTI A PAOLO MANINCHEDDA, CHE HA DETTO CIÒ CHE TANTI PENSANO E NON DICONO E CHE HA DIFESO LA VERITÀ E LA GIUSTIZIA COME UN ODIERNO PADRE CRISTOFORO!
-
Santa Sede e processo Becciu. Colpo al diritto e alla credibilità mondiale? Conversazione Sisci/Rippa, in «Agenzia Radicale», 11 febbraio 2025. CON LA MALAGESTIONE DEL "CASO BECCIU" LA SANTA SEDE SI STA GIOCANDO LA PROPRIA CREDIBILITÀ SUL PIANO INTERNAZIONALE? Interessante conversazione tra Giuseppe Rippa, direttore della rivista «Quaderni Radicali», e Francesco Sisci, giornalista e intellettuale cattolico. Il fatto che la Chiesa – il Papa (ingannato?) – abbia condannato senza un briciolo di prova il proprio collaboratore più fedele, il cardinale Becciu, ha causato un corto circuito dalle conseguenze imprevedibili: 1) i cattolici – giornalisti e intellettuali – hanno paura a dire la verità (salvo rarissime eccezioni), favorendo così con una congiura del silenzio la congiura dei calunniatori, e 2) ora sono i radicali, da sempre impegnati sul piano della lotta alla malagiustizia, a difendere un cardinale innocente, così controcorrente come in passato avevano difeso l'innocente Enzo Tortora.
-
Francesco Mariani, Le norme della Pubblica amministrazione non sono quelle di una Diocesi, in «L'Ortobene», 14 febbraio 2025. Che sia il rancore, la vendetta, l'orgoglio, il servilismo, il clericalismo, la viltà, la ragion di stato... Qualunque sia la motivazione per cui il Vaticano vuole intervenire contro la Diocesi di Ozieri e per cui la giustizia di Sassari s'è asservita alla volontà del pdg Alessandro Diddi, una cosa è certa: chi difende la verità e il card. Becciu entra nel mirino della (mala)giustizia. È una storia scandalosa, per lo Stato come per la Chiesa! Chi aiuta il Papa a uscire dalla trappola in cui è stato fatto cadere?
-
Ivo Pincara, L'aberrazione giuridica vaticana del caso Becciu e l'enormità giuridica sassarese del caso Ozieri, in «Korazym», 17 febbraio 2025. CHI INTERROMPERÀ IL CIRCOLO VIZIOSO DELLA MALAGIUSTIZIA? «Il Papa sa che è stato malinformato e che ha sbagliato. Chi lo aiuterà ad ammettere il suo errore, di cui sono vittime innocenti due suoi confratelli nell’episcopato: il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, originario della Diocesi di Ozieri, e il Mons. Corrado Melis, Vescovo di Ozieri. E non è una coincidenza.»
-
Presentazione del libro "Il caso Becciu" di Mario Nanni, Mediabooks editore, in «Radio Radicale», 20 febbraio 2025. UN VATICANO SENZA PIETÀ! OLTRE CHE SENZA GIUSTIZIA. «Questo è un libro che racconta forse il processo più delicato, più controverso, più anomalo della storia della Chiesa contemporanea. (...) Se è vero che il sistema giudiziario italiano fa acqua e ha mille pecche da risanare, da risolvere e da affrontare con grande severità e decisionismo, il sistema giudiziario vaticano – per come Mario Nanni ce lo racconta in questo libro – fa addirittura acqua da tutte le parti! Perché è un sistema che non tiene mai conto della presunzione d'innocenza; anzi se sei indagato o imputato per conto della Corte vaticana sei destinato a essere comunque condannato senza pietà!» (Pino Nano) ... il promotore di (in)giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi, viene descritto come «uno che non distingue un'ostia consacrata da un uovo al tegamino» (Mario Nanni cita don Filippo Di Giacomo). «Gli "omissis" sono 126 messaggi, poi diventati 100, (...) intercorsi tra il famoso promotore di giustizia, un agente segreto, Ciferri, alias Putignani, e un personaggio che avete sentito qualche volte sui giornali, Francesca Immacolata (solo di nome) Chaouqui, personaggio misto, mezza calabrese mezza marocchina, che è stata una delle cause del disastro contro Becciu (...). Arrestata per il caso Vatileaks, condannata, poi ha chiesto a Becciu "Fammi avere la grazia dal Papa", Becciu ha mandato la domanda al Papa, il Papa dice «Non la voglio più sentire nominare, questa donna!»... Dopo un po' di tempo Becciu alla televisione vede un'udienza e tra le persone ammesse al baciamano vede la Chaouqui! (...) Questi "omissis" sono dei messaggi tra Ciferri e il promotore di giustizia (Alessandro Diddi), tra Ciferri e la Chaouqui. Allora io mi domando: come mai il promotore di giustizia decide che di questi 126 messaggi 26 – bontà sua – li fa conoscere e questi 100... "omissis"! Non si possono conoscere, creando un'asimmetria tra la difesa, che non sa nulla, e lui che sapeva tutto! (...) Questa è una cosa che suscita molti interrogativi. Cosa c'è in questi messaggi omissati? Io deduco che non li fanno conoscere, perché altrimenti si squadernerebbe tutta la storia! (...) Se conoscessimo questi messaggi "omissis" forse il processo finirebbe già: "Basta, abbiamo scherzato"» (Mario Nanni).
-
Pino Nano, Il Caso Becciu, tutto esaurito alla Mondadori di Roma per il lancio del nuovo libro di Mario Nanni, in «Prima Pagina News», 20 febbraio 2025. «Le accuse a Becciu – peculato, distrazione di fondi – risponde Nanni-sono cadute a una a una durante il dibattimento e tuttavia l’accusa non le ha tenute in considerazione, perché non collimavano con il suo impianto accusatorio costruito su teoremi e petizioni di principio. E tutti sappiamo dai nostri studi scolastici di logica che le petizioni di principio partono da un assunto: affermano per vere cose che invece debbono essere dimostrate. Se Fogazzaro avesse potuto, grazie alla macchina del tempo, assistere a questo processo avrebbe parlato di “arte insolente della sordità”. Della sordità, si capisce, rispetto alle lampanti dimostrazioni che Becciu non è il personaggio che si è tentato di dipingere, con accenti e lessico, spesso oltre i limiti posti dalla civiltà giuridica e dal rispetto dall’imputato.» (Mario Nanni).
-
Palazzo di Londra, c'è la sentenza su Mincione: respinte tutte le accuse del Vaticano, in «Il Tempo», 21 febbraio 2025. C'È UN GIUDICE A LONDRA!
-
Sloane Avenue, il giudice britannico: Mincione non ha agito in buona fede, in «Vatican News», 21 febbraio 2025. OGGI LA STAMPA DEL VATICANO E LA SOLITA PORTAVOCE DI ALESSANDRO DIDDI (M.A.C.) DIMOSTRANO SPUDORATAMENTE LA PROPRIA DISONESTÀ. TACENDO LA VERITÀ RENDONO UN PESSIMO SERVIZIO AL PAPA E ALLA CHIESA TUTTA.
-
Sloane Avenue. Mincione sbatte i denti anche a Londra. La reputazione della Santa Sede ormai è distrutta, in «Silere non possum», 21 febbraio 2025. «Il giudice ha stabilito che i ricorrenti non hanno responsabilità civile verso la Santa Sede relativamente alla transazione, tranne nei casi di frode. Sebbene la condotta dei ricorrenti non sia stata considerata in buona fede, non sono stati riconosciuti elementi sufficienti per imputare loro una frode diretta in questa causa. (...) Sebbene il giudice non abbia accolto la richiesta di dichiarare la buona fede dei ricorrenti, ha anche rigettato le accuse più gravi di cospirazione e disonestà generale, fornendo alle società di Mincione alcune dichiarazioni favorevoli su questi aspetti. (...) La Santa Sede non ha ancora dato risposte su chi ha fornito i documenti del processo alla stampa quando iniziò il processo dove Alessandro Diddi si è scagliato contro chierici e cardinali. Proprio come nessuno ha ancora chiarito come mai Diddi partecipa alle presentazioni dei libri di giornalaie che scrivono contro la Chiesa. Che questa gente sia qui a prendere soldi con stipendi voluminosi è chiaro, sul resto non è ancora stata fatta luce.»
-
Court rejects Holy See's allegations of dishonesty, fraud and conspiracy in Vatican "trial of the century" and grants Claimants declaratory relief, in «Littleton Chambers», 21 febbraio 2025. Anche in italiano. «La Corte respinge le accuse della Santa Sede di disonestà, frode e cospirazione nel "processo del secolo" del Vaticano e concede ai ricorrenti un sollievo dichiarativo (...) La Corte Commerciale (l'On. Il giudice Robin Knowles CBE) ha emesso una sentenza definitiva (...) concedendo ai ricorrenti la stragrande maggioranza del sollievo dichiarativo richiesto e respingendo le accuse di disonestà, frode e cospirazione dell'imputato (il Segretariato di Stato del Vaticano). L'effetto della sentenza della Corte Commerciale è quello di confermare la validità e la legalità di una transazione nel 2018 in base alla quale la Segreteria di Stato ha acquisito la totalità degli interessi commerciali nella proprietà storica al 60 di Sloane Avenue a Chelsea, Londra, un ex edificio di deposito Harrods. La decisione, a seguito di un processo di 17 giorni descritto dalla stampa come "il processo del secolo", rappresenta una vittoria sostanziale per i richiedenti, Athena Capital Fund, WRM Capital Management e Raffaele Mincione (...). La Corte ha sostanzialmente concesso 29 delle 31 dichiarazioni richieste dai richiedenti WRM/Athena e da Raffaele Mincione e anche giudicate al paragrafo 242: “I ricorrenti... hanno il beneficio di una serie di conclusioni in questa sentenza, non l'oggetto delle dichiarazioni richieste, che respingono le accuse molto gravi mosse contro di loro. Qui sono stato in grado, e ho colto l'occasione per, affrontare particolari accuse, tra cui particolari accuse di disonestà e particolari accuse di cospirazione. I ricorrenti hanno diritto a tali risultati in relazione a tali accuse.” Sebbene la Corte non fosse disposta ad andare al punto di ritenere che i ricorrenti abbiano agito in "buona fede" (para. 239), ciò era sulla base del fatto che in una riunione del 20 novembre 2018, il riferimento a 275 milioni di sterline come valore non era franco ed era, almeno senza elaborazione, fuorviante con riferimento alle fonti allora a sua disposizione, tuttavia la Corte ha trovato che 275 milioni di sterline erano di fatto sostenibili come valore di mercato della proprietà (para 223). Ne consegue che non c'è stata alcuna falsa dichiarazione, per non parlare di falsa dichiarazione fraudolenta, da parte di Raffaele Mincione del valore della Proprietà, un'accusa che era al centro del caso del Segretariato. (...)» (Trad. automatica).
-
Tetyana Nesterchuk, Commercial Court grants 29 declarations and rejects Vatican's claims of fraud, dishonesty and conspiracy arising out of the sale of a landmark Sloane Avenue property, in «Fountain Court», 21 febbraio 2025. Anche in italiano.
-
Enrica Riera, Londra, i giudici sconfessano il Vaticano: «Mincione non frodò», in «Domani», 21 febbraio 2025. «In particolare sono state respinte le accuse di disonestà, frode e cospirazione che la stessa Segreteria aveva avanzato nei confronti di Mincione, nonché della WRM Capital Asset Management Sarl e del fondo lussemburghese Athena Capital. (...) la Commercial Court ha dato ragione allo stesso Mincione. E ha concesso quasi tutte le dichiarazioni richieste, respingendo come detto le gravi accuse di disonestà, frode, rappresentazione fraudolenta e cospirazione mosse dal Vaticano. (...) Poi ecco il punto 28 della sentenza. Riguarda l’arcivescovo Edgar Peña Parra che, al tempo, prese parte alle trattative riguardanti l’immobile. Al religioso viene chiesto dai procuratori se fosse «stato onesto con il Credit Suisse» e se gli avesse «inviato una fattura falsa come se fosse vera». Così Peña Parra risponde: «Lei ha detto che non sono stato onesto. Lo accetto. Vorrei, Signor Giudice, ricordare, in modo molto umile, che io, sicuramente, sono responsabile di quello che ho fatto». Mincione, a seguito di questo interrogatorio, ha denunciato Peña Parra in Svizzera per falsa fatturazione. (...) Nella sentenza tra le altre cose si legge che la Corte «ha respinto l’affermazione del Vaticano secondo cui non c’è stata una vera e propria trattativa che ha portato all’operazione del 2018 o che particolari caratteristiche dell’operazione del 2018 dimostrano che non si tratta di un’operazione genuinamente negoziata; ha riconosciuto l’opinione del sig. Mincione secondo cui gli Attori, attraverso l’operazione del 2018, non stavano vendendo al Vaticano un edificio ma un progetto di riqualificazione».
-
UK court rules on Vatican's London building lawsuit, in «The Pillar», 21 febbraio 2025.
-
Sean O'Neill, High Court ruling raises questions about Vatican's 'trial of the century', in « The Times», 21 febbraio 2025. «La sentenza solleva interrogativi sui verdetti del "processo del secolo" in Vaticano in cui dieci imputati – tra cui Mincione e un cardinale anziano, Angelo Becciu – sono stati condannati per reati tra cui frode e appropriazione indebita» (trad. automatica).
-
Vik van Brantegem, Caso 60 SA. La Corte di Londra ha respinto le accuse mosse dal Vaticano contro Mincione. E Vatican News diffonde fake news sul caso, in «Korazym», 21 febbraio 2025. «Nella sostanza, dopo il clamoroso colpo assestato dal giudice londinese Tony Baumgartner alla reputazione della Santa Sede, parte un nuovo macigno dalla magistratura del Regno Unito. In attesa che Papa Francesco ristabilisca Verità e Giustizia in Vaticano, perché lui avrà capito che è stato ingannato.»
-
S.C., L'High Court of Justice di Londra dà torto all'Ufficio del Promotore di Giustizia del Vaticano. Ma Diddi invece di ammettere i suoi torti esprime soddisfazione, in «Faro di Roma», 22 febbraio 2025. FORSE IN VATICANO NON CAPISCONO L'INGLESE... O FORSE LA SPIEGAZIONE È ASSAI PEGGIORE. I teoremi del Tribunale vaticano e del pdg Alessandro Diddi – nonché le condanne emesse senza un briciolo di prova – sono stati sconfessati radicalmente dalla Giustizia inglese. Ma la propaganda ideologica, riportata acriticamente dalla stampa cattolica di tutto il mondo, scrive che la giustizia inglese «dà ragione al Vaticano». Analfabeti o disonesti?
-
Felice Manti, La sentenza sul palazzo di Londra, in «Il Giornale», 22 febbraio 2025. «Il Vaticano perde la faccia davanti al finanziere italo-britannico Raffaele Mincione nella compravendita del palazzo londinese di Sloane Square ma la notizia viene «manipolata» per dare ragione alla Santa Sede, tanto che i legali del manager annunciano «iniziative giudiziarie per ristabilire la verità». La sentenza della Commercial Court inglese dà ragione (in 29 punti su 31) alle doglianze del finanziere (...). Piccola curiosità: in tutta la sentenza inglese il nome Becciu non compare mai. Ma non era lui il dominus della vicenda?»
-
Roberto Righetto, La conversione di Paul Claudel: Dio in un istante, in «Avvenire», 23 febbraio 2025. PAUL CLAUDEL, ALFRED DREYFUS E ANGELO BECCIU. «Avvenire» pubblica questo articolo su Claudel, il quale a suo tempo, per cieca ideologia, si scagliò contro l'innocente Dreyfus. Scriverà poi ammettendo il proprio errore: «Non ero dalla parte giusta. La Provvidenza ha voluto dare ai farisei cattolici una severa lezione». LA STORIA CI DIRÀ QUANDO I FARISEI IPOCRITI E CLERICALI ODIERNI – DENTRO E FUORI IL VATICANO – AMMETTERANNO A PROPOSITO DEL CASO BECCIU: «NON ERO DALLA PARTE GIUSTA. LA PROVVIDENZA HA VOLUTO DARE AI FARISEI CATTOLICI (E NON) UNA SEVERA LEZIONE».
-
d.E.C., Le condizioni del Papa «restano critiche». Un cardinale parla del futuro della Chiesa, in «Silere non possum», 24 febbraio 2025. «La prima necessità è quella di rimettere al centro la giustizia. Abbiamo apprezzato molto quanto Papa Francesco ha detto in merito alla misericordia. Tuttavia, in tempi di crescente complessità sociale e giuridica, emerge con forza l'esigenza di un uomo che possa guidare la Chiesa mettendo al centro della sua missione anche il diritto canonico. Non si tratta di ridurre la fede a una mera questione normativa, ma di riconoscere come il diritto canonico sia uno strumento essenziale per garantire giustizia, trasparenza e anche ordine all'interno della Chiesa. Per dirla come direbbe lui non abbiamo bisogno di un Papa burocrate, ma un pastore capace di vedere nelle norme canoniche non un limite, ma un sostegno alla crescita spirituale e comunitaria. Giovanni Paolo II lo fece ed ebbe una enorme difficoltà. Un Papa che abbia consapevolezza che la giustizia è parte integrante del messaggio evangelico. Inoltre, credo che sia necessario tornare davvero a mettere al primo posto Gesù Cristo. Non parliamo a sufficienza di Gesù Cristo oggi. (...) ieri sera alla recita del Rosario c'erano diversi cardinali e vescovi che hanno subito gravi vessazioni da parte di Francesco. Erano lì a pregare per lui. A volte incontro qualcuno quando scendo dal mio appartamento e scambiamo qualche battuta. Non ho mai sentito parlare male del Papa. A volte qualcuno di questi mi ha detto: "Eminenza, non capisco perchè il Papa non ha più fiducia in me. Non capisco cosa sia successo" ma mai una parola cattiva. A volte i giornali creano dei mostri per poter raccontare la Chiesa per qualcosa che non è. In questi anni molti sacerdoti hanno sofferto per scelte sbagliate del Papa. È quello che scrivete voi eh, siete gli unici a dirlo. Si tratta proprio di quella incertezza, a volte una sola parola. C'era un bravo prete che era nella sua segreteria e fu cacciato via solo perchè gli rimproverò di aver parlato di lui a una televisione del suo paese. Lo ha rispedito in Segreteria di Stato nell'oblio. Vite rovinate perchè poi le persone parlano, chiacchierano e inventano tante dietrologie ma ciò che più angoscia è il fatto che tu vivi pensando costantemente a cosa può essere successo perchè il giorno prima lui ti abbracciava e ti elogiava e il giorno dopo non vuole neppure vederti. Poi vieni a scoprire, da altre persone, che gli è stata detta una cosa da una persona che neanche ti conosce e che non è neanche vera. Però, intanto, lui ha deciso così e non ci sono santi in paradiso...» Il Conclave rischia di essere lungo. Non solo i cardinali saranno di più ma bisognerà mettere d'accordo più persone che in realtà non si conoscono affatto. Il sentore comune, però, è proprio quello di ritornare un po' alla giustizia. Sembra essere un collante. Benedetto XVI scriveva in Caritas in Veritate: «Da una parte, la carità esige la giustizia: il riconoscimento e il rispetto dei legittimi diritti degli individui e dei popoli. Essa s'adopera per la costruzione della “città dell'uomo” secondo diritto e giustizia. Dall'altra, la carità supera la giustizia e la completa nella logica del dono e del perdono. La “città dell'uomo” non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione. La carità manifesta sempre anche nelle relazioni umane l'amore di Dio, essa dà valore teologale e salvifico a ogni impegno di giustizia nel mondo».
-
Preghiere a San Pietro, anche i cardinali anti Bergoglio, in «Ansa», 25 febbraio 2025. Nonostante il titolo fuorviante...
-
Domenico Agasso, Paragon, don Mattia Ferrari spiato: la Cei contro il governo. Il caso del prete di Mediterranea intercettato: «Inaccettabile che venga sorvegliato solo perché compie il proprio dovere evangelico», in «La Stampa», 26 febbraio 2025. Sono completamente d'accordo, è inaccettabile. Ma quando viene spiato illegalmente il card. Becciu nessuno si indigna? Due pesi e due misure?