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Sul sistema giudiziario vaticano (ventunesima parte) >>> per la parte precedente clicca qui
«Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati?» (Agostino, De Civitate Dei, cap. IV, 4).
Partendo da due casi narrati nel libro di Daniele e nel vangelo di Giovanni, papa Francesco spiega cos’è la corruzione della giustizia: quella «che era nei giudici di ambedue i casi», sia con l'innocente Susanna sia con la donna adultera, perché «in ambedue i casi i giudici erano corrotti», tanto contro un'innocente quanto contro una peccatrice. Del resto «sempre ci sono stati nel mondo giudici corrotti» e «anche oggi in tutte le parti del mondo ce ne sono». Da parte loro, i corrotti «credono che fanno bene le cose così, si credono con impunità», ha rimarcato Francesco. A Susanna, i giudici dicono: «o fai questo o faremo una falsa testimonianza» contro di te. «Non è il primo caso che nella Bibbia appaiono le false testimonianze», ha affermato il Papa. «Pensiamo a Nabot, quando la regina Gezabele combina tutta quella falsa testimonianza; pensiamo a Gesù, che è condannato a morte con falsa testimonianza; pensiamo a santo Stefano». Ma, ha avvertito il Pontefice facendo riferimento al passo evangelico di Giovanni, «sono corrotti anche i dottori della legge che portano questa donna — scribi, alcuni farisei — e dicono a Gesù: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”». E «anche questi sono giudici». Gli anziani, con Susanna, «avevano perso la testa lasciando che la lussuria si impadronisse di loro». Costoro, invece, «avevano perso la testa facendo crescere in loro un’interpretazione della legge tanto rigida che non lasciava spazio allo Spirito Santo: corruzione di legalità, di legalismo, contro la grazia». «E poi c’è la quarta persona, Gesù: la pienezza della legge», ha spiegato Francesco. E «lui si incontra come maestro della legge davanti a questi che sono maestri della legge: “Tu che ne dici?” gli domandano loro». Ai «falsi giudici che accusavano Susanna» Gesù risponde così «per bocca di Daniele: “Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi”». E «all’altro gli dice: “O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi”». «Questa è la corruzione di questi giudici» ha proseguito il Pontefice in riferimento al passo dell’Antico testamento. Invece «agli altri giudici Gesù dice poche cose: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”». In conclusione il Papa ha invitato a pensare a «questa strada, alla malvagità con la quale i nostri vizi giudicano la gente», perché «anche noi giudichiamo nel cuore gli altri» (sintesi della meditazione mattutina di papa Francesco, 3 aprile 2017).
L'operato del Promotore di (In)Giustizia Alessandro Diddi nel "processo del secolo" è connotato da una serie impressionante di abbagli, granchi, errori, omissioni e gravi pecche, nel migliore dei casi. Ma nel sistema giudiziario del Vaticano – dove non vige una conquista della civiltà moderna come la separazione dei poteri – si sono visti anche imbeccamenti calunniosi a certa stampa, «macroscopiche e sconcertanti trasgressioni dei capisaldi elementari del giusto processo» (Geraldina Boni), leggi modificate a procedimento in corso (sempre in sfavore degli imputati: rescripta che «si sono rivelati ingiusti e irrazionali», sempre Boni), magistrati dell'accusa che non obbediscono al giudice, video di testimonianze censurati, verbali pieni di omissis, testimoni che ammettono d'essere stati manipolati (senza che si approfondisca per capire da chi e perché), interrogatori calendarizzati e poi cancellati, messaggi chat tenuti nascosti, una pregiudicata che muove le pedine a proprio piacimento, promotori di giustizia indegni che non ne azzeccano una, giudici che approvano senza battere ciglio... E intollerabili interventi censori sul materiale probatorio. PERCHÉ? Cosa nasconde il Tribunale vaticano? La cosa più grave – a mio parere – è accaduta nel gennaio del 2023: i Giudici, dopo averlo calendarizzato, hanno inspiegabilmente cancellato l'interrogatorio della Chaouqui previsto per il 16 febbraio 2023 (già spostato una volta), nonché il confronto Chaouqui-Ciferri, richiesto dalle difese. In un articolo del 14 gennaio 2023 si legge un'affermazione di Chaouqui, mossa evidentemente da odio: «Io e il papa abbiamo un nostro modo di comunicare informazioni, e non lo spiegherò nei dettagli certo a voi» (QUI). Parlava ai giornalisti che aveva convocato per il suo show, ma… in tribunale non si potrebbe pretendere che spieghi questo “modo di comunicare”? Chi faceva – o fa – da tramite tra Chaouqui e il Papa? Forse la stessa persona che gli portò l'«Espresso» prima ancora che arrivasse nelle edicole? COME MAI il Promotore di (In)Giustizia Diddi ha nascosto 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri? E COME MAI i documenti pontifici e il materiale riservato della Santa Sede detenuti abusivamente dalla Chaouqui, trovati durante una perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza di Roma nel dicembre del 2020, non hanno ancora avuto conseguenze sul piano giuridico? Le contraddizioni emerse sono davvero troppe ed è necessario che tutte le parti dispongano integralmente dei verbali di Perlasca e di tutti i messaggi inoltrati dalla Ciferri, com'era necessario che potessero interrogare approfonditamente la Chaouqui, onde far emergere i retroscena e le motivazioni rancorose delle sue montature. Se non adempie le condizioni minime per il giusto processo, la Giustizia vaticana dimostra di non amare la verità e perde la propria credibilità. E quanto sia importante essere credibili l'ha testimoniato con la vita un magistrato serio e beato: Rosario Livatino. Nel febbraio 2023 il Papa ha detto ai magistrati che bisogna «evitare il rischio di "confondere il dito con la luna": il problema non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano». In questo modo si presume però che quei comportamenti e quei fatti siano veri, contraddicendo ciò che più volte il Papa stesso ha sostenuto in altri contesti, vale a dire che la presunzione di innocenza fino a prova contraria è un diritto umano fondamentale e fa parte delle «armi legali di garanzia. [...] Perché se iniziamo a uscire da quelle garanzie, la giustizia diventa molto manipolabile». Ma se la luna non c'è? Non è forse il senso stesso dei processi quello di verificare se le accuse ipotizzate nel rinvio a giudizio sono vere o false, se sono fondate sulla realtà o su una messinscena? Se bastasse l'esistenza di un processo per dedurre che fatti e comportamenti sono reali, allora non sarebbe nemmeno necessario aspettarne l'esito, sarebbe una perdita di tempo, visto che tutto è già "chiaro" prima; allora Gesù era colpevole a prescindere, e non c'è nulla da discutere, tanto più che era accusato dalla più alta autorità religiosa dell'epoca. Ma CHI ha scritto quel discorso al Papa?, il quale solo poche settimane prima aveva chiarito lucidamente: «... guardatevi da coloro che creano l’atmosfera per un processo, qualunque esso sia. Lo fanno attraverso i media in modo tale da influenzare coloro che devono giudicare e decidere. Un processo deve essere il più pulito possibile, con tribunali di prima classe che non hanno altro interesse che salvare la pulizia della giustizia». E allora, COM'È POSSIBILE ciò che è accaduto nell'Ufficio del Promotore di (In)Giustizia negli ultimi anni? E negli stessi giorni in cui è stata pronunciata la sentenza sul "caso Becciu" sono stati rimpolpati gli stipendi dei magistrati vaticani.
Un magistrato dev’essere come la moglie di Cesare: non solo deve essere onesto, ma anche sembrare onesto. Di più, non solo deve essere corretto, ma non deve lasciare dubbi sulla sua correttezza: non è possibile che un magistrato, disobbedendo al Giudice, tenga nascosto materiale probatorio in un processo; non è possibile che ritagli i video degli interrogatori e oscuri le testimonianze con “omissis” distribuiti a proprio piacimento; non è possibile che protegga testimoni che hanno manipolato o che sono stati manipolati per incastrare altre persone; non è possibile che nasconda 120 su 126 messaggi che gli sono stati inoltrati perché venissero resi noti alla Giustizia; non è possibile che usi strumentalmente la stampa amica o cooptata per mettere alla gogna persone che avrebbero diritto a un giudizio equo ed equilibrato; non è possibile che tratti gli inquisiti in modo differente, portandone alcuni a giudizio e ignorando i reati degli altri, a seconda delle convenienze o dei suoi teoremi precostituiti. Non è possibile, insomma, che sussista neanche il dubbio o l’impressione che abbia nascosto o manipolato la verità, anziché portarla alla luce. E che per cotanta prestazione gli sia stato alzato lo stipendio! E invece, mentre Perlasca – definito da Diddi «incapace e inetto» (il capo dell'Ufficio amministrativo del Vaticano!) – (ri)diventa promotore di giustizia, nella primavera 2024 viene introdotta una sorta di impunità per i magistrati! Chi ha orecchi per intendere tragga le conseguenze. Ne va della credibilità della Chiesa Cattolica, non solo del Vaticano. E intanto:
1) Il Papa legifera anche in Italia (contra legem)? Nel marzo del 2024 scoppia lo "scandalo dossieraggio": emerge che nel luglio del 2019 – nello stesso mese in cui il Papa con il secondo dei quattro "rescripta" (modifiche alla legislazione, ovviamente vaticana, adottate unicamente per questo procedimento contro Becciu, in deroga alle comuni regole del processo stabilite per legge!) autorizzò lo IOR e l’ufficio del promotore di giustizia ad adottare strumenti tecnologici di intercettazione contro i «soggetti le cui attività di comunicazione siano ritenuti utili per lo svolgimento delle indagini» (e ciò «con il più assoluto riserbo» e con «le modalità più adeguate per l’acquisizione, utilizzazione e conservazione delle prove raccolte») – Pasquale Striano, luogotenente della Guardia di Finanza italiana in servizio alla Procura nazionale antimafia italiana, effettuò accertamenti non autorizzati (quindi illegittimi) contro varie persone coinvolte nel cosiddetto "processo del secolo" in Vaticano; all'operazione avrebbero partecipato anche un magistrato, Antonio Laudati, e membri dei Servizi segreti (deviati?). Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone l'ha definito «un verminaio» e pare che dati segreti siano stati forniti – sempre illegalmente – a Servizi stranieri. Anche a quelli del Vaticano, dove – contrariamente alle indicazioni di Moneyval – agiscono magistrati che lavorano/hanno lavorato pure nella giustizia italiana? La domanda diventa fondamentale: CHI SONO I MANDANTI? Chi era a conoscenza di quel "rescriptum" tenuto segreto? Chi in quel momento sapeva che i promotori di giustizia stavano indagando su Becciu? Erano davvero pochissime persone...! E chi di loro poteva intrattenere un contatto (diretto o indiretto) con Striano? Suvvia, non dovrebbe essere difficile trovare la verità. A meno che chi dovrebbe cercare la verità... la voglia in realtà nascondere. Diddi ora dovrebbe indagare sui mandanti in Vaticano... con UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE COME UNA MONTAGNA!
2) Come se non bastasse, nell'estate del 2024, quando il Tribunale sta ancora scrivendo le motivazioni della sentenza contro Becciu, emergono intrecci sconcertanti; mentre il promotore di (in)giustiza Diddi difende presunti mafiosi e criminali assortiti, il Presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone – anche lui pagato con l'Obolo di San Pietro – risulta indagato dalla Procura di Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia. Prima di morire, il giudice Paolo Borsellino definì la Procura di Palermo «un nido di vipere»; e profetizzò: «Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia. La mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno i miei colleghi e altri». A chi si riferiva? Chi erano le vipere tra i colleghi di Borsellino? Nessuno sia considerato intoccabile! «La giustizia è una cosa divina, peccato che sia affidata agli uomini», ha detto Pignatone; e come dargli torto? Con quale credibilità ora il giudice Pignatone può argomentare la condanna contro un imputato distrutto da una campagna stampa di diffamazione senza precedenti e che presenta tutte le caratteristiche del mascariamento? Un indagato per favoreggiamento alla mafia non può essere il Presidente del Tribunale vaticano e pronunciare sentenze in nome del S. Padre.
Del resto il cardinale Julián Herranz, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e Presidente emerito della Commissione Disciplinare della Curia Romana, aveva già rilevato il rischio legato a questa magistratura: «Un fatto che per esempio danneggia o può danneggiare l’indipendenza della funzione del Papa, e causa pregiudizio all’immagine della Chiesa e del Pontificato, è la fuga di notizie relative a comportamenti delittuosi ancora nella fase istruttoria o sotto processo. Queste fughe, in se stesse illecite, possono risultare ingiustamente ingiuriose per alcune persone, e mettere in pericolo – creando pressioni e divisioni nell’opinione pubblica – l’indipendenza del processo giudiziario. In questo modo si cade nel vizio della corruzione che in alcuni Paesi oggigiorno coinvolge la funzione giudiziaria (paesi anche di famosa tradizione giuridica) e porta alla dipendenza dai poteri mediatici, politici e finanziari della società civile. Il fatto, inoltre, che i tribunali dello Stato Vaticano siano costituiti nella loro maggioranza da giudici e promotori di giustizia procedenti dalla Magistratura di una determinata nazione, fanno dubitare che questo foro sia il più logico e competente per giudicare delitti che per la loro natura afferiscono al bene comune della Chiesa universale e si riferiscono a membri della gerarchia ecclesiastica e organi di governo della Santa Sede».
La domanda è ormai imbarazzante, in Italia come in Vaticano: chi deve indagare e cercare la verità, se le persone sospette, coloro che si comportano in modo equivoco o losco, sono i magistrati e i membri delle forze dell'ordine (Diddi, Pignatone, Striano, Laudati, Cafiero De Raho, Natoli, Scarpinato...)?
Paolo Maninchedda, Vescovi tra James Bond e Torquemada, in «Sardegna e Libertà», 27 febbraio 2025. Certamente l'intercettazione di don Mattia Ferrari era illegale. Ma la prima vittima di spionaggio illegale è il card. Becciu. Come mai nessuno si è indignato per questi abusi? Due pesi e due misure? Il mio commento si trova in calce all'articolo.
Nadine Wiesenthal, Vatikan und Finanzmakler: Ein Sieg ohne Sieger bei Immobilien-Invest, in «Procontra», 27 febbraio 2025. «Comunicazione ingannevole senza intento fraudolento (...). Il tribunale di Londra ha chiarito che le accuse del Vaticano secondo cui Mincione aveva perseguito intenzioni fraudolente nella vendita della proprietà non erano corrette.»
D.L.V., Il Vaticano è ancora uno Stato di diritto? Violazioni normative e crisi della legalità`sotto il pontificato di Francesco, in «Silere non possum», 27 febbraio 2025. «Lo Stato della Città del Vaticano, cuore pulsante della Chiesa Cattolica, è stata per anni baluardo del diritto. Negli ultimi anni, però, sono emersi preoccupanti criticità riguardo alla tutela dei diritti fondamentali all'interno della Città-Stato. (...) Un caso emblematico è rappresentato dal processo penale relativo all'affare Sloane Avenue, descritto da numerosi osservatori come un esempio significativo di violazioni dei diritti umani fondamentali. In particolare, è emerso che le disposizioni normative sarebbero state disattese sia dagli organi deputati alla tutela della giustizia sia dal Pontefice regnante, il quale è intervenuto in più occasioni modificando la legislazione nel corso del procedimento, con conseguenze pregiudizievoli per coloro che erano indagati e successivamente imputati.»
L.M., Conclave. Becciu, dentro o fuori? L'ennesimo pasticcio di Francesco, in «Silere non possum», 28 febbraio 2025. ... «il Papa era stato persuaso da Alessandro Diddi, avvocato italiano e Promotore di Giustizia in Vaticano, sebbene non abbia mai ottenuto alcun titolo in diritto canonico e vaticano, a firmare quattro rescripta che modificavano la normativa procedural penale dello Stato della Città del Vaticano mentre le indagini erano già in corso. Le accuse mosse contro Becciu e altri indagati sono comparse, per caso, sulle pagine del settimanale italiano L’Espresso. Considerando che i documenti erano esclusivamente nelle mani dell’Ufficio del Promotore, non è difficile intuire chi possa averli trasmessi ai giornalisti. Nel 2024, ulteriori sviluppi hanno rivelato che sulla posizione di Becciu e di altri indagati nel procedimento vaticano erano stati effettuati da Pasquale Striano accessi non autorizzati nella banca dati delle Segnalazioni di Operazioni Sospette (SOS), senza l’approvazione della magistratura italiana. Anche in questo caso, il responsabile di tali richieste d’accesso risulta facilmente individuabile. (...) il Pontefice ha preso una decisione contro un suo cardinale senza permettergli nemmeno di difendersi e dimostrare la propria innocenza. Il processo non era ancora iniziato, e le indagini non erano nemmeno concluse, eppure il Papa ha imposto a Becciu di rinunciare ai diritti legati al cardinalato. Non gli è stato chiesto di rinunciare ai doveri, ma solo ai suoi diritti»...
CHI CONSIGLIA – BENE O MALE – IL PAPA? CHI LO AIUTA A RIMEDIARE A UNO SBAGLIO MADORNALE CHE MACCHIA TERRIBILMENTE IL SUO PONTIFICATO? TANTO SE BECCIU PARTECIPERÀ AL CONCLAVE QUANTO SE NON PARTECIPERÀ, LA CONSEGUENZA SARÀ UNA FERITA IMMENSA PER L'INTERA CHIESA. A MENO CHE SIA IL PAPA STESSO A RIMEDIARE AL SUO SBAGLIO DEL 24 SETTEMBRE 2020. IL TEMPO PER AGIRE È LIMITATO, MA C'È.
Andrea Gagliarducci, Pope Francis: Financial woes part of legacy, in «MondayVatican», 3 marzo 2025. Anche in italiano. «Ma tutto questo è successo perché il Papa ha lasciato che due mondi si scontrassero, non ha dato un indirizzo preciso al governo, e poi ha scelto la strategia più dettata dall’opinione pubblica. Cioè, quella della speculazione finanziaria, dei professionisti esterni, del taglio dei rami istituzionali. Da qui nasce la grande stagione dei processi vaticani, che dimostra – tra le altre cose – un Papa che interviene con forza nella microgestione, indicando addirittura alla Segreteria di Stato, ad esempio, come chiudere l’affare del palazzo di lusso nel centro di Londra, salvo poi accettare che tutti i protagonisti di quella vicenda vadano a processo, anche quelli che avevano agito secondo le sue direttive. Tuttavia, la distruzione del sistema non ha portato a una Santa Sede più trasparente, nonostante i bilanci che ormai vengono pubblicati ogni anno da IOR, APSA e Santa Sede, in cui vengono certificati gli alti e bassi della gestione. Lo IOR, ad esempio, non ha mai ripetuto l’utile record di 86,6 milioni che aveva avuto nel 2012, l’ultimo anno prima della gestione dell’attuale pontificato. Il processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato nasce proprio dal rifiuto del vecchio sistema di mutuo soccorso tra dicasteri e istituti finanziari. La denuncia arriva dallo IOR, che prima accetta e poi improvvisamente rifiuta di erogare un prestito alla Segreteria di Stato che, tra l’altro, sarebbe stato restituito con gli interessi.»
Sandro Magister, Pontificato al tramonto, ma con Francesco sempre da solo al comando, in «Settimo Cielo», 6 marzo 2025. Una (in)giustizia "ad personam"? Anche in francese. E in inglese. E in spagnolo.
S.C., Nuove testimonianze agghiaccianti su padre Rupnik, che intervistato dalle Iene preferisce tacere, in «Faro di Roma», 9 marzo 2025. In Vaticano si proteggono i colpevoli e si condannano gli innocenti? Fra l'altro senza ascoltare le vittime, nel primo caso; e senza un briciolo di prova, nel secondo.
Giancarlo Cavalleri, Alessandro Diddi veste i panni del garantista per protestare contro la nuova detenzione di Buzzi. Anche in Vaticano servirebbe la separazione delle carriere, in «Faro di Roma», 13 marzo 2025. IL SISTEMA GIUDIZIARIO VATICANO: IL REGNO DELL'IPOCRISIA.
Antonio Sanfrancesco, «Garlasco, non c'erano prove sufficienti per condannare Stasi. Ben vengano le nuove indagini su Sempio», in «Famiglia Cristiana», 14 marzo 2025. TOH! BENISSIMO! MA COME MAI NEL PROCESSO MONTATO CONTRO BECCIU NESSUNO HA PROTESTATO PER UNA CONDANNA ASSURDA, SENZA UN BRICIOLO DI PROVA, E CONTRO UN UOMO CHE EVIDENTEMENTE È INNOCENTE? Quanti don Abbondio, nella nostra epoca!
Patrizia Floder Reitter, Bimbi ammazzati dai cattolici? Spesi 216 milioni per trovare nulla, in «La Verità», 15 marzo 2025. In Canada sono stati spesi 216,5 milioni di dollari per indagare su un'accusa tremenda scagliata contro la Chiesa cattolica, ma non s'è trovato assolutamente nulla: erano calunnie montate da un'assurda campagna giornalistica che hanno ingannato perfino il Papa. Tutto fa pensare che anche nel "caso Becciu" qualcuno abbia ingannato il Papa, e poi il mondo intero, solo per far condannare – fra l'altro senza un briciolo di prova – un uomo innocente. E quanto è costato il "processo del secolo", tenendo conto che i magistrati come Diddi e Pignatone sono pagati con l'Obolo di San Pietro?
The Vatican and the Shadow of Power: The Pope Hides the Laws He Changes, in «Silere non possum», 18 marzo 2025. «Uno degli esempi più chiari di questa crisi legale è l'affare Sloane Avenue, un caso ampiamente criticato per aver violato i diritti umani fondamentali. Gli osservatori hanno notato che le garanzie giudiziarie sono state ignorate, con disposizioni legali modificate a metà processo, spesso a discrezione del Pontefice stesso. Questi interventi hanno avuto gravi conseguenze per gli imputati, privandoli di un processo legale equo. (...) Sotto Papa Francesco, la corte ecclesiastica ha funzionato in un modo che rispecchia i difetti del diritto vaticano, tra cui: - Mancanza di giusto processo per gli individui accusati / - Decisioni basate sull'influenza personale piuttosto che su principi legali / - Modifiche alle leggi e alle procedure che privano le persone della certezza del diritto. Queste pratiche non solo minano la credibilità della legge vaticana, ma indeboliscono anche l'autorità della corte ecclesiastica, che ha implicazioni globali per le istituzioni cattoliche e i credenti.»
Scarpinato, Natoli e le intercettazioni, in «Progetto San Francesco», 18 marzo 2025.
Felice Manti, "Su mafia e 41 bis non molliamo, le stragi hanno devastato la storia. Dossieraggi, vicenda aperta: cerchiamo i mandanti di Striano", in «Il Giornale», 18 marzo 2025. «Abbiamo notato una sorta di corto circuito nella catena di comando di chi doveva decidere su come e cosa controllare; e questo fa emergere molti dubbi sulla gestione degli accessi abusivi. Ma la domanda alla quale la Commissione risponderà è: chi ha ordinato gli accessi, perché, e a chi potevano servire.» Chi sono i mandanti in Vaticano? Ben poche persone possono entrare in considerazione!
Vik van Brantegem, Il Senatore Gasparri: «Convince più Becciu di Pignatone", in «Korazym», 21 marzo 2025. (ANSA) - ROMA, 20 MAR - «Mi ha convinto più l'imputato che il presidente del tribunale». Lo dice Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, intervenendo alla presentazione del libro "Il Caso Becciu. (In)giustizia in Vaticano", presentato alla sala Zuccari del Senato. Gasparri si riferiva al cardinale Angelo Becciu, condannato in primo grado nel processo di Londra sui fondi riservati della Santa sede, e al presidente del tribunale vaticano, l'ex pm Giuseppe Pignatone. «Il cardinale Becciu – ha detto da parte sua l'autore, Mario Nanni – non vuole la grazia, la grazia si dà ai colpevoli, lui vuole la piena riabilitazione».
Fabio Nori, Presentato in Senato il libro: «IL CASO BECCIU di Mario Nanni, 21 marzo 2025.
F.P., Se la giustizia non è in crisi, perché sbaglia così spesso?, in «Silere non possum», 22 marzo 2025. «È curioso notare come l'opinione pubblica sembri ritenere un errore giudiziario possibile solo quando è la stessa procura o il tribunale ad ammetterlo. Nessuno, però, si interroga sui tanti innocenti che si trovano in carcere a causa di errori giudiziari che lo Stato non è pronto ad ammettere. La narrazione dominante sembra voler trasformare ogni sviluppo processuale in una verità assoluta, senza spazio per il dubbio e per la riflessione critica. Eppure, non ci risulta che la costituzione dogmatica Pastor Aeternus parlasse dei magistrati, oltre che del Papa. (...) Come ha affermato il Ministro Carlo Nordio, "la giustizia umana è, per definizione, incerta e fallibile. È anzi un paradosso singolare che la nostra religione, la nostra filosofia e la nostra scienza si fondino su tre processi sostanzialmente iniqui: la crocifissione di Gesù, come le condanne di Galileo e di Socrate suscitano in noi un sentimento di ripudio, malgrado siano state irrogate ed eseguite secondo procedure legali."»