Sul "caso Becciu" in generale
Ventitreesima parte
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Francesco A. Grana, Il giallo del Conclave: Parolin non vuole Becciu (condannato), in «Il Fatto Quotidiano»; 23 aprile 2025. «Scontro al vertice tra Angelo Becciu e Pietro Parolin. Il primo reclama il diritto di entrare in conclave e quindi votare il successore di papa Francesco. Il secondo, che in quanto cardinale vescovo elettore più anziano di nomina presiederà il Conclave, esclude categoricamente questa possibilità. Le scintille iniziali, che rischiano di trasformarsi in una vera e propria guerra aperta, sono arrivate già nella prima congregazione generale del Collegio cardinalizio riunitasi ieri mattina nell’Aula Nuova del Sinodo. (...) Ieri mattina, il porporato, che ha regolarmente ricevuto la convocazione per la prima congregazione generale dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si è presentato nell’Aula Nuova del Sinodo. (...) Becciu, infatti, è determinato a ribadire al Collegio cardinalizio la sua totale innocenza, ma soprattutto il suo diritto a eleggere il Papa, avendo 76 anni, ovvero non avendo ancora compiuto 80 anni, l’età in cui i porporati perdono il diritto di voto in Conclave. Parolin ha già fatto filtrare che su questo punto non intende arretrare di un millimetro, nonostante molti cardinali, soprattutto della Curia romana, abbiano già espresso privatamente la loro solidarietà a Becciu, insieme alla convinzione che la sua richiesta sia canonicamente valida. Si ripropone così lo scontro che è andato avanti, più o meno in modo felpato, negli anni della coabitazione in Segreteria di Stato tra Parolin e l’allora sostituto Becciu. Una convivenza difficilissima, alimentata anche dal fatto che Bergoglio, fino all’improvvisa defenestrazione del porporato sardo, si è sempre totalmente fidato di Becciu, recandosi per molti anni il Giovedì Santo a casa sua per pranzare con alcuni sacerdoti romani.»
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Francesca Arcai, Il cardinale dimissionario Angelo Becciu parteciperà al Conclave? Tutti i dubbi, in «SassariToday», 22 aprile 2025. «Il cardinale, in questo momento, prega per Papa Francesco. È il suo solo pensiero.»
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Ah, ecco. Questa è la logica di chi non vuole Becciu. E questo era il motivo fin dall'inizio del complotto. Alle masse piace Barabba.
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Massimo Franco, I conservatori divisi al Conclave: non c'è un candidato forte. «Non è tempo di rivincita», in «Corriere della Sera», 23 aprile 2025. «E lo scandalo del palazzo di Londra e il controverso processo che ne è seguito, con il cardinale Angelo Becciu «degradato», imputato e poi condannato, ha contribuito a un’immagine distorta e manichea del Vaticano».
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Il cardinale Becciu parteciperà al conclave?, in «Il Post», 23 aprile 2025.
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Ilaria Sacchettoni, «Il Papa mi perdonò, anch'io nella Sistina». Becciu diventa un caso. Parola ai porporati, in «Corriere della Sera», 23 aprile 2025. No, signora giornalista: NON C'È NESSUN PERDONO, PERCHÉ NON C'È COLPA, BECCIU È INNOCENTE! (e non metta tra virgolette parole che non sono mai state pronunciate!)
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D.M.T., I cardinali: "Mai più un sud americano". La fabbrica delle fake news vaticane, in «Silere non possum», 23 aprile 2025. DA LEGGERE, CON ATTENZIONE, QUESTO ARTICOLO. Ormai la maschera è caduta, signori Calabrò, Coccia, Diddi, Chaouqui, Perlasca, Pignatone, Ciferri e co.! (ps: io però amo i latinoamericani)
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Convocazione per il Conclave spedita dal card. Re (Rodrigo Guerra, già Segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina, ha appena pubblicato questa lettera di convocazione, spedita dal card. Re a tutti i cardinali). Esistono due categorie di cardinali, non di più: cardinali elettori e cardinali che hanno superato gli 80 anni. Evidentemente il card. Becciu, che ha ricevuto questa convocazione, fa parte del primo gruppo (le parti in rosso sono mie, AP). Si aggiunga che solo i cardinali che hanno superato gli 80 anni «sono liberi di partecipare o non partecipare». Per gli altri la partecipazione è un dovere, un obbligo. Più chiaro di così...
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Alberto Melloni, Il rito del conclave, il mistero e lo Spirito Santo (che ha già deciso), in «Corriere della Sera», 24 aprile 2025. «... la Chiesa cattolica non è pensabile senza il suo sistema di norme, di cui deve continuamente imparare a fidarsi (ma non troppo) e a diffidare (senza esagerare). La loro grigia pesantezza istituzionale, infatti, può affumicare il seme evangelico; ma senza il loro guardrail perfino il ministero di unità del Papa può diventare spaesato arbitrio. Le Norme conclavarie setacciate dal tempo, nella fattispecie, sono preziose perché pensate fuori dall’attualità. Come quelle che ammettono in Conclave anche un cardinale scomunicato; e che dunque oggi non esonerano Angelo Becciu dal voto. Dato che il Papa non gli ha tolto la berretta (come fece Pio XI col cardinale Billot) gli tocca adempiere in Conclave un dovere, molto più forte di rivendicazioni buone o bislacche di diritti.»
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Alberto Vacca, Il cardinale Becciu e il Conclave: il diritto sospeso che può decidere il futuro del papato. Un interrogativo che scuote la Chiesa: Becciu potrà votare il nuovo papa?, in «La Provincia del Sulcis Iglesiente», 23 aprile 2025. «Nel diritto canonico, la partecipazione al conclave non è facoltativa, ma obbligatoria: è un diritto-dovere dei cardinali sotto gli 80 anni. Lo dice la Universi Dominici Gregis, all’art. 33: «Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta unicamente ai Cardinali di Santa Romana Chiesa […]». Il verbo «spetta» non è scelto a caso. In ambito giuridico canonico (e non solo), «spettare» indica un diritto che è proprio, esclusivo, e non rinunciabile senza giusta causa. Ma in ambito ecclesiale, ciò che «spetta» non è solo una facoltà da esercitare a piacimento: è anche un dovere verso la Chiesa, un obbligo, perché collegato direttamente al bene supremo della comunità ecclesiale, cioè l’elezione del nuovo pontefice. In questo senso, partecipare al conclave non è semplicemente un diritto personale del cardinale, ma un atto dovuto in quanto membro del Collegio cardinalizio, e parte integrante della funzione ecclesiale affidatagli dal papa al momento della sua creazione cardinalizia. A rafforzare questa interpretazione interviene l’art. 35 della stessa costituzione: «Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto […]».
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Vik van Brantegem, Notizie circa la Sede Vacante, in «Korazym», 23 aprile 2025.
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Alberto Vacca, Il cardinale Becciu e il Conclave: il diritto sospeso che può decidere il futuro del papato. Un interrogativo che scuote la Chiesa: Becciu potrà votare il nuovo papa?, in «La Provincia del Sulcis Iglesiente», 23 aprile 2025. «Nel diritto canonico, la partecipazione al conclave non è facoltativa, ma obbligatoria: è un diritto-dovere dei cardinali sotto gli 80 anni. Lo dice la Universi Dominici Gregis, all’art. 33: «Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta unicamente ai Cardinali di Santa Romana Chiesa […]». Il verbo «spetta» non è scelto a caso. In ambito giuridico canonico (e non solo), «spettare» indica un diritto che è proprio, esclusivo, e non rinunciabile senza giusta causa. Ma in ambito ecclesiale, ciò che «spetta» non è solo una facoltà da esercitare a piacimento: è anche un dovere verso la Chiesa, un obbligo, perché collegato direttamente al bene supremo della comunità ecclesiale, cioè l’elezione del nuovo pontefice. In questo senso, partecipare al conclave non è semplicemente un diritto personale del cardinale, ma un atto dovuto in quanto membro del Collegio cardinalizio, e parte integrante della funzione ecclesiale affidatagli dal papa al momento della sua creazione cardinalizia. A rafforzare questa interpretazione interviene l’art. 35 della stessa costituzione: «Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto […]» (...) se Becciu venisse escluso ingiustamente, e in seguito assolto, l’intero conclave potrebbe essere nullo. (...) La Chiesa è spirituale, sì, ma è anche istituzione visibile e giuridica, e ha bisogno di atti chiari, scritti, coerenti. (...) Nel 1559, il cardinale Giovanni Morone – accusato di eresia e incarcerato – fu liberato e ammesso al conclave con il voto favorevole dei cardinali. Quel conclave elesse papa Pio IV. Un precedente storico che mostra come la collegialità può risolvere conflitti senza ledere la comunione.»
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Maria d'Arienzo, Un nuovo "caso Becciu" scombussola il prossimo conclave, in «La Nuova Bussola Quotidiana», 24 aprile 2025. «Su tali aspetti si dovrà pronunciare la Congregazione generale, che, dunque, potrebbe anche orientarsi verso l’ammissione di Becciu al conclave anche in considerazione della circostanza che la sentenza di condanna del Tribunale vaticano è di primo grado e vige nell’ordinamento vaticano il principio della presunzione di innocenza sancito dall’art. 350 bis del codice di procedura penale vaticano introdotto dall’art. 35 della Legge vaticana n. IX dell’11 luglio 2013. La scelta di ammettere Becciu, inoltre, potrebbe assumere particolare valore simbolico durante l’anno giubilare in corso, chiamato, come si evince dalla stessa bolla d’indizione Spes non confundit, a permettere a tutti di «scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio».
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Antonino D'Anna, Becciu, colpo di scena: i cardinale escluso da Bergoglio potrà votare per eleggere il nuovo Papa, in «Affari Italiani», 23 aprile 2025. «Becciu può votare, le norme canoniche glielo permettono dal momento che ha mantenuto il ruolo cardinalizio e perché del resto Jorge Mario Bergoglio non ha mai preso un provvedimento definitivo su di lui, facendolo anzi partecipare a incontri pubblici e concistori.»
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Paolo Bianchi, "Ha detto ottime cose ma ne ha fatte di pessime. Temi importanti irrisolti", in «Il Giornale», 24 aprile 2025. «Lì è entrato a gamba tesa sulla base di quanto divulgato da un giornale scandalistico, contro persone che non avevano le colpe per cui sono state accusate.» (Lucetta Scaraffia)
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Alessia Spensierato, Il cardinale Angelo Becciu scuote il Vaticano, situazione di stallo sulla sua partecipazione al Conclave, in «Metropolitan Magazine», 24 aprile 2025. «Secondo gli esperti di diritto canonico, né il comunicato stampa del 2020 né l’esclusione dalla lista degli elettori possono essere considerati, di per sé, atti giuridicamente validi. Sarebbe necessario un provvedimento scritto e firmato dal Papa o una rinuncia formale firmata da Becciu, documenti che non sono disponibili. Alcune ipotesi fanno pensare che tra gli effetti personali del defunto Pontefice possano figurare eventuali documenti, oggi sigillati nella sua stanza privata. Secondo quanto riferito, già a febbraio, due importanti canonisti hanno sollecitato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, a chiedere al Papa una decisione scritta sui diritti cardinalizi di Becciu. Parolin avrebbe scelto di non intervenire (...) Anche se Becciu perse i suoi diritti e privilegi cardinalizi, non fu mai tecnicamente rimosso dal Collegio cardinalizio.»
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Nico Spuntoni, Becciu, i giallo del documento. Tra i porporati salgono i sì: ecco perché potrebbe entrare in Conclave, in «Il Tempo», 24 aprile 2025. SACRA OBBEDIENZA: «Sul punto occorre rilevare che nel caso di Becciu l’atto di “rinuncia ai diritti connessi al cardinalato”, avvenuto in udienza innanzi a Papa Francesco il 24 settembre 2020, non è mai stato prodotto in forma scritta, né è mai stata comunicata la relativa accettazione del Romano Pontefice. Qualora si dovesse ritenere perfezionata la rinuncia ai diritti cardinalizi, la possibilità di ammettere il Card. Becciu alla partecipazione al Conclave discenderebbe, pertanto, dall’interpretazione delle disposizioni della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, e specificamente del n. 33, che configura l’elezione del nuovo pontefice come un diritto dei cardinali, e del n. 38, secondo cui, invece, 'tutti i cardinali elettori sono tenuti, in virtù di santa obbedienza, ad ottemperare all’annuncio di convocazione e a recarsi al luogo designato allo scopo, a meno che siano trattenuti da infermità o da altro grave impedimento, che però dovrà essere riconosciuto dal collegio dei cardinali'».
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Caterina Maniaci, Il documento dei cardinali che già pensavano al successore di Francesco, in «Libero», 24 aprile 2025. «È stato rimosso dal suo incarico senza prova. Mai giustizia.» «Anche il testo di Pell cita il caso Becciu: il prelato sardo non sarebbe stato trattato con giustizia.»
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Renato Farina, Il mio grazie a papa Francesco, in «Tempi», 24 aprile 2025. «...vorrei che Francesco vedesse nella luce del Padre le cose che può raddrizzare con l’aiuto della madre ai cui piedi ha lasciato seppellire il suo corpo prima che risorga»; «Lui mi ha in segnato a pregare San Giuseppe, con fiducia. Mi ha spiegato che Giuseppe, come sempre i falegnami, è sempre in ritardo a consegnare il suo lavoro, ma arriva sempre. Così il suo aiuto e le sue grazie per noi».
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Giammaria Lavena, Conclave: le tensioni fra Parolin e Becciu pongono quesiti. Cosa succede? Scenari e precedenti, in «SardegnaLive», 24 aprile 2025. «Di recente, le rivelazioni pubblicate dal quotidiano Domani, il 14 aprile 2025, riguardanti nuove intercettazioni e chat inedite nel caso giudiziario che coinvolge il cardinale, gettano nuovi interrogativi sulla vicenda. Queste conversazioni, precedentemente omesse dai magistrati vaticani, sollevano infatti dubbi sulla trasparenza dell'indagine e sulla legittimità delle accuse mosse contro Becciu. Le conversazioni pubblicate includono messaggi tra Francesca Immacolata Chaouqui, lobbista coinvolta nel caso, e Genoveffa Ciferri, collaboratrice di monsignor Alberto Perlasca. In uno dei messaggi, Chaouqui scrive: “Se scoprono che eravamo tutti d’accordo è finita”, suggerendo una possibile concertazione tra le parti coinvolte nell'inchiesta. Altri messaggi rivelano dettagli riservati sull'inchiesta e sugli interrogatori, precedentemente non divulgati. Il cardinale Becciu ha definito queste rivelazioni come la conferma di una "macchinazione" ai suoi danni, denunciando un'indagine "costruita su falsità". Ha sottolineato che tali conversazioni avrebbero dovuto essere rese pubbliche durante il processo e ha annunciato l'intenzione di intraprendere azioni legali per fare luce su queste condotte. Un nuovo tassello sull'imponente vicenda giudiziaria che nei prossimi mesi scriverà nuove pagine: dagli sviluppi sul contrasto pe r il Conclave al processo d'appello previsto per il 22 settembre.»
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Massimiliano Piga, Il caso Becciu e la questione della partecipazione al Conclave del 2005: un'analisi canonica e giuridica, in «Gazzetta Sarda», 24 aprile 2025. «Tuttavia, il processo d’appello in corso e le recenti rivelazioni su presunte irregolarità investigative potrebbero influenzare la percezione della sua innocenza o colpevolezza. Le chat tra Francesca Chaouqui e Genoveffa Ciferri, emerse nel 2025, hanno gettato ombre sul processo originale, suggerendo un coordinamento tra accusatori e il promotore di giustizia Alessandro Diddi. Becciu ha denunciato una “macchinazione ai suoi danni”, annunciando ricorsi internazionali per violazione dei diritti umani. Se tali accuse venissero validate, potrebbero riaprire il caso e, ipoteticamente, portare a una revisione dello status cardinalizio. (...) La sua esclusione dal Conclave, sebbene giuridicamente solida, solleva interrogativi sulla trasparenza dei processi decisionali vaticani e sul bilanciamento tra presunzione di innocenza e reputazione istituzionale.»
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C.L., ¿Participará Becciu en el cónclave? Un número significativo de cardenales se inclina por que vote, in «Religiòn en Libertad», 24 aprile 2025. «¿Consistorio y congregaciones sí, cónclave no?»
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Interessante! «... Pietro è ancora vivo e il suo munus, il suo potere, è trasmigrato nel Collegio episcopale, che viene rappresentato dai "vescovi cardine", cioè i vescovi titolari delle più anziane diocesi di Roma e del mondo» (don Filippo Di Giacomo, 24 aprile 2025).
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Antonino D'Anna, Papa Francesco, la verità dietro il cardinale Becciu. L'esperto: "Voterà al Conclave, ecco perché", in «Affari Italiani», 24 aprile 2025. «E siccome Papa Francesco, prima della sua morte, non ha preso provvedimenti definitivi contro Becciu (che anzi è stato da lui ammesso ai Concistori, alle riunioni cioè in cui il Papa crea nuovi cardinali o discute con loro i problemi della Chiesa), saranno i confratelli, le altre eminenze che stanno arrivando a Roma in questi giorni, a sciogliere il nodo della partecipazione di Becciu. (...) La conferma del titolo sembra però attestare la sua perdurante appartenenza al Collegio cardinalizio, che si evince anche dalla successiva ammissione, disposta dallo stesso Papa Francesco, del Card. Becciu ai Concistori (assemblee di cardinali) e a solenni celebrazioni liturgiche presiedute dal pontefice. Se ne può desumere che la rinuncia ai diritti connessi al cardinalato, oggetto di tale comunicazione, vale tutt’al più per i diritti o prerogative individuali, non per quelli connessi alla sua qualità di membro del Collegio cardinalizio, diversamente non avrebbe senso avergli confermato il titolo cardinalizio. E il principale compito del Collegio cardinalizio, non mero diritto dei singoli Cardinali ma del Collegio nella sua interezza, è l’elezione del Pontefice, oltre al governo della Chiesa universale sede vacante. Sarebbe un grave precedente se una sentenza del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano avesse forza di precludere ad un Cardinale l’esercizio dei suoi diritti come membro del Collegio cardinalizio, che è un organo costituzionale della Chiesa universale, non dello Stato vaticano. (...) Da ultimo, va ricordato che Giovanni Paolo II, nella costituzione apostolica Universi Dominici gregis che tuttora regola il Conclave, ha confermato la disposizione, risalente nei secoli, per la quale nessun cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva sia passiva per nessun motivo o pretesto (n. 35)». SI ESPRIMONO ANCHE GLI ESPERTI DI DIRITTO CANONICO: PAOLO CAVANA.
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Vik van Brantegem, Sede vacante e Conclave. Varie ed eventuali – 2, in «Korazym», 25 aprile 2025.
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Giovanni Maria Vian, Conclave, giallo su Becciu: spuntano le lettere del papa, in «Domani», 25 aprile 2025. «Nel 2020 vengono presentate al pontefice accuse di peculato nei confronti di Becciu, che in un’udienza di lavoro con Bergoglio viene drammaticamente privato dei diritti connessi al cardinalato. La clamorosa decisione papale precede di quasi un anno l’inizio di un complicato e lungo processo davanti al tribunale dello stato vaticano che riguarda anche una decina di persone per un investimento immobiliare londinese. Si tratta di una misura senza precedenti nei confronti del cardinale, che lo storico Alberto Melloni – certo non ostile al pontefice scomparso e ora autore di un libro delle elezioni papali (Marietti1820) – ha definito abrasivamente «crocifissione preventiva». Alla fine nel 2023 arriva per Becciu la condanna in primo grado a cinque anni e mezzo. Ma dopo un procedimento tortuoso molto criticato, come mostra con ricchezza di elementi e argomentazioni il libro, appena uscito, dei giuristi Geraldina Boni, Manuel Ganarin e Alberto Tomer (Marietti1820), e come risulta da un sito svizzer (https://www.andreapaganini.ch/CASO_BECCIU.html) che segue sin dall’inizio il caso Becciu raccogliendo centinaia di articoli. Nel frattempo il prelato, che è in attesa del processo di appello, era stato tuttavia invitato da papa Francesco a partecipare a liturgie e cerimonie come gli altri cardinali. (...) Becciu sta partecipando sin dall’inizio alle congregazioni generali e il suo caso è esploso per la sua richiesta di entrare in conclave come elettore. Da due diverse fonti risulta che in un primo tempo il decano del collegio, il novantunenne bresciano Giovanni Battista Re, non avendo disposizioni scritte da parte del pontefice defunto, gli avrebbe detto di essere favorevole. Secondo queste notizie, nelle ore successive Re, curiale di lunga esperienza che ha il compito di condurre le congregazioni generali, avrebbe incontrato il collega statunitense di origini irlandesi Kevin Joseph Farrell, che per un ventennio è stato membro dei legionari di Cristo. Il settantasettenne prelato – che ricopre il ruolo antichissimo di camerlengo di Santa romana chiesa e in questa veste presiede alla sede vacante – avrebbe comunicato al cardinale decano la volontà di papa Francesco, espressagli tempo fa soltanto a voce, che Becciu non entrasse in conclave. A questo punto le due fonti riferiscono che Re avrebbe chiesto al collega sardo un passo indietro. Becciu però gli avrebbe detto di non essere disposto a farlo. Poi in congregazione generale, informazioni su questo nodo sarebbero state chieste da un cardinale e il decano avrebbe risposto che c’era un accordo tra lui e il prelato sardo. Immediatamente il cardinale Becciu avrebbe replicato, esponendo punto per punto i fatti e confermando l’intenzione di non rinunciare al suo dovere di eleggere il papa, non essendovi un documento del pontefice a dimostrare l’affermazione del camerlengo. Il quale sarebbe rimasto in silenzio. Molto saggiamente allora i cardinali avrebbero deciso di trattare la questione più avanti, quando tra l’altro i presenti saranno più numerosi degli oltre cento di questi primi giorni. A sostenere l’opportunità della decisione è una teoria molto suggestiva, elaborata da canonisti e teologi medievali. Secondo uno di loro, Egidio Romano, «la potestà papale rimane nella chiesa, ossia nel collegio dei cardinali». A fargli eco è Agostino Trionfo, detto l’Anconitano, quando afferma che la «potestà del papa è perpetua» ma nello stesso tempo «non può perpetuarsi nel papa, poiché anch’egli muore, alla stregua degli altri uomini».
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Vik van Brantegem, Sede vacante, Tomba e Conclave. Varie ed eventuali, in «Korazym», 25 aprile 2025.
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Teilnahme Kardinal Beccius an Konklave noch unklar, in «Kathpress», 25 aprile 2025.
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Nico Spuntoni, Conclave, la lettera anti Becciu in mano al Camerlengo. Dubbi sulla firma del Papa, in «Il Tempo», 26 aprile 2025. (anche in pdf) DUBBI SERI SU QUELLA "F" IN FONDO A UNA LETTERA DATTILOSCRITTA «All’interno, come abbiamo scritto, c'è un fronte convinto che il presule di Pattada sia vittima di un’ingiustizia palese. E poi c’è il tema della loro validità: un esperto canonista, sotto anonimato, ha spiegato al nostro giornale che una firma non basterebbe perché «per simili documenti, storicamente, c'è bisogno di una sottoscrizione pontificia che prima era data dall'anello del pescatore ma che anche adesso richiede almeno un segnacolo d'autenticità». Mai il Pontefice sottoscriveva documenti con la firma personale, «ma al massimo, in rarissimi casi, poteva apporla in aggiunta a documenti particolarmente sentiti, non da sola comunque». L'esperto, dunque, sostiene che «non sia affatto sufficiente la mera siglatura, peraltro rilasciata in circostanze oscure». Questi primi giorni di congregazioni sono stati segnati dalla vicenda Becciu che probabilmente diventerà monopolizzante anche nei successivi. I cardinali, infatti, sono arrivati alla conclusione di individuare una soluzione solamente dopo la celebrazione del funerale di oggi. Una bella gatta da pelare soprattutto per il decano Giovanni Battista Re che, a chi lo aveva sentito anche di recente sull'argomento, aveva confidato privatamente di non essere a conoscenza dell'esistenza delle lettere di Francesco.»
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Andrea Gagliarducci, Parolin "liquida" Becciu: il caso scuote il conclave (ma lui resiste). Giallo su due atti papali, in «Il Messaggero», 26 aprile 2025. «L’eventuale partecipazione al conclave del cardinale Angelo Becciu diventa un vero e proprio giallo. Il porporato, che aveva rinunciato alla prerogative cardinalizie nel 2020 su richiesta del Papa dopo lo scandalo dell’acquisto milionario del palazzo di Londra, aveva poi ripreso a partecipare come cardinale a concistori ed eventi pubblici, sempre su invito di Papa Francesco, e sta ora partecipando alle Congregazioni generali. Di fatto, sostiene, quello che è avvenuto è un reintegro nel collegio, e dunque non è caduto il suo diritto-dovere di votare. (...) si entra in un dibattito tra canonisti, ovvero gli esperti della legge che regolano le attività della Chiesa. C’è una scuola di pensiero che sostiene che, una volta morto il Papa, ogni documento non pubblicato non ha valore di legge. Al massimo, può essere considerata una ultima volontà del pontefice, e si può decidere quanto tenerla in considerazione. L’altra scuola di pensiero invece sottolinea che un documento papale, seppur non promulgato, vale sempre come documento papale. Formalmente lo avrebbe dovuto rendere noto il sostituto, che resta in carica anche durante la sede vacante, e non il cardinale Pietro Parolin, che è decaduto dal suo incarico di Segretario di Stato. Il dibattito, insomma, è aperto. Si è arrivati, in congregazione, a proporre una commissione cardinalizia che analizzi il caso Becciu e prenda una decisione. (...) Di fatto, però, non c’è né una lettera del cardinale, né una sanzione formale di Papa Francesco sulla perdita delle sue prerogative di cardinale. (...) Se la decisione è semplicemente del Papa, ma senza motivazione, potrebbe essere considerato un abuso autocratico. I RISCHI Se invece gli scritti del Papa si richiamano al reato per cui è stato condannato in primo grado, viene precluso al cardinale Becciu il diritto di difesa e il diritto al giusto processo, che sono tra l’altro garantiti sul diritto divino. La domanda, per i canonisti, resta dirimente: una situazione del genere metterebbe l’elezione del successore di Pietro al riparo da ogni possibile accusa di invalidità? Questa ricostruzione, confermata da una fonte indipendente e comunque da considerare con la dovuta cautela, non solo mette in luce la confusione giuridica che regna in questo momento, ma pone anche il cardinale Parolin in una posizione difficile. Considerato un candidato ideale per la sua moderazione, il cardinale avrebbe invece sostenuto, con questo gesto, proprio la parte del pontificato più controversa. «Rischia di rimanere il sospetto che i testi siano stati nascosti per evitare a Becciu di andare dal Papa», sottolinea una fonte a conoscenza del processo vaticano che ha coinvolto il cardinale. Tanto più che Becciu sostiene - lo ha detto alla Reuters - che invece il Papa gli avrebbe detto che c’era un documento in cui veniva riaffermato il suo diritto di partecipare al Conclave.»
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«Caro Papa Francesco, ora ti chiediamo di pregare per noi e che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche CON L’UMANITÀ CHE CERCA LA VERITÀ CON CUORE SINCERO E TIENE ALTA LA FIACCOLA DELLA SPERANZA» (omelia del card. Giovanni Battista Re per i funerali di papa Francesco, 26 aprile 2025). Davvero: INTERCEDA ANCHE LUI! Noi cerchiamo con tutte le forze la verità con cuore sincero e, nonostante tutto, teniamo alta la fiaccola della speranza. «Il DOVERE del Conclave era di dare un vescovo a Roma...» Io c'ero in quella piazza, il 13 marzo 2013. Le primissime parole del neoeletto papa Francesco furono chiarissime: IL DOVERE, NON IL DIRITTO! Il compito del Conclave – e di ogni suo membro – non è un DIRITTO, ma un DOVERE. AP
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Ivo Pincara, Le "lettere" segrete contro Becciu, uscite dal cilindro magico di Parolin. Ieri sera la chiusura della bara del Romano Pontefice Francesco. Stamane le esequie, in «Korazym», 26 aprile 2025. «Il già Segreterio di Stato della Santa Sede, Cardinale Pietro Parolin, ha quindi fatto uscire dal suo cilindro magico non due coniglie, ma due “lettere” (sembrano piuttosto dei rescritti, segrete come i quattro famosi rescritti segreti con cui Papa Francesco ha cambiato le regole quando il processo contro il Cardinal Becciu era in corso) dattiloscritte (!) a firma “F”, una del 2023 (perché tenerla segreta fino ad oggi?) e un’altra del 4 marzo 2025 (cioè quando Papa Francesco era ricoverato al Policlinico Gemelli, mentre Parolin ai giornalisti aveva risposta di non voler parlare del caso Becciu con il Papa).»
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Vittorio Feltri, Il cardinale è vittima del «sacro imbroglio». E la lettera puzza di pia frode, in «Il Tempo», 26 aprile 2025. «So distinguere i processi seri da quelli farsa, e le prove dalle manipolazioni. Non ho perciò alcun un timore a sostenere – conservando pienamente affetto per il Pontefice che ritengo sia stato ingannato a bella posta – che il cardinale sia stato vittima di un “sacro imbroglio”. So anche, da quando frequentavo da ragazzo i preti, che a Papa defunto, durante la sede vacante, tocca al collegio dei cardinali governare, ed essendo piuttosto difficile interrogare il Pontefice morto, possono rendersi conto e correggere errori in lui indotti dall’altrui malafede. Non è offesa a Sua Santità rimediare post mortem a una ingiustizia allorché assecondò inquirenti e giudici che, coperti dal suo mantello, abusarono della sua fiducia. Ho elementi per dirlo. L’ultimo e più clamoroso fatto che lo dimostra è la rivelazione-scoop del quotidiano Domani (mai favorevole a Becciu) di centinaia di messaggi dove due donne, in dichiarata intesa con il Procuratore del Vaticano, aggiustarono i fatti per incastrare il prelato sardo. Ricordo altresì che la decisione della “crocefissione preventiva” (definizione di Alberto Melloni, storico della Chiesa) fu presa da Bergoglio nell’immediatezza dell’ira – alla quale umanamente ha ammesso di essere portato per temperamento – quando si trovò sulla scrivania la copia in anteprima de L’Espresso che incolpava il Prefetto Angelo Becciu di aver “rapinato” i poveri per ingrassare i parenti. Ora, dopo cinque anni, confermare quel gesto di furore impedendo a un cardinale di entrare in Conclave, significa consegnare un innocente (tale è in modo conclamato, e persino per la giustizia vaticana sino all’ultimo grado di giudizio) alla esecrazione perpetua di credenti e non credenti, segnandolo in modo indelebile con il marchio dell’indegnità. Non si tratta di esercitare misericordia e praticare il Cristiano perdono, ma di prendere atto della realtà fattuale che, osservata con occhi privi di pregiudizio, impone di riabilitarlo. (...) il canonista prediletto dal Papa, il gesuita Cardinal Ghirlanda, risulta aver spiegato ai colleghi che Becciu va ammesso al conclave, secondo una tradizione antica che consentiva il voto, attivo e passivo, persino a cardinali scomunicati e condannati. Un principio di precauzione per così dire, onde impedire che un Papa possa determinare il proprio successore escludendo un rivale, impedendo allo Spirito Santo di soffiare su una testa odiata dal “de cuius”. (...) Oltretutto il cardinale di recente è stato invitato dal Papa ai Concistori (assemblea dei cardinali) anche dopo la sentenza del tribunale, dunque vedendo riconosciuta da Francesco la dignità del grado. Altri dicono che invece va rispettata la volontà del Papa che tolse a Becciu i “diritti cardinalizi” quella sera del 24 settembre 2020, anche se senza sigillo e affermata soltanto con un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede. Un vecchio cardinale canonista, lo spagnolo Herranz, ha sostenuto che, comunque sia, eleggere il Papa per un cardinale è un dovere, non un diritto. Per cui è una menzogna ritenere Becciu presuntuoso nell’affermare questa sua volontà di votare il successore di Pietro (e di Francesco). Uno può sacrificare un diritto, non un dovere. Finché, racconta Vian sul Domani, ieri il “già Segretario di Stato” (è decaduto anche lui) Pietro Parolin ha mostrato un foglio sul quale a marzo (prima cioè che emergessero le trame delle “due dame”!), mentre era all’ospedale Gemelli, il Papa avrebbe confermato, siglandola con la F, la sua volontà di escludere Becciu dal Conclave, rispondendo a un quesito sottopostogli dal medesimo Parolin. (...) "Il Conclave è disciplinato in modo molto rigoroso dal diritto canonico e da altre fonti normative. Lettere siglate dal Papa (ammesso che siano autentiche) non pubblicate negli Acta Apostolicae Sedis non hanno alcuna idoneità a modificare la normativa vigente. Sono semmai indice di un fenomeno molto grave che i cardinali dovrebbero respingere con fermezza: le norme segrete adottate ad personam, che hanno caratterizzato purtroppo il Pontificato ormai conclusosi. Riconoscere validità normativa alle lettere segrete significherebbe riconoscere la fine della Chiesa e la sua trasformazione in un’autocrazia. Questo utilizzo di lettere tenute segrete e fatte firmare al Papa malato per imporre una deroga al diritto canonico può essere un passo falso fatale per chi le vuol usare a suo pro".»