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Sul sistema giudiziario vaticano (quattordicesima parte) >>> per la parte precedente clicca qui
«Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati?» (Agostino, De Civitate Dei, cap. IV, 4).
Partendo da due casi narrati nel libro di Daniele e nel vangelo di Giovanni, papa Francesco spiega cos’è la corruzione della giustizia: quella «che era nei giudici di ambedue i casi», sia con l'innocente Susanna sia con la donna adultera, perché «in ambedue i casi i giudici erano corrotti», tanto contro un'innocente quanto contro una peccatrice. Del resto «sempre ci sono stati nel mondo giudici corrotti» e «anche oggi in tutte le parti del mondo ce ne sono». Da parte loro, i corrotti «credono che fanno bene le cose così, si credono con impunità», ha rimarcato Francesco. A Susanna, i giudici dicono: «o fai questo o faremo una falsa testimonianza» contro di te. «Non è il primo caso che nella Bibbia appaiono le false testimonianze», ha affermato il Papa. «Pensiamo a Nabot, quando la regina Gezabele combina tutta quella falsa testimonianza; pensiamo a Gesù, che è condannato a morte con falsa testimonianza; pensiamo a santo Stefano». Ma, ha avvertito il Pontefice facendo riferimento al passo evangelico di Giovanni, «sono corrotti anche i dottori della legge che portano questa donna — scribi, alcuni farisei — e dicono a Gesù: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”». E «anche questi sono giudici». Gli anziani, con Susanna, «avevano perso la testa lasciando che la lussuria si impadronisse di loro». Costoro, invece, «avevano perso la testa facendo crescere in loro un’interpretazione della legge tanto rigida che non lasciava spazio allo Spirito Santo: corruzione di legalità, di legalismo, contro la grazia». «E poi c’è la quarta persona, Gesù: la pienezza della legge», ha spiegato Francesco. E «lui si incontra come maestro della legge davanti a questi che sono maestri della legge: “Tu che ne dici?” gli domandano loro». Ai «falsi giudici che accusavano Susanna» Gesù risponde così «per bocca di Daniele: “Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi”». E «all’altro gli dice: “O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi”». «Questa è la corruzione di questi giudici» ha proseguito il Pontefice in riferimento al passo dell’Antico testamento. Invece «agli altri giudici Gesù dice poche cose: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”». In conclusione il Papa ha invitato a pensare a «questa strada, alla malvagità con la quale i nostri vizi giudicano la gente», perché «anche noi giudichiamo nel cuore gli altri» (sintesi della meditazione mattutina di papa Francesco, 3 aprile 2017).
L'operato del Promotore di (In)Giustizia Alessandro Diddi nel "processo del secolo" è connotato da una serie impressionante di negligenze e lacune (abbagli, granchi, errori, omissioni e gravi pecche), nel migliore dei casi. Ma nel sistema giudiziario del Vaticano – dove non vige una conquista della civiltà moderna come la separazione dei poteri – si sono visti anche imbeccamenti calunniosi a certa stampa, «macroscopiche e sconcertanti trasgressioni dei capisaldi elementari del giusto processo» (Geraldina Boni), leggi modificate a procedimento in corso (sempre in sfavore degli imputati: rescripta che «si sono rivelati ingiusti e irrazionali», sempre Boni), magistrati dell'accusa che non obbediscono al giudice, video di testimonianze censurati, verbali pieni di omissis, testimoni che ammettono d'essere stati manipolati (senza che si approfondisca per capire da chi e perché), interrogatori calendarizzati e poi cancellati, messaggi chat tenuti nascosti, una pregiudicata che muove le pedine a proprio piacimento, promotori di giustizia indegni che non ne azzeccano una, giudici che approvano senza battere ciglio... E intollerabili interventi censori sul materiale probatorio. PERCHÉ? Cosa nasconde il Tribunale vaticano? La cosa più grave – a mio parere – è accaduta nel gennaio del 2023: i Giudici, dopo averlo calendarizzato, hanno inspiegabilmente cancellato l'interrogatorio della Chaouqui previsto per il 16 febbraio 2023 (già spostato una volta), nonché il confronto Chaouqui-Ciferri, richiesto dalle difese. In un articolo del 14 gennaio 2023 si legge un'affermazione di Chaouqui, mossa evidentemente da odio: «Io e il papa abbiamo un nostro modo di comunicare informazioni, e non lo spiegherò nei dettagli certo a voi» (QUI). Parlava ai giornalisti che aveva convocato per il suo show, ma… in tribunale non si potrebbe pretendere che spieghi questo “modo di comunicare”? Chi faceva – o fa – da tramite tra Chaouqui e il Papa? Forse la stessa persona che gli portò l'«Espresso» prima ancora che arrivasse nelle edicole? COME MAI il Promotore di (In)Giustizia Diddi ha nascosto 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri? E COME MAI i documenti pontifici e il materiale riservato della Santa Sede detenuti abusivamente dalla Chaouqui, trovati durante una perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza di Roma nel dicembre del 2020, non hanno ancora avuto conseguenze sul piano giuridico? Le contraddizioni emerse sono davvero troppe ed è necessario che tutte le parti dispongano integralmente dei verbali di Perlasca e di tutti i messaggi inoltrati dalla Ciferri, com'era necessario che potessero interrogare approfonditamente la Chaouqui, onde far emergere i retroscena e le motivazioni rancorose delle sue montature. Se non adempie le condizioni minime per il giusto processo, la Giustizia vaticana dimostra di non amare la verità e perde la propria credibilità. E quanto sia importante essere credibili l'ha testimoniato con la vita un magistrato serio e beato: Rosario Livatino. Nel febbraio 2023 il Papa ha detto ai magistrati che bisogna «evitare il rischio di "confondere il dito con la luna": il problema non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano». In questo modo si presume però che quei comportamenti e quei fatti siano veri, contraddicendo ciò che più volte il Papa stesso ha sostenuto in altri contesti, vale a dire che la presunzione di innocenza fino a prova contraria è un diritto umano fondamentale e fa parte delle «armi legali di garanzia. [...] Perché se iniziamo a uscire da quelle garanzie, la giustizia diventa molto manipolabile». Ma se la luna non c'è? Non è forse il senso stesso dei processi quello di verificare se le accuse ipotizzate nel rinvio a giudizio sono vere o false, se sono fondate sulla realtà o su una messinscena? Se bastasse l'esistenza di un processo per dedurre che fatti e comportamenti sono reali, allora non sarebbe nemmeno necessario aspettarne l'esito, sarebbe una perdita di tempo, visto che tutto è già "chiaro" prima; allora Gesù era colpevole a prescindere, e non c'è nulla da discutere, tanto più che era accusato dalla più alta autorità religiosa dell'epoca. Ma CHI ha scritto quel discorso al Papa?, il quale solo poche settimane prima aveva chiarito lucidamente: «... guardatevi da coloro che creano l’atmosfera per un processo, qualunque esso sia. Lo fanno attraverso i media in modo tale da influenzare coloro che devono giudicare e decidere. Un processo deve essere il più pulito possibile, con tribunali di prima classe che non hanno altro interesse che salvare la pulizia della giustizia». E allora, COM'È POSSIBILE ciò che è accaduto nell'Ufficio del Promotore di (In)Giustizia negli ultimi anni? E negli stessi giorni in cui è stata pronunciata la sentenza sul "caso Becciu" sono stati rimpolpati gli stipendi dei magistrati vaticani.
Un magistrato dev’essere come la moglie di Cesare: non solo deve essere onesto, ma anche sembrare onesto. Di più, non solo deve essere corretto, ma non deve lasciare dubbi sulla sua correttezza: non è possibile che un magistrato, disobbedendo al Giudice, tenga nascosto materiale probatorio in un processo; non è possibile che ritagli i video degli interrogatori e oscuri le testimonianze con “omissis” distribuiti a proprio piacimento; non è possibile che protegga testimoni che hanno manipolato o che sono stati manipolati per incastrare altre persone; non è possibile che nasconda 120 su 126 messaggi che gli sono stati inoltrati perché venissero resi noti alla Giustizia; non è possibile che usi strumentalmente la stampa amica o cooptata per mettere alla gogna persone che avrebbero diritto a un giudizio equo ed equilibrato; non è possibile che tratti gli inquisiti in modo differente, portandone alcuni a giudizio e ignorando i reati degli altri, a seconda delle convenienze o dei suoi teoremi precostituiti. Non è possibile, insomma, che sussista neanche il dubbio o l’impressione che abbia nascosto o manipolato la verità, anziché portarla alla luce. E che per cotanta prestazione gli sia stato alzato lo stipendio! E invece, mentre Perlasca – definito da Diddi «incapace e inetto» (il capo dell'Ufficio amministrativo del Vaticano!) – (ri)diventa promotore di giustizia, nella primavera 2024 viene introdotta una sorta di impunità per i magistrati! Chi ha orecchi per intendere tragga le conseguenze. Ne va della credibilità della Chiesa Cattolica, non solo del Vaticano. E intanto:
1) Il Papa legifera anche in Italia (contra legem)? Nel marzo del 2024 scoppia lo "scandalo dossieraggio": emerge che nel luglio del 2019 – nello stesso mese in cui il Papa con il secondo dei quattro "rescripta" (modifiche alla legislazione, ovviamente vaticana, adottate unicamente per questo procedimento contro Becciu, in deroga alle comuni regole del processo stabilite per legge!) autorizzò lo IOR e l’ufficio del promotore di giustizia ad adottare strumenti tecnologici di intercettazione contro i «soggetti le cui attività di comunicazione siano ritenuti utili per lo svolgimento delle indagini» (e ciò «con il più assoluto riserbo» e con «le modalità più adeguate per l’acquisizione, utilizzazione e conservazione delle prove raccolte») – Pasquale Striano, luogotenente della Guardia di Finanza italiana in servizio alla Procura nazionale antimafia italiana, effettuò accertamenti non autorizzati (quindi illegittimi) contro varie persone coinvolte nel cosiddetto "processo del secolo" in Vaticano; all'operazione avrebbero partecipato anche un magistrato, Antonio Laudati, e membri dei Servizi segreti (deviati?). Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone l'ha definito «un verminaio» e pare che dati segreti siano stati forniti – sempre illegalmente – a Servizi stranieri. Anche a quelli del Vaticano, dove – contrariamente alle indicazioni di Moneyval – agiscono magistrati che lavorano/hanno lavorato pure nella giustizia italiana? La domanda diventa fondamentale: CHI SONO I MANDANTI? Chi era a conoscenza di quel "rescriptum" tenuto segreto? Chi in quel momento sapeva che i promotori di giustizia stavano indagando su Becciu? Erano davvero pochissime persone...! E chi di loro poteva intrattenere un contatto (diretto o indiretto) con Striano? Suvvia, non dovrebbe essere difficile trovare la verità. A meno che chi dovrebbe cercare la verità... la voglia in realtà nascondere. Diddi ora dovrebbe indagare sui mandanti in Vaticano... con UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE COME UNA MONTAGNA!
2) Come se non bastasse, nell'estate del 2024, quando il Tribunale sta ancora scrivendo le motivazioni della sentenza contro Becciu, emergono intrecci sconcertanti; mentre il promotore di (in)giustiza Diddi difende presunti mafiosi e criminali assortiti, il Presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone – anche lui pagato con l'Obolo di San Pietro – risulta indagato dalla Procura di Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia. Prima di morire, il giudice Paolo Borsellino definì la Procura di Palermo «un nido di vipere»; e profetizzò: «Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia. La mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno i miei colleghi e altri». A chi si riferiva? Chi erano le vipere tra i colleghi di Borsellino? Nessuno sia considerato intoccabile! «La giustizia è una cosa divina, peccato che sia affidata agli uomini», ha detto Pignatone; e come dargli torto? Con quale credibilità ora il giudice Pignatone può argomentare la condanna contro un imputato distrutto da una campagna stampa di diffamazione senza precedenti e che presenta tutte le caratteristiche del mascariamento? Un indagato per favoreggiamento alla mafia non può essere il Presidente del Tribunale vaticano e pronunciare sentenze in nome del S. Padre.
3) Nell'aprile del 2025, con la scoperta delle chat tenute colpevolmente nascoste dal promotore di ingiustizia Diddi (chat presentate in una denuncia all'ONU), emergono le prove del complotto imbastito contro Becciu dal trio Chaouqui-Ciferri-Perlasca, apparentemente con la collaborazione dello stesso Diddi, l'«anello debole» della catena (e quindi manipolabile?), il quale mentendo ha sempre detto di non essere stato in contatto con Chaouqui. C'è dietro un loschissimo "do ut des"?
Del resto il cardinale Julián Herranz, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e Presidente emerito della Commissione Disciplinare della Curia Romana, aveva già rilevato il rischio legato a questa magistratura: «Un fatto che per esempio danneggia o può danneggiare l’indipendenza della funzione del Papa, e causa pregiudizio all’immagine della Chiesa e del Pontificato, è la fuga di notizie relative a comportamenti delittuosi ancora nella fase istruttoria o sotto processo. Queste fughe, in se stesse illecite, possono risultare ingiustamente ingiuriose per alcune persone, e mettere in pericolo – creando pressioni e divisioni nell’opinione pubblica – l’indipendenza del processo giudiziario. In questo modo si cade nel vizio della corruzione che in alcuni Paesi oggigiorno coinvolge la funzione giudiziaria (paesi anche di famosa tradizione giuridica) e porta alla dipendenza dai poteri mediatici, politici e finanziari della società civile. Il fatto, inoltre, che i tribunali dello Stato Vaticano siano costituiti nella loro maggioranza da giudici e promotori di giustizia procedenti dalla Magistratura di una determinata nazione, fanno dubitare che questo foro sia il più logico e competente per giudicare delitti che per la loro natura afferiscono al bene comune della Chiesa universale e si riferiscono a membri della gerarchia ecclesiastica e organi di governo della Santa Sede».
La domanda è ormai imbarazzante, in Italia come in Vaticano: chi deve indagare e cercare la verità, se le persone sospette, coloro che si comportano in modo equivoco o losco, sono i magistrati e i membri delle forze dell'ordine (Diddi, Pignatone, Striano, Laudati, Cafiero De Raho, Natoli, Scarpinato...)?
John L. Allen Jr, The Holy Father's trip to Far East reflected both his mission and reluctance to slow down, in «Catholic Herald», 3 ottobre 2024. «Il tanto pubblicizzato “processo del secolo” in Vaticano, che ha portato alla condanna di nove imputati, tra cui il cardinale italiano Angelo Becciu, per vari crimini finanziari, non ha solo attirato forti critiche da parte dei giuristi per presunti difetti nel giusto processo e nella procedura penale, ma è stato anche visto dai critici come un esercizio di ricerca del capro espiatorio inteso a proteggere i vertici, incluso potenzialmente lo stesso Papa, dalla colpa» (trad. automatica).
Jack Guy e Christopher Lamb, Vatican Bank fires couple whose marriage breached new workplace ban, in «CNN», 3 ottobre 2024. Anche in rumeno.
Luca Fazzo, Striano spiava ogni minuto e 21 secondi, in «Il Giornale», 4 ottobre 2024.
Mario Di Vito, Via D'Amelio, alla sbarra per i depistaggi c'è lo stato, in «Il Manifesto», 4 ottobre 2024. REATO PRESCRITTO O NON PRESCRITTO, LE ACCUSE CONTRO IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE VATICANO SONO DI UNA GRAVITÀ ENORME! GIUSEPPE PIGNATONE PUÒ ESSERE IL GIUDICE DEL PAPA? «La procura di Caltanissetta ha raccolto da quella di Palermo il testimone della grande teoria del complotto a base di indicibili accordi, inaudite commistioni e verità che non si possono rivelare. Una tendenza che non si esprime solo in questo eterno ritorno ai depistaggi dell’affaire Borsellino, ma anche nell’indagine sul presunto insabbiamento del fascicolo mafia-appalti. Qui tra gli indagati c’è un nome eccellente come quello di Giuseppe Pignatone, entrato in gioco con molto clamore quest’estate, anche se il reato che è stato ipotizzato (favoreggiamento) è ormai da tempo prescritto.»
Luis Badilla e Robert Calvaresi, A cinque anni dalla "rinuncia" del capo della Gendarmeria vaticana comandante Domenico Giani. Come si vede la vicenda ora, 2024? L'oblio del Comandante Domenico Giani, in «Osservazioni casuali», 37, 27 settembre-5 ottobre 2024. «Con quanto si sa oggi, in particolare sul caso dell’ufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, che già nel 2019 faceva migliaia di intrusioni illegali nelle banca-dati di enti statali italiani sensibili, alcune delle quali riguardavano un certo traffico con il Vaticano, molte cose andrebbero rilette con un'ottica diversa. (...) Le dimissioni di Giani nel 2019 ovviamente erano legate alla vicenda, piuttosto scandalosa, sorta in quei giorni, in seguito all’affissione in tutte le porte dello Stato Città del Vaticano di un ripugnante cartello con le foto di cinque dipendenti vaticani ai quali si vietava di entrare (come misura cautelare). Un obbrobrio che faceva venire in mente il famigerato costume del “wanted”. “Pur non avendo avuto responsabilità oggettive, l’allora Comandante Domenico Giani, ha preferito dimettersi per garantire maggiore serenità a chi conduceva le indagini”. (Open) (...) affiggere queste foto di cinque persone (un sacerdote, quattro laici tra cui una donna) senza essere accusate formalmente, trattate senza presunzione d’innocenza, è stata una responsabilità oggettiva o morale del Sostituto della Segreteria di stato o/e di Papa Francesco. All’epoca questa questione dirimente passò volutamente sotto banco. Toccarla era tabù. Il Sostituto era mons. Edgar Peña Parra, in carica dal 15 agosto 2018. (...) La rinuncia di Giani doveva coprire il Papa?»
Lodovica Bulian, Lo spione Striano spiato dalla procura, in «Il Giornale», 5 ottobre 2024.
Dossieraggio, Melillo: "Striano sembra aver agito da infiltrato. Le mafie adesso cercano hacker non killer", in «Affari Italiani», 8 ottobre 2024. Già, le mafie! Una storiaccia incredibile ma vera, cominciata con una violentissima e martellante operazione di mascariamento, innervata da "mele marce" dell'antimafia, e continuata con un processo farsa presieduto da un indagato per favoreggiamento alla mafia...
Luigi Ferrarella, Nascoste prove a favore della difesa. Otto mesi a De Pasquale e Spadaro, in «Corriere della Sera», 9 ottobre 2024. In Italia i magistrati che nascondono il materiale probatorio utile alle difese commettono un reato e vengono puniti. In Vaticano, invece, i magistrati che commettono o avallano questo medesimo reato vengono premiati. Masochismo della Chiesa? Gesù oggi verrebbe crocifisso in Vaticano, con un processo farsa molto peggiore di quello celebrato davanti a Pilato.
Dossieraggio, Paota: "Vicenda inquietante", in «Tagadà», La7, 10 ottobre 2024.
Processo Eni-Nigeria, pm condannati. Il commento di Palamara, in «Inola Oggi», 11 ottobre 2024.
Tommaso Cerno, Dossier, chi ha messo il sonnifero all'Antimafia, in «Il Tempo», 11 ottobre 2024.
Il senatore del M5S Scarpinato intercettato con l'ex pm Natoli, in «Tp24», 12 ottobre 2024.
Ermes Antonucci, Il vero caso Scarpinato, in «Il Foglio», 12 ottobre 2024.
Il caso Natoli-Scarpinato, in «Sicilia 24h», 12 ottobre 2024.
Angelo Ruoppolo, Esplode il caso Scarpinato-Natoli, in «Teleacras», 12 ottobre 2024.
Giacomo Amadori, Altra grana in vista per Scarpinato. In Antimafia le carte sul covo di Riina, in «La Verità», 13 ottobre 2024. Ancora loro: Scarpinato e Pignatone. Che ne è della credibilità del papato e della Chiesa tutta?
Paolo Comi, Scarpinato avvocato e giudice di Natoli? Intercettato l'intercettatore: Mafia e Appalti e la Commissione, in «L'Unità», 13 ottobre 2024. «La testimonianza di Natoli doveva servire a respingere le accuse di Lucia Borsellino, figlia di Paolo, e del marito Fabio Trizzino che in precedenza in Antimafia avevano criticato l’attività di Natoli proprio riguardo al dossier “Mafia e Appalti”. Durante l’audizione, Natoli aveva riferito che tutto si era svolto correttamente e che Borsellino sarebbe stato al corrente dell’archiviazione perché non vi erano “elementi sufficienti per andare avanti”. La realtà pare essere invece molto diversa ed ha portato Natoli e Giuseppe Pignatone, anch’egli all’epoca pm a Palermo ed ora presidente del Tribunale Vaticano, ad essere indagati a Caltanissetta.»
Intercettazioni Scarpinato. I conti che non tornano, in «La Valle dei Templi», 13 ottobre 2024.
Luciano Violante intervistato da Nicola Porro, «Quarta Repubblica», 14 ottobre 2024. «Nella questione Striano c'è un mercato, ma non è stato mai spiegato perchè questa persona raccoglieva queste informazioni e perchè è ancora protetto.»
Luciano Violante intervistato da Nicola Porro (intervento intero), in «Quarta Repubblica», 14 ottobre 2024. Striano è ancora protetto?... «si innesca quell'intreccio tra informazione e giustizia che è uno dei guai della giustizia e dell'informazione italiane»... Chi sono i mandanti di Striano, in Italia e in Vaticano?
Inchiesta Natoli, colpo di scena da indagini delle difese, in «Juorno», 14 ottobre 2024.
Margherita Pivato, Caltanissetta, "Quelle bobine mai distrutte con dentro la verità nascosta per anni", in «Noi Antimafia», 15 ottobre 2024. Come può un indagato per favoreggiamento alla mafia, vale a dire Giuseppe Pignatone, presiedere il Tribunale vaticano ed emettere sentenze in nome dle Papa?
«Conflitto d'interesse», in commissione Antimafia scontro su Scarpinato e de Raho, in «Giornale di Sicilia», 15 ottobre 2024. Se in commissione antimafia ci può essere un conflitto d'interesse, nella magistratura vaticana – dove il promotore di giustizia Alessandro Diddi dovrebbe indagare su se stesso (e pure sul giudice Giuseppe Pignatone, indagato per favoreggiamento alla mafia?) – il conflitto d'interesse è grande come una montagna!
Salvo Palazzolo, Lucia Borsellino: "Diteci la verità, nostro padre tradito da un amico dentro la procura di Palermo, in «La Repubblica», 15 ottobre 2024. «Il diritto alla verità non va in prescrizione, vogliamo sapere.»
Solitudine di mio padre in Procura: l'amico che lo tradì, in «Palermo-24h», 15 ottobre 2024.
Caso Natoli-Scarpinato: "C'è il conflitto d'interesse", in «Gazzetta del Sud», 15 ottobre 2024.
Antimafia: Paita 'cosa ha da nascondere Scarpinato?', in «ADNkronos», 15 ottobre 2024.
Errico Novi, Resa dei conti in Antimafia: addio alla dittatura dei pm, in «Il Dubbio», 16 ottobre 2024. Al confronto di quello di Scarpinato e co., il conflitto d'interessi di Alessandro Diddi – il promotore di giustizia in Vaticano – è scandalosamente gigantesco! Ma in una monarchia assoluta non esistono maggioranza e opposizione, per cui nessuno lo può dire apertamente, anche se tutti lo sanno.
«Mafia e appalti: non abbiamo fatto in tempo a domandarci chi sarà il prossimo a finire nel ciclone dell'amarezza che coinvolge il tribunale di Palermo che piombano aggiornamenti sullo scandalo di Roberto Scarpinato. E mentre le sedi competenti compiono accertamenti, inizia a prendere forma un sistema dove, ad oggi, l'unico rimasto indenne è l'ex procuratore Vittorio Teresi. D'altronde c'era da aspettarselo, da "uno così"», in Telejato, 16 ottobre 2024. «Un sistema che non ha bisogno di trattative»? Non so quanto gli autori siano informati nel dettaglio, ma sono fatti e domande inquietanti.
Luca Fazzo, Scarpinato, l'imbarazzo per le frasi su Borsellino, in «Il Giornale», 17 ottobre 2024. Oh, quando leveremo gli "omissis" dalle chat dei magistrati vaticani...!
Le frasi imbarazzanti di Scarpinato su Borsellino, in «Corriere del Giorno», 17 ottobre 2024.
Il senatore Scarpinato e le nostre perplessità, in «La Nazione Siciliana», 17 ottobre 2024.
Marco Lillo, Antimafia e conflitti d'interessi, in «Il Fatto Quotidiano», 17 ottobre 2024.
Felice Manti, Il clan del "Fatto" in tilt su Scarpinato, in «Il Giornale», 18 ottobre 2024.
Damiano Aliprandi, Chi ha paura di questa Commissione Antimafia?, in «Il Dubbio», 18 ottobre 2024.
Brunella Bolloli, De Raho vuol Gasparri fuori dall'Antimafia, in «Libero», 19 ottobre 2024.
Diego Celi, Cani da guardia del potere o manipolatori?, in «Notiziario Eolie», 21 ottobre 2024.
Damiano Aliprandi, Quei "conflitti di interesse" in Antimafia: una storia semplice, in «Il Dubbio», 22 ottobre 2024. Due vicende – quella dello spionaggio-dossieraggio (Striano/Laudati) e quella di Natoli-Pignatone (indagati per favoreggiamento alla mafia) – che riguardano anche la giustizia vaticana.
FI presenta legge su conflitto interessi membri Antimafia, in «Messaggero Veneto», 22 ottobre 2024.
Scarpinato e il conflitto d'interesse che piace ai 5 stelle, in «Notizie Sicilia», 23 ottobre 2024.
«IL MAGISTRATO NON DEVE SOLO ESSERE IMPARZIALE. DEVE ANCHE DARE L'IMMAGINE DELL'IMPARZIALITÀ», Sabino Cassese, 23 ottobre 2024.
Antonio Rossitto, Se questi sono magistrati, in «Panorama», 23 ottobre 2024. NESSUNO SIA CONSIDERATO INTOCCABILE, SOPRATTUTTO SE EMERGONO ELEMENTI ESTREMAMENTE CRITICI COME QUELLI EMERSI NEGLI ULTIMI MESI. Vale anche per il presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone, indagato con Natoli per favoreggiamento alla mafia.
Se questi sono magistrati – Panorama, in «Progetto San Francesco», 23 ottobre 2024.