Quaderno di un tempo felice di Piero Chiara

di Paola Carcano

in Il Giornale.ch, 25 aprile 2009.

 

Il libro, pubblicato nel 2008 da Nino Aragano Editore, presenta una serie di prose apparse sulla rivista ticinese Ore in famiglia tra il 1947 ed il 1961, cio prima del successo del romanzo Il piatto piange. Raccolte in volume per la prima volta, queste prose comprendono generi diversi: si va dai racconti ai reportage di viaggio, dai riassunti delle opere di grandi romanzieri agli scritti di critica letteraria, fino a quelli di carattere informativo pi vario. Tra i testi spiccano tuttavia i racconti, genuina espressione dello scrittore in fieri.   Molti di essi, come Il povero Bram, Ortensio, Lettera ad un amico dinfanzia, Una vocazione sbagliata ed Il giorno della Cresima, vengono ambientati nellalta Lombardia  e pi precisamente a Luino, in via dei Mercanti, dove Chiara ha appunto trascorso linfanzia. E nella minuziosa descrizione di questi luoghi, lautore si avvale  di verbi al presente per sottolineare limmutata bellezza di quei paesaggi: la via dei mercanti ospita le pi antiche botteghe del borgo e lodore delle drogherie vi stagna mescolato a quello delle cucine e delle pasticcerie a tutte le ore del giorno. Per quella specie di crepaccio aperto tra le case scende dallalto lo stormire delle campane, e londa sonora entra dai balconi fioriti e da tutte le finestre a riempire la stanza (p. 27). I ricordi dinfanzia vengono dunque modulati attorno a questo piccolo borgo ricostruito con dovizia di particolari. Ma se il paesaggio viene descritto con i verbi al presente, tutti gli eventi raccontati si avvalgono delluso del passato remoto e dellimperfetto, come se lo iato temporale non potesse essere sublimato dallelemento spaziale. E forse grazie anche a questa doppia scelta espositiva, Chiara in grado di mettere bene in evidenza vizi e virt dei suoi personaggi, sempre con un sorriso ironico, spregiudicato, ma mai irrispettoso. Traspare, dunque, dalle sue pagine un senso di nostalgia, non per improntato al desiderio di tornare indietro, perch ben consapevole che questo ritorno non realizzabile. Un discorso a parte va fatto per il racconto Il navigante involontario, lunico a recare unaltra firma, quella di Pietro Comito. Tuttavia gli argomenti e landatura del racconto lasciano supporre, come dice lo stesso Andrea Paganini nella Prefazione al libro, che altro non si tratti di uno pseudonimo dello stesso autore.Ai racconti seguono i reportage di viaggio e molti di essi vengono incentrati sulla Spagna, meta amata dallo scrittore. In particolar modo in uno di questi diari turistici si sofferma sulla corrida  e  ne parla come se fosse un dramma in tre atti, descrivendo minuziosamente  i protagonisti, i riti, le regole, i segreti di questarte richiesta al torero. Seguono scritti di critica letteraria, ma come afferma Paganini il giovane scrittore luinese, gi promettente narratore, non convince come critico ed ancor meno come traduttore (Prefazione , p. 19). Sono dunque i racconti in prosa, in prima persona, la parte pi interessante dello scritto, cio quelle storie incastonate nel microcosmo luinese che non solo sono vivamente sentite, ma sono ben strutturate sia dal punto di vista sintattico sia narrativo. Nessuna prolessi, nessuna analessi, ma semplicemente il lento fluire del  ricordo che, attraverso luso del passato remoto, si staglia nelleternit di quei luoghi cari allautore. Dopotutto come ha detto in una intervista Roberto Gervaso: la leggibilit una dote piuttosto rara fra i nostri narratori, intenti pi a lanciar messaggi, patrocinare avanguardie, inseguir mode che render digeribile la loro prosa. Piero Chiara uneccezione. Scrive come parla, e parla come scrive. Il suo stile pu anche non piacere, ma non resta sulla stomaco. I suoi libri, una volta aperti, non si chiudono pi, cio si chiudono solo alla fine. Le sue storie, pur circoscritte al microcosmo luinese e varesino, sono piene di plasma e di umori.

 

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