COMPONI IL PUZZLE
di Andrea Paganini
2013
Qualcuno – chi? – assume Chaouqui in Vaticano, alla COSEA.
2015
Chaouqui viene arrestata in Vaticano ("caso Vatileaks").
Fonti:
Fonti:
Il Papa riconosce che la nomina di Chaouqui è stato un errore.
Chaouqui è sospettata di aver compiuto gravi reati: «La procura di Roma ipotizza che i tre abbiano utilizzato gli atti «catturati» nei computer delle vittime designate per poi minacciarle. E abbiano sfruttato il ruolo che la donna aveva ottenuto da papa Francesco all’interno della Cosea, la commissione per gli affari economici della Santa Sede».
2016:
Chaouqui, processata e condannata per truffa aggravata e per falso, dice di avere «documenti scottanti» per – intuisce il «Corriere» – minacciare qualcuno nella Curia, certa di poter «ricucire» con il Santo Padre:
Fonti:
Poi comincia ad attaccare Becciu:
2017:
Chaouqui prospetta l'uscita di documenti compromettenti per Becciu e comincia a mandargli «messaggi minatori».
Fonti:
2018:
Chaouqui afferma di avere «una cassaforte piena di documenti riservati» del Vaticano, aggiungendo: «Non possono liberarsi di me». Due frasi che, lette insieme, risultano inquietanti.
In teoria Chaouqui non dovrebbe nemmeno avvicinarsi al Vaticano, ma a quanto pare continua a entrare e uscire dal Vaticano. Poi afferma d'aver consegnato al Vaticano «tutti i dossier che avevo custodito» (ciò che risulterà essere un'altra bugia).
Fonti:
Poco dopo il Papa nega la grazia richiesta dalla Chaouqui.
Lei dà la colpa a Becciu, che pure aveva tanto lusingato.
2019:
Nell'ottobre del 2019 Maria Giovanna Maglie, amica della Chaouqui, addossa colpe al Cardinale e gli prospetta brutti trattamenti da parte dei superiori (restrizioni alla libertà di movimento...).
Fonti:
2020:
Nell'estate del 2020 Genoveffa Ciferri, in contatto con la Chaouqui, predice al card. Becciu che entro un mese lui perderà il berretto cardinalizio, come in effetti accadrà. Come fa a saperlo?
Nel 2018 «la donna aveva annunciato di aver dato mandato al notaio Pasquale Landi di restituire al Vaticano tutti i dossier che in più occasioni aveva detto di custodire in casa o in un caveau»: anche in questo caso le parole non corrispondono ai fatti.
E infine: «copie di quei documenti, insieme a materiale ad uso esclusivo della Santa Sede, sarebbe rimasto in possesso della donna dai tempi del suo incarico in Vaticano, nonostante il Regolamento Generale della Curia Romana, in vigore dal 1999, vieti esplicitamente al personale in servizio di "asportare documenti originali, fotocopie, copie elettroniche o altro materiale d’archivio e di lavoro riguardante l’Ufficio e tenere fuori dall’ufficio note o appunti privati circa le questioni che si trattano nei Dicasteri"».
Come mai non si sono ancora viste le conseguenze di questa grave infrazione alla legge sul piano penale? C'è dietro un losco baratto, un "Do ut des"?
«Rimane comunque il dubbio, in particolare per i timbri, sulla loro eventuale autenticità: Chaouqui nel 2016 era stata condannata per falso, tentata truffa e truffa aggravata, pena patteggiata ad otto mesi, per aver utilizzato fino al 2014 il pass di una zia disabile morta nel 2008 con l’obiettivo di attraversare con l’auto la Ztl nel centro storico di Roma. Le indagini evidenziarono che vennero utilizzati anche dei timbri falsificati per rendere credibili i rinnovi dei documenti della zia defunta». Un altro caso di falsificazione, quindi.
Fonti:
Nel processo emergeranno fatti strani: «Il Pontefice che mette per iscritto al Cardinal Becciu che la Chaouqui non deve mettere piede in Vaticano. La Gendarmeria, che sovraintende alla sicurezza del Vaticano, fa mettere alla Chaouqui i piedi dove gli pare ed anche le mani sugli archivi riservati del Vaticano, tanto che si porta a casa carte, timbri e quant’altro. Diddi e Pignatone non consentono alle difese di appurare il “quantum” scritto dalla Ciferri a Diddi in 126 chat. La difesa ha diritto a conoscerne solamente 6.» (Korazym).
2021:
Nella puntata dell'11 gennaio 2021, Report evidenzia come una parte della provvigione di 12 milioni di Mario Benotti, un giornalista accusato di aver esercitato una “moral suasion” sull’ex commissario Covid Arcuri per l’acquisto di oltre 800 milioni di dispositivi di protezione, «sarebbe finita alla “Papessa”, Francesca Immacolata Chaouqui, coinvolta nello scandalo Vatileaks» («per la ricettazione dei soldi provenienti provenienti col traffico di influenze; ma io da dove provenivano i soldi con cui pagava Benotti che mai ne potevo sapere?», afferma Chaouqui). Sempre Report: «In un interrogatorio mons. Balda […] disse che la “Papessa” era legata ai servizi segreti italiani. Si diceva spaventato dal mondo che aveva dietro e che la Chaouqui aveva come consigliere Luigi Bisignani. In Vatileaks anche Benotti fu indagato, ma immediatamente archiviato. Ma con la Chaouqui ha mantenuto buoni rapporti, al punto da affidarle la comunicazione e la cura della sua immagine» (fra l'altro per produrre un programma che si chiama "Un democristiano in borghese" e per fare un libro). E ancora: «Va detto che Benotti è rimasto coinvolto nella vicenda dello scandalo del Vaticano proprio per la sua amicizia con la Chaouqui, che è stata accusata di dossieraggio a scopo ricattatorio in quegli anni». Benotti è morto nel 2023 a soli 59 anni.
Fonte:
Carlo Cambi, Tempesta di spie in Vaticano, in «Panorama», 1° settembre 2021.
Giacomo Amadori, «La verità su Becciu e l'intrigo vaticano», in «Panorama», 14 luglio 2021. Davvero Chaouqui frequentava «gli uffici della Gendarmeria e dei promotori di giustizia» prima del rinvio a giudizio di Becciu?
2022:
Nell'agosto del 2022, mentre si accinge a testimoniare al processo contro Becciu, la Chaouqui viene ammessa dal Papa al baciamano.
Fonti:
Emiliano Fittipaldi, Così i messaggi della Chaouqui travolgono il processo Becciu, in «Domani», 1° dicembre 2022. Un cane che si morde la coda? «PROFESSOR DIDDI, sono la dottoressa Genevieve Ciferri. La sodale della famiglia Perlasca e di monsignor Alberto Perlasca. Mi inginocchio davanti a lei e la imploro di aiutare il monsignore, che oggi sotto l’incalzare delle difese ha fatto suo malgrado, la figura del testimone non credibile… i suggerimenti di quel memoriale a cui oggi Perlasca non ha saputo rispondere in merito a chi li avesse forniti, sono stati suggeriti dalla signora Francesca Immacolata Chaouqui a me, come provenienti DA LEI PROFESSOR DIDDI»: parole di Genevieve Ciferri (l'amica di Perlasca). Insomma: il magistrato Diddi, secondo Chaouqui, stando alla testimonianza di Ciferri, passando attraverso le due donne, avrebbe suggerito al testimone chiave Alberto Perlasca ciò che avrebbe dovuto riferire allo stesso magistrato Diddi! O altrimenti detto: "Io so che Diddi vuol sentire una certa cosa, per cui gliela faccio raccontare da una persona che gli darà soddisfazione". E a organizzare questo sarebbe stata la Chaouqui: «Sarebbe stata lei, dice la Ciferri, a convincere Perlasca a confessare i presunti peccati di Becciu. E a organizzare una cena tra lo stesso Becciu e Perlasca al ristorante Lo Scarpone nel quale lo stesso Perlasca – su richiesta della Chaouqui che sembra dunque partecipare alle indagini non si capisce bene con quale ruolo – ha registrato il cardinale». E ancora: la Chaouqui «millantava una stretta collaborazione con lei (Diddi) riguardo alle indagini, con il promotore Gian Piero Milano, la gendarmeria e il Santo Padre stesso». Non basta: secondo Perlasca «la signora all’inizio delle attività di indagine sul mio conto mi inviava via telefono messaggi minatori, sottolineando che ero nelle sue mani, e solo lei poteva salvarmi da carcere certo, facendo chiaramente intendere di poter esercitare influenze sugli inquirenti». E voilà: il testimone era ricattato e/o ricattabile! Domanda aperta: la Chaouqui millanta o effettivamente collabora con i pdg, con i gendarmi e con il Papa? Conclude infatti Fittipaldi: «Perché delle due l’una: o Chaoqui per motivi ignoti ha macchinato contro Becciu all’insaputa di tutti gli inquirenti, oppure è ingranaggio di una partita più grande. Tutta ancora da raccontare.»
Genoveffa Ciferri rivela che la Chaouqui le diceva cosa doveva riferire a Perlasca per far «scapicollare» Becciu. Perlasca afferma nel processo di aver creduto che le raccomandazioni della Chaouqui provenissero da un ex magistrato in pensione. Inoltre Ciferri afferma che Chaouqui le ha raccomandato che è assolutamente necessario proteggere Diddi. Come mai questo non è stato rilevato dalla giustizia e dalla stampa?
>> cfr. gli atti del processo.
Sintetizza «Korazym»: «Francesca Immacolata Chaouqui ha fatto parte della Pontificia Commissione Referente di Studio e Indirizzo sull’Organizzazione della Struttura Economica-Amministrativa (COSEA) che venne istituita da Papa Francesco il 18 luglio 2013 con lo scopo di raccogliere informazioni in vista della riforma finanziaria. Nominata da Papa Francesco, la Chaouqui finì al centro dello scandalo Vatileaks 2 e fu condannata dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano il 7 luglio 2016 a 10 mesi di carcere (pena sospesa per 5 anni) per concorso con Monsignor Lucio Angel Vallejo Balda nella diffusione di documenti riservati della Santa Sede.
Per propria ammissione ha copiato e portato via l’archivio della COSEA. Poi, secondo quanto riferito da TgCom24 il 6 dicembre 2020 [QUI], durante una perquisizione negli uffici e nell’abitazione di Francesca Immacolata Chaouqui, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma su alcune maxicommesse da 72 milioni di euro per l’acquisto di 801 milioni di mascherine dalla Cina durante la prima ondata dalla pandemia di Sars-CoV-2, gli uomini del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza di Roma avrebbero trovato documenti del Vaticano su Papa Francesco, sull’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), faldoni sul caso 60SA, e poi timbri con gli stemmi della Santa Sede, sigilli pontifici e pergamene pregiate con in filigrana la parola “Secretum”, utilizzate generalmente dalla Segreteria di Stato o dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. “Sono estranea a tutto”, si era difesa la pierre, che si era detta “sorpresa” per l’inchiesta a suo carico e “pronta a chiarire tutto con i magistrati”. Secondo il quotidiano La Verità, le Fiamme Gialle hanno compiuto delle perquisizioni oltre che nell’abitazione di Mario Benotti, indagato nell’inchiesta e legato alla pierre, anche in casa e nella sede della sua agenzia di comunicazione, la View Point Strategy srl (azienda fondata nel 2016 insieme al marito Corrado Lanino). I finanziari non avrebbero trovato documenti riguardanti società cinesi, ma, in compenso, numerose carte vaticane, sigilli e timbri della Santa Sede, distinte, bilanci, lettere, un quaderno di appunti con versi di poesie ripetuti centinaia di volte e che contenevano, attraverso la sequenza di Fibonacci, un codice per aprire uno scrigno, antiche copie della Divina Commedia e documenti finanziari risalenti anche all’epoca in cui la pierre era membro della COSEA».
E poi: Roberto Frulli, L'ex-direttore del Dis, Vecchione conferma: Cecilia Marogna collaborò con i Servizi, in «Secolo d'Italia», 20 aprile 2022. Anche in spagnolo.
2023:
Poco dopo Chaouqui afferma: «Io e il papa abbiamo un nostro modo di comunicare informazioni, e non lo spiegherò nei dettagli certo a voi». Parla ai giornalisti convocati per il suo show, ma… come mai il tribunale non fa luce su questo aspetto?
Fonti:
Non bisogna chiarire questo «modo di comunicare»? Chi faceva – o fa – da tramite tra Chaouqui e il Papa? Forse la stessa persona che gli portò l'«Espresso» prima ancora che arrivasse nelle edicole? O il contatto è diretto?
Ha inoltre dichiarato la Chaouqui: «Racconterò come il cardinale mi ha allontanato dal Santo Padre e poi come il Santo Padre mi ha richiamata al suo fianco».
La Chaouqui ha esercitato pressioni su Perlasca con oscure minacce: «Io so tutto di te (...) e conservo tutto nei miei archivi (documenti, foto, video che varrebbero oro se non fossi chi sono). A differenza di te io ho scelto di non distruggerti. (...) E non bloccarmi, perché altrimenti mi senti dalle pagine dei giornali».
Chaouqui rimane in contatto con Perlasca almeno fino al 26 novembre 2022. Dopo le sue prime testimonianze al processo gli manda un messaggio e gli suggerisce di incontrarsi prima di tornare in aula: «Il mio interesse e penso quello comune è che il mio supporto non emerga processualmente, perché sarebbe difficile da spiegare, soprattutto nelle conseguenze che ha avuto».
Nicole Winfield, Vatican Vendettas: Alleged witness manipulation Jolts trial, in «AP», 5 dicembre 2022. Anche in francese. E in turco. E in spagnolo.
Ha rilevato Antonino Monteleone: «Perché il suo ruolo non doveva emergere? Sembrerebbe un'ingerenza indebita nei confronti dell'autorità inquirente vaticana. (...) Il Papa sapeva che lei stava "consigliando" la Ciferri per trasformare Perlasca da un ruolo passivo a un ruolo molto attivo e pesante nell'accusa a Becciu?».
E lei: «Se io non fossi stata nominata in Cosea, probabilmente [Becciu] sarebbe papa adesso; al prossimo Conclave magari diventava papa»; «Grazie a me Becciu non diventerà papa».
«Francesca Immacolata Chauqui davanti ai magistrati vaticani ha ripetuto di "informare regolarmente il Pontefice", aggiungendo che sta collaborando con lui per fare affiorare la truffa ai danni del Vaticano. Ha depositato libri e materiale audio registrato da Perlasca, ha aggiunto che "era stato Becciu a convincere il Papa" del suo arresto, e che nel 2018 ricevette una chiamata di Francesco. "Fino a quel giorno io non avevo nulla, nemmeno un lavoro. Inizio così a lavorare per capire cosa stava succedendo alle spalle del Papa".
Il nome della Chaoqui è emerso dopo che il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, ha ricevuto prima di Natale sul suo telefonino 120 messaggi whatsapp tra la pr e Genoveffa Ciferri, amica del testimone numero uno, il prelato Alberto Perlasca, già responsabile dell'ufficio finanze in Segreteria di Stato. Una donna che in passato ha lavorato per il Dis e ha sempre difeso Perlasca ritenendolo debole e raggirabile. Ciferri e Chaouqui convinsero così Perlasca a collaborare e a far registrare i podcast al sacerdote che poi sono serviti a redigere il memoriale sul quale è stato imbastito tutto il processo sul palazzo di Londra. Chauqui ha informato che i podcast sono tutti stati ascoltati da Papa Francesco. La versione fornita ai magistrati di Chaouqui però non coincide sempre con quella della signora Ciferri, poiché quest'ultima ritiene di essere stata raggirata da Chaouqui visto che avrebbe “millantato” conoscenze e legami con i gendarmi e i magistrati.
Alcuni avvocati hanno energicamente manifestato disappunto al presidente del tribunale Pignatone perché il processo sta ormai assumendo contorni grotteschi. "E' diventata una buffonata". Chi ha raggirato chi, al momento resta un mistero. La chiave di tante risposte resta racchiusa nei 120 messaggi - tutti omissati e non disponibili nella loro interezza - inviati da Ciferri sul cellulare di Diddi. Ciferri però ha riferito anche che per evitare che si possano perdere o possano essere danneggiati ha provveduto a depositarli presso un notaio di Rieti. A futura memoria (non si sa mai).»
Ma poi il Tribunale vaticano ha protetto la Chaouqui, cancellando il suo interrogatorio già calendarizzato per il 16 febbraio 2023. Come mai? Cosa c'è da nascondere?
Scrive Ivo Pincara: «Il fatto che questa signora non potrà più venire a fare suo show nell’Aula del Tribunale vaticano, alla ricerca di visibilità a tutti i costi, è solo guadagno. Non abbiamo perso niente, perché era evidente che il Tribunale vaticano non aveva nessuna intenzione di fare luce sui rapporti tra questa signora e il Papa, visto che il Presidente Pignatone non ammetteva alcuna domanda al riguarda, interrogativi che potrebbe essere devastanti. Come fa questa signora ad avere l’ascendente sul Papa? La Santa Sede lo consente?
Che non si tratti di una millanteria della signora è confermato dal fatto che il Tribunale vaticano:
•non ha ammesso alcuna domanda su tale rapporto (né su chi avesse organizzato il famoso baciamano);
•ha consentito un atteggiamento di sfida della signora nei confronti dei difensori (altri sono stati aspramente redarguiti per molto meno);
•non consente che vi sia in confronto tra la signora e la Ciferri, che avrebbe potuto far emergere il contenuto dei messaggi omissati e che devono restare “coperti”;
•non ha ammesso il Papa come testimone della difesa e la signora come testimone dell’accusa (fu convocata dal Presidente Pignatone soltanto per verificare le contradizioni emerse a seguito dell’interrogatorio di Mons. Alberto Perlasca e per la segnalazione del Promotore di Giustizia Diddi al Presidente Pignatone, a seguito dei messaggi ricevuti dalla Ciferri).»
Felice Manti, Riparte il processo a Becciu: ecco cosa non torna, in «Il Giornale», 4 settembre 2023. Anche in inglese.
E come mai Diddi tiene nascosti 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri?
Fonti:
Il giorno della condanna di Becciu – 16 dicembre 2023 – Chaouqui si appunta una medaglia per aver conseguito il suo obiettivo:
Fonti:
Carlo Intrieri, In Vaticano dietro i dossier di Striano c'è la guerra tra Ior e Segreteria di Stato, in «Il Riformista», 14 marzo 2024. Alle origini dell'imbroglio?
2024:
Elimiano Fittipaldi, Ecco le chat sul caso Orlandi «Bisogna far sparire tutto», in «Domani», 10 maggio 2024. Francesca Immacolata Chaouqui è la “Papessa”: già «accusata di dossieraggio a scopo ricattatorio», licenziata e condannata con divieto di entrare in Vaticano, afferma tuttavia che ha il suo personale «modo di comunicare informazioni» con il Papa. Dopo che nel settembre del 2020 il card. Becciu venne cacciato dal Papa (cacciato da innocente, fino a prova contraria), la Guardia di Finanza italiana, che indagava per altri motivi, trovò nella casa e nell’ufficio della Chaouqui – accusatrice di Becciu – «documenti del Vaticano su Papa Francesco». L'interrogatorio della Chaouqui al processo calendarizzato per il 16 febbraio 2023 è stato improvvisamente e inspiegabilmente cancellato. E cosa c'entra Pell? > Video
Chaoqui sarà anche una che «parla con il Papa direttamente», ma la credibilità è un'altra cosa.
«Non distruggiamo il Vaticano»: parola di Chaouqui! (Ansa) Se lo dice lei...
Emanuela Orlandi, le chat tra Chaouqui e monsignor Balda: «Dobbiamo far sparire quella roba e pagare i tombaroli», in «Il Messaggero», 10 maggio 2024. Anche in francese.
Il 14 maggio 2024, riferendosi chiaramente al card. Becciu (da poco condannato), Chaouqui ha detto: «Ne è valsa la pena, perché se il Santo Padre ti affida una missione, non è importante quanto è difficile; l’importante è ottenere il risultato. (…) Ci ho messo dieci anni per dimostrare questo (...). Tu decidi di supportare il Santo Padre, perché vuoi aiutarlo nella sua missione. (…) Io quel bene che assorbo dal rapporto con il Santo Padre l’ho portato in 37 paesi». Cosa intendeva dire? Che papa Francesco l'avrebbe incaricata di "far fuori" il card. Becciu, magari manipolando il testimone principale Alberto Perlasca e lo stesso sistema giudiziario vaticano? È possibile o si tratta di una millanteria? E in che senso lei «assorbe» il bene dal rapporto con il Santo Padre?
Arieccola, più spregiudicata e pregiudicata che pria: Francesca Immacolata Chaouqui, in «Dagospia», 16 maggio 2024. «Informazioni false, minacce e rancore». Davvero in Vaticano c'è qualcuno che le dà credito?
Valeria Pacelli, Tentata estorsione a B.: il processo a Lavitola da rifare, in «Il Fatto Quotidiano», 14 giugno 2024. Diddi, il promotore di giustizia vaticano, difende in Italia Lavitola, il quale insieme a una persona vicina al segretario del Papa incontra Ranucci, il quale diffonde calunnie su Becciu con il sostegno di Chaouqui, protetta da Diddi insieme a Perlasca, che al mercato mio padre comprò... Non c'è più di un legittimo sospetto?
Paolo Maninchedda, Becciu: il silenzio dei vigliacchi, in «Sardegna e Libertà», 1° luglio 2024. «Il primo elemento che emerge è che Becciu non ha subito un equo processo (non a caso presieduto da un ex magistrato come Giuseppe Pignatone che solo dei folli, o delle menti raffinatissime, hanno potuto chiamare a presiedere questo giudizio, dopo aver letto le carte del processo Palamara e le carte dei tanti libri sulla magistratura ai tempi di Falcone e Borsellino). Non è stato consentito a Becciu di accedere a documenti importanti, citati dall’accusa per le sue imputazioni ma non disponibili nel processo. Becciu ha visto cambiare quattro volte, durante il suo processo e esplicitamente contro di lui, quello che noi chiameremmo il Codice di Procedura Penale, con violazione conclamata del principio giuridico della ratione temporis. È stato accusato di peculato, ma non un euro è stato reperito nei suoi conti personali e i celebri finanziamenti ai familiari (tra cui la conclamata birreria e l’aiuto alla cooperativa del fratello) si sono rivelati o inesistenti o non iscrivibili sotto il segno del reato di peculato data l’attività (certificata) svolta dalla cooperativa per la Caritas diocesana. Le due iniziative di cui è accusato (i soldi per il palazzo e i soldi alla Marogna) sono risultati entrambi istruiti dagli uffici e autorizzati dal Pontefice. Che poi Becciu si sia fatto ammaliare dalla Marogna è un’altra questione, ma, si potrebbe dire, che l’ammaliamento della Marogna sembra essere stato meno infausto dell’ammaliamento del Pontefice per la Chaouqui.»
Andrea Paganini, Lettera aperta al dottor Pignatone, in «Il Riformista», 7 agosto 2024. «Sul Riformista il professor Paganini pone una domanda centrale per chi ha seguito il delicatissimo caso Becciu. Perché Pignatone, presidente del tribunale vaticano, non ha applicato nel processo da lui presieduto i principi di garanzia e di tutela dell'imputato che adesso, da inquisito invocherà a suo favore? è un articolo serio, da leggere» (Mario Segni). «Andrea Paganini su @ilriformista "Lettera aperta al dottor Pignatone". Immagini se Lei avesse la sfortuna di essere giudicato dal Tribunale Vaticano da Lei presieduto che ha giudicato il cardinal Becciu e non invece da un tribunale della Repubblica Italiana!» (Arturo Parisi).
Andrea Paganini, "Caso Becciu": un'inchiesta tra giustizia e ingiustizie, in «Settimana News», 17 dicembre 2024. «Becciu nel primo grado di giudizio è stato condannato, ma senza nemmeno l’ombra di una prova; anzi le prove emerse a suo discarico sono state completamente ignorate nella sentenza, e gran parte del materiale probatorio è stato occultato (ad esempio 120 su 126 messaggi WhatsApp intercorsi tra le due donne che hanno tramato con Perlasca, ma anche parti sostanziali dell’interrogatorio di quest’ultimo coperte da omissis): la giustizia, insomma, invece di cercare la verità, l’ha nascosta scientemente. E questo è gravissimo. Come ben emerge dal libro di Nanni, il vero scandalo in Vaticano è quello della giustizia ingiusta. Ma la verità non muore, benché faccia molto meno rumore e sia più lenta delle calunnie: prima o poi arriva. Il caso Becciu di Mario Nanni è un tassello molto importante per farsi raggiungere dalla verità che, come credono i cristiani, ci farà liberi.» Anche in spagnolo.
Nel dicembre del 2024 Chaouqui ha affermato fra l'altro di apprezzare Elon Musk: «Non per i soldi, ma per la capacità di tenere in scacco con le sue idee il pianeta intero». Come lei tiene in scacco il vertice della Chiesa?