Quaderni grigionitaliani,
LXXV, 1, 2006, pp. 85-87.
Remo Fasani. Montanaro, poeta, studioso di Dante
Il libro, 80 pagine fitte di domande e
risposte, si articola in due parti, curate
rispettivamente dalla professoressa Aino
Paasonen e dal dottor Andrea Paganini
e ha il pregio di essere stimolante, pur
toccando problemi, anche ardui, di critica
letteraria e di poesia.
La prima parte, femminile, poetica,
intima, si apre con la presentazione degli
animali che appartengono al bestiario
di Remo Fasani e si focalizza poi sul senso
dello spazio e del paesaggio: quello di
Mesocco, sua patria, quello di Neuchtel,
sua dimora da quando ottenne la cattedra di
letteratura italiana e quello dellEngadina,
luogo di vacanza e di poesia, in un andare
e venire continuo verso il termine di paragone
letterario che La Divina Commedia
con il suo paesaggio archetipico.
La ricerca lascia affi orare, di pagina in
pagina, ricordi di luoghi e persone. Remo
Fasani rende un tributo semplice e sincero
a quanti, poeti e professori, morti o vivi, gli
hanno dato qualcosa lungo il suo percorso.
Un esempio a p. 26: Anzitutto dovrei dire
delle maestre e i maestri di Mesocco, per
ringraziarli di avermi insegnato una lingua
italiana onesta e essenziale, immune da
paroloni e da fronzoli: una lezione, la loro,
a cui sono sempre rimasto fedele.
Nella seconda parte, alle domande acute
e profonde del dottor Andrea Paganini, le
risposte attente e precise di Remo Fasani si
dilatano in ampie digressioni che toccano
il problema dello scrivere, del far poesia,
dellinterpretare, o meglio del capire La
Divina Commedia. Cito
la domanda e parte
della risposta di p. 55:
Lei citato da dantisti di tutto il mondo.
Analizzando i richiami lessicali
presenti nella Divina Commedia, ha
dato vita al metodo dei legami o di
Fasani: Dante compone i suoi testi
poetici, e in particolare il testo della
Divina Commedia,
secondo quattro
principi: la ripetizione, la sinonimia,
lopposizione (o lantinomia) e lenumerazione
(o le parti di un tutto); quattro
principi, che si fondano sulla radice
o sul signifi cato originale delle parole.
Applicando questo suo metodo vengono
alla luce richiami davvero accattivanti
e stimolanti per lo studioso presenti
nel testo dantesco.
Il metodo dei legami, o metodo
Fasani, come Lei credo sia il primo
a chiamarlo e La ringrazio , serve
anzitutto a due cose: 1. a meglio comprendere
il testo dantesco, e 2. a meglio,
o pi sicuramente, restituirlo.
Ma, a rendere il libro interessante,
contribuiscono i ricordi molto vivi e precisi
che danno plasticit al discorso critico e
che sono il terreno su cui sono cresciuti gli
studi di Fasani. Ne cito uno a p. 52, che
fa uscire dal passato la fi gura di Theophil
Spoerri, professore allUniversit di Zurigo,
e che anche un ritratto di carattere:
Molto originali erano poi le lezioni
di Spoerri. Bench ex chatedra, esse
dovevano rimanere aperte. Ecco infatti
che il professore, nel bel mezzo del suo
discorso, e davanti a forse 200 uditori,
si interrompeva e domandava qual
era, a loro giudizio, il verso pi bello
duna poesia in precedenza distribuita.
Ricordo come fosse oggi una delle
risposte, non venuta dal pubblico, ma
alla fi ne dal professore stesso. Si tratta
del verso, non so pi di che autore,
Dont lombrage incertain lentement se
remue, verso veramente eccezionale,
per il graduale passaggio dal sostantivo
allaggettivo allavverbio e al verbo,
cio dalla stasi al movimento, ma anche
verso che esprime pienamente il carattere
di Spoerri stesso, uomo sempre alla
ricerca del nuovo e dunque sempre in
moto. Non diverso, anche in questo, dal
suo poeta. Si veda solo come fi nisce
il commento al capolavoro dantesco:
Das letzte Verb aber ist: move.
Le ultime pagine del libro sono centrate
sul fare poesia (p. 72: una poesia esce dal
silenzio, ritorna al silenzio e in ogni sua
parola ha il massimo sapore, come osserva
Simone Weil; e io vi aggiungo: una circo-
lazione che corrisponde al ritmo dellinfinito)
e sul tradurre poesia (p. 74: Talmente
complessa lopera del traduttore. Si tratta
di avvicinarsi il pi possibile a un ideale
che realmente esiste, che l davanti ai
tuoi occhi, e di cui puoi misurare lesatta
distanza che te ne separa. Qui sta anche
la differenza che il tradurre ha col poetare
in proprio, dove lideale prende forma a un
tempo stesso con la scrittura, o, se preesiste,
un fantasma a cui si d corpo), con
esempi illuminanti di correzioni apportate
al testo nel corso degli anni.
Per concludere, un libro, questo, ben
congegnato, che sembra immediato nella
sua naturalezzaanche formale, ma non lo
, e che mostra la profondit degli studi
di un uomo che ha dedicato la propria vita
alla poesia.
Un ultimo appunto: il pregio, non da
poco, del libretto di ottanta pagine che,
una volta letto e richiuso, rimane qualcosa
in sospeso: si sente il bisogno di leggere
poesia.
Anna Cristina Rupp-Gysi
AINO PAASONEN e ANDREA PAGANINI, Remo Fasani.
Montanaro, poeta e studioso di Dante,
Longo, Ravenna 2005.