Sull'Obolo di San Pietro
Qualcuno – CHI? – ha attivato un’orchestratissima campagna stampa affermando che la Segreteria di Stato del Vaticano avrebbe utilizzato l’Obolo di San Pietro per compiere degli investimenti immobiliari, o addirittura speculativi; e beninteso dando la colpa all’ex sostituto Becciu. L’Obolo di San Pietro è il denaro che i fedeli di tutto il mondo donano al Papa per le necessità della Chiesa (finanziamento della sua missione, della Santa Sede, dello Stato della Città del Vaticano) e per azioni di carità. Ovviamente l’opinione pubblica, scandalizzata, ha sollevato un’ondata di indignazione, poiché i giornaloni titolavano che i soldi per i poveri venivano destinati ad altri scopi. A parte il fatto che papa Francesco ha spiegato, il 26 novembre 2019, che il denaro della Chiesa va saggiamente amministrato («Tenere i soldi nel cassetto non è una buona amministrazione. La buona amministrazione è cercare di fare un investimento e fare in modo che il capitale non si svaluti, si mantenga o cresca un po'. Questa è una buona amministrazione: chiaro?»), e a parte il fatto che la Chiesa da sempre per sostenersi si serve anche di investimenti in campo immobiliare, i fatti emersi al processo hanno dimostrato che l’accusa era una bufala: in realtà nemmeno un centesimo dell’Obolo di San Pietro è stato utilizzato per l’investimento immobiliare di Londra al centro del processo in corso in Vaticano. La domanda ora è: come mai il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi – vale a dire l’accusatore del cardinale Becciu, che fra l’altro è pagato pure con l’Obolo di San Pietro – ha alimentato e cavalcato tali menzogne e calunnie, causando discredito e danno alla Chiesa fino quasi alla fine del processo, smentendole solo nella requisitoria finale, quando ormai la frittata era fatta e non poteva più negare l’evidenza? PERCHÉ?
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Vincenzo Corrado, Giornata per la carità del Papa, in «Gazzetta D'Alba», 26 giugno 2014.
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Vatileaks, mons Becciu: "Libri? Sono cose che già sapevamo", in «TV2000», 5 novembre 2015.
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Becciu, mai manomesso soldi dei poveri, in «ANSA», 29 ottobre 2019.
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Mimmo Muolo, Galantino: nessun saccheggio dell'Obolo di San Pietro, in «Avvenire», 31 ottobre 2020.
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Nunzio Galantino, Bilancio di missione, in «Vita Pastorale», 3 febbraio 2021.
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G. Trần Đức Anh O.P, Thời sự tài chính tại Vatican, in «Vatican News», 13 novembre 2021.
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Kardinal Becciu beteuert in Vatikan-Finanzprozess seine Unschuld, in «Kathpress», 5 maggio 2022.
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Angelo Becciu, Dichiarazione spontanea davanti al Tribunale Vaticano, 5 maggio 2022.
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Giovanni Minoli interroga Renato Farina sul processo contro il card. Becciu, Il mix delle cinque, Rai Radio 1, 9 maggio 2022 (dal minuto 10). E la trascrizione su «Korazym».
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Comunicato dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, 1° luglio 2022.
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Vaticano vende prédio pivô de escândalo em Londres, in «Noticias uol», 1° luglio 2022.
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APSA: venduto il palazzo di Londra a Sloane Avenue, in «Vatican News», 1° luglio 2022.
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Massimiliano Coccia parla a vanvera ai microfoni di "Wake up" su TOradio, luglio 2022. L'iniziatore della campagna di diffamazione contro il card. Becciu è un maestro della disinformazione: un pagliaccio – oltre che un falsario – che non fa ridere, ma che ha credito presso la magistratura vaticana. Ricordo che nemmeno un centesimo dell'Obolo di San Pietro è stato usato per l'investimento di Londra e che l'8x1000 non c'entra nulla con il Vaticano (semmai con la Cei)!
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Mi.Fi., Finanza: il portafoglio del Papa, in «Advfn», 25 luglio 2022.
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Andrea Gagliarducci, Processo Palazzo di Londra, cosa c'era dietro il dibattito sull'investimento, in «ACIstampa», 1° ottobre 2022. La questione puzza sempre più di marcio. Il revisore dei conti Cassinis Righini, già braccio destro del predecessore Milone (cacciato per comportamento scorretto) e ora testimone dell'accusa, giurando sul Vangelo di dire la verità, ieri ha detto e fatto cose piuttosto strane. 1) Cassinis Righini ha affermato d'essere sicuro che Papa Francesco non era informato sull'investimento del Palazzo di Londra e poco dopo ha sostenuto di non poter sapere se il Papa sapesse o meno. Mentre c'è quantomeno una foto che ritrae Torzi con papa Francesco! 2) Il 5 dicembre 2016 il Papa ha firmato un rescritto che ribadisce l’autonomia della Segreteria di Stato, vale a dire che essa non sottostava al revisore, ma ecco che lui, Cassinis Righini, ha sostenuto che quel rescritto... «non me lo ricordo». Insomma: un po' come se un autista che ha invaso la carreggiata sbagliata affermasse di non ricordarsi che con il semaforo rosso avrebbe dovuto fermarsi. Credibile? 3) Lo stesso Cassinis Righini ieri ha sostenuto che i fondi dell'investimento di Londra facevano parte dell'Obolo di San Pietro. Come fa a affermare ciò che mons. Galantino ha già negato? Ha uno straccio di prova o parla a vanvera? Insomma, per aver giurato sul Vangelo, questo comportamento del revisore puzza davvero parecchio.
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Barbara Castelli, Nuovi testimoni al processo il Vaticano, in «Vatican News», 27 ottobre 2022. Anche in portoghese. E in spagnolo.
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Kardinal Cantoni aus Como will im Vatikan-Strafprozess aussagen, in «Kath.ch», 28 ottobre 2022.
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Estados Unidos.- Funcionario vaticano afirma que se usaron donaciones de fieles para pagar a un abogado de casos de abusos en EE.UU., in «Notimérica», 28 ottobre 2022. Anche in spagnolo.
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Cindy Wooden, Pope Francis'top charity in 2022 was aid to Ukraine, in «America», 30 giugno 2023.
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Tonino Solarino, C'è ingiustizia in Vaticano!, in «Il Sismografo», 2 agosto 2023.
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M.N., Processo in Vaticano: legali Becciu, "assolvete un innocente!", in «Sir», 22 novembre 2023.
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Fondi della Santa Sede, gli avvocati di Becciu chiedono l'assoluzione. Lui: «Tre anni di dolore, ferito dai sospetti», in «L'Unione Sarda», 22 novembre 2023. Anche in tedesco. E in cinese.
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I legali del cardinale Becciu: "Assolvete un innocente", in «Avvenire», 22 novembre 2023.
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Alessandro Di Bussolo, Processo vaticano, le ultime arringhe dei legali di Becciu e Tirabassi, in «Vatican News», 6 dicembre 2023. Anche in spagnolo. E in portoghese.
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Andrea Paganini, "Caso Becciu": verso la sentenza, in «Settimana News», 11 dicembre 2023.
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Ivo Pincara, Caso 60SA. "The Times": il Vaticano andrà sotto processo nel Regno Unito per la prima volta nella storia per il "processo del secolo", in «Korazym», 23 giugno 2024. Il promotore di giustizia vaticana Alessandro Diddi ha mentito ed è accusato di «perversione del corso della giustizia»?
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Francesco Peloso, Il Vaticano ha i conti in rosso, il Papa corre ai ripari per allontanare lo spettro del default, in «Lettera 43», 25 settembre 2024. «In realtà, la Santa Sede vive da sempre anche delle offerte dei fedeli, per questo la ‘moneta’ della credibilità dell’istituzione è tanto importante e, sotto questo profilo, indubbiamente, oltre alla crisi economica internazionale, a dare un colpo alla Chiesa è stato anche il deflagrare di un altro scandalo: quello degli abusi sessuali. In questo senso va rilevato il costante calo delle risorse provenienti dall’Obolo di San Pietro che, lontano da ogni retorica circa il loro uso per i poveri, sono determinanti per la sopravvivenza della Curia e degli organismi centrali della Chiesa. In tutto, secondo gli ultimi dati diffusi dal Vaticano nel giugno scorso, nel 2023 le entrate del Fondo Obolo sono ammontate a 52 milioni di euro (nel 2013 erano di 78 milioni di euro), mentre le uscite sono risultate pari a 109,4 milioni. Queste ultime, sono dovute, in maniera preponderante, alle spese necessarie per mantenere i diversi dicasteri vaticani. «Le spese sostenute dai 68 dicasteri, enti e organismi a servizio della missione universale del Santo Padre», si legge nel bilancio dell’Obolo, «sono ammontate nel 2023 a 370,4 milioni di euro, dei quali circa 90 milioni (pari al 24 per cento) sono stati coperti dall’Obolo». Solo 13 milioni sono invece andati a progetti di assistenza diretta ai poveri. Nel 2021, primo anno in cui è stato reso noto il rapporto finanziario sull’Obolo, «le spese totali dei 70 dicasteri ed enti considerati insieme nel gruppo ‘Sostegno alla Missione Apostolica’ del Santo Padre sono ammontate a 237,7 milioni, di cui 55,5 milioni (23 per cento) sono stati finanziati dall’Obolo». Dunque le spese crescono e, nel frattempo, le offerte dei fedeli diminuiscono.»
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Andrea Gagliarducci, Processo Palazzo di Londra, la sentenza apre il dibattito sul futuro della Santa Sede, in «ACIstampa», 5 novembre 2024. «In più di 800 pagine di sentenza, il Tribunale Vaticano non solo non è riuscito a chiudere oltre ogni ragionevole dubbio una vicenda spinosa che riguarda la gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Ha, piuttosto, aperto un altro dibattito, che riguarda l’efficacia stessa di un Tribunale Vaticano in cui il Papa interviene con quattro rescritti ad un processo in corso per – è la spiegazione del promotore di Giustizia Alessandro Diddi – “riempire i vuoti normativi”. la sentenza ha anche creato nuove comprensioni giuridiche, che a volte sembrano confondere o mescolare diritto canonico, legge dello Stato della Città del Vaticano e giurisprudenza italiana, fino ad arrivare alla teorizzazione che ci possa essere peculato solo per il fatto di aver usato male i fondi, senza che ci sia un vantaggio personale ed ha, soprattutto, aperto la strada a chi, in realtà, vuole colpire l’indipendenza stessa della Santa Sede. Perché di fronte a questo processo e al modo in cui è stato svolto, a partire dalle indagini, il parere che colpisce di più è forse quello di un vaticanista esperto come John Allen, che arriva a sostenere che eventualmente il Papa dovrebbe rinunciare al Tribunale vaticano ed alle proprie prerogative di giudice supremo. (…) La Segreteria di Stato si trova a dover difendere la propria autonomia, fino a perderla del tutto proprio a motivo di questo processo, in cui dapprima il Papa mostra di voler difendere l’investimento, e poi alla fine decide di agire in maniera opposta. (…) La denuncia dello IOR ha dunque l’effetto di scardinare un intero sistema vaticano. Lo IOR è controllato dall’AIF, che viene bloccato di fatto nella sua attività di intelligence dalle perquisizioni scaturite dalla denuncia. La Segreteria di Stato si trova a dover ristrutturare il prestito, dopo aver già dovuto ridefinire una situazione difficile al fine di non perdere i capitali di investimento. Il promotore di Giustizia diventa una sorta di deus ex machina, dotato di poteri speciali e autorizzato dal Papa ad agire in maniera sommaria. (…) L’attività del Papa nelle attività processuali ha garantito il profilo di indipendenza o ha messo a rischio il senso stesso dello Stato di Città del Vaticano – considerando che Giovanni Paolo II delegò le sue funzioni di sovrano ad una commissione cardinalizia proprio per preservare l’indipendenza dello Stato e la sua da Papa? E, soprattutto, abbiamo assistito ad una “vaticanizzazione” della Santa Sede, dove le leggi dello Stato hanno sovrastato l’importanza di mantenere un profilo internazionale e istituzionale, aderente alle convenzioni internazionali ma fermo nella sua specificità?» QUESTO PROCESSO È STATO UN AUTOGOL? SE IL PAPA POTESSE TORNARE INDIETRO, AGIREBBE ANCORA COME FECE IL 24 SETTEMBRE 2020?
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Andrea Gagliarducci, Pope Francis, grappling with a collapsing system, in «MondayVatican», 17 febbraio 2025. Anche in italiano.