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«Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati?» (Agostino, De Civitate Dei, cap. IV, 4).
Partendo da due casi narrati nel libro di Daniele e nel vangelo di Giovanni, papa Francesco spiega cos’è la corruzione della giustizia: quella «che era nei giudici di ambedue i casi», sia con l'innocente Susanna sia con la donna adultera, perché «in ambedue i casi i giudici erano corrotti», tanto contro un'innocente quanto contro una peccatrice. Del resto «sempre ci sono stati nel mondo giudici corrotti» e «anche oggi in tutte le parti del mondo ce ne sono». Da parte loro, i corrotti «credono che fanno bene le cose così, si credono con impunità», ha rimarcato Francesco. A Susanna, i giudici dicono: «o fai questo o faremo una falsa testimonianza» contro di te. «Non è il primo caso che nella Bibbia appaiono le false testimonianze», ha affermato il Papa. «Pensiamo a Nabot, quando la regina Gezabele combina tutta quella falsa testimonianza; pensiamo a Gesù, che è condannato a morte con falsa testimonianza; pensiamo a santo Stefano». Ma, ha avvertito il Pontefice facendo riferimento al passo evangelico di Giovanni, «sono corrotti anche i dottori della legge che portano questa donna — scribi, alcuni farisei — e dicono a Gesù: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”». E «anche questi sono giudici». Gli anziani, con Susanna, «avevano perso la testa lasciando che la lussuria si impadronisse di loro». Costoro, invece, «avevano perso la testa facendo crescere in loro un’interpretazione della legge tanto rigida che non lasciava spazio allo Spirito Santo: corruzione di legalità, di legalismo, contro la grazia». «E poi c’è la quarta persona, Gesù: la pienezza della legge», ha spiegato Francesco. E «lui si incontra come maestro della legge davanti a questi che sono maestri della legge: “Tu che ne dici?” gli domandano loro». Ai «falsi giudici che accusavano Susanna» Gesù risponde così «per bocca di Daniele: “Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi”». E «all’altro gli dice: “O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi”». «Questa è la corruzione di questi giudici» ha proseguito il Pontefice in riferimento al passo dell’Antico testamento. Invece «agli altri giudici Gesù dice poche cose: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”». In conclusione il Papa ha invitato a pensare a «questa strada, alla malvagità con la quale i nostri vizi giudicano la gente», perché «anche noi giudichiamo nel cuore gli altri» (sintesi della meditazione mattutina di papa Francesco, 3 aprile 2017).
L'operato del Promotore di (In)Giustizia Alessandro Diddi nel "processo del secolo" è connotato da una serie impressionante di abbagli, granchi, errori, omissioni e gravi pecche, nel migliore dei casi. Ma nel sistema giudiziario del Vaticano – dove non vige una conquista della civiltà moderna come la separazione dei poteri – si sono visti anche imbeccamenti calunniosi a certa stampa, «macroscopiche e sconcertanti trasgressioni dei capisaldi elementari del giusto processo» (Geraldina Boni), leggi modificate a procedimento in corso (sempre in sfavore degli imputati: rescripta che «si sono rivelati ingiusti e irrazionali», sempre Boni), magistrati dell'accusa che non obbediscono al giudice, video di testimonianze censurati, verbali pieni di omissis, testimoni che ammettono d'essere stati manipolati (senza che si approfondisca per capire da chi e perché), interrogatori calendarizzati e poi cancellati, messaggi chat tenuti nascosti, una pregiudicata che muove le pedine a proprio piacimento, promotori di giustizia indegni che non ne azzeccano una, giudici che approvano senza battere ciglio... E intollerabili interventi censori sul materiale probatorio. PERCHÉ? Cosa nasconde il Tribunale vaticano? La cosa più grave – a mio parere – è accaduta nel gennaio del 2023: i Giudici, dopo averlo calendarizzato, hanno inspiegabilmente cancellato l'interrogatorio della Chaouqui previsto per il 16 febbraio 2023 (già spostato una volta), nonché il confronto Chaouqui-Ciferri, richiesto dalle difese. In un articolo del 14 gennaio 2023 si legge un'affermazione di Chaouqui, mossa evidentemente da odio: «Io e il papa abbiamo un nostro modo di comunicare informazioni, e non lo spiegherò nei dettagli certo a voi» (QUI). Parlava ai giornalisti che aveva convocato per il suo show, ma… in tribunale non si potrebbe pretendere che spieghi questo “modo di comunicare”? Chi faceva – o fa – da tramite tra Chaouqui e il Papa? Forse la stessa persona che gli portò l'«Espresso» prima ancora che arrivasse nelle edicole? COME MAI il Promotore di (In)Giustizia Diddi ha nascosto 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri? E COME MAI i documenti pontifici e il materiale riservato della Santa Sede detenuti abusivamente dalla Chaouqui, trovati durante una perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza di Roma nel dicembre del 2020, non hanno ancora avuto conseguenze sul piano giuridico? Le contraddizioni emerse sono davvero troppe ed è necessario che tutte le parti dispongano integralmente dei verbali di Perlasca e di tutti i messaggi inoltrati dalla Ciferri, com'era necessario che potessero interrogare approfonditamente la Chaouqui, onde far emergere i retroscena e le motivazioni rancorose delle sue montature. Se non adempie le condizioni minime per il giusto processo, la Giustizia vaticana dimostra di non amare la verità e perde la propria credibilità. E quanto sia importante essere credibili l'ha testimoniato con la vita un magistrato serio e beato: Rosario Livatino. Nel febbraio 2023 il Papa ha detto ai magistrati che bisogna «evitare il rischio di "confondere il dito con la luna": il problema non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano». In questo modo si presume però che quei comportamenti e quei fatti siano veri, contraddicendo ciò che più volte il Papa stesso ha sostenuto in altri contesti, vale a dire che la presunzione di innocenza fino a prova contraria è un diritto umano fondamentale e fa parte delle «armi legali di garanzia. [...] Perché se iniziamo a uscire da quelle garanzie, la giustizia diventa molto manipolabile». Ma se la luna non c'è? Non è forse il senso stesso dei processi quello di verificare se le accuse ipotizzate nel rinvio a giudizio sono vere o false, se sono fondate sulla realtà o su una messinscena? Se bastasse l'esistenza di un processo per dedurre che fatti e comportamenti sono reali, allora non sarebbe nemmeno necessario aspettarne l'esito, sarebbe una perdita di tempo, visto che tutto è già "chiaro" prima; allora Gesù era colpevole a prescindere, e non c'è nulla da discutere, tanto più che era accusato dalla più alta autorità religiosa dell'epoca. Ma CHI ha scritto quel discorso al Papa?, il quale solo poche settimane prima aveva chiarito lucidamente: «... guardatevi da coloro che creano l’atmosfera per un processo, qualunque esso sia. Lo fanno attraverso i media in modo tale da influenzare coloro che devono giudicare e decidere. Un processo deve essere il più pulito possibile, con tribunali di prima classe che non hanno altro interesse che salvare la pulizia della giustizia». E allora, COM'È POSSIBILE ciò che è accaduto nell'Ufficio del Promotore di (In)Giustizia negli ultimi anni? E negli stessi giorni in cui è stata pronunciata la sentenza sul "caso Becciu" sono stati rimpolpati gli stipendi dei magistrati vaticani.
Un magistrato dev’essere come la moglie di Cesare: non solo deve essere onesto, ma anche sembrare onesto. Di più, non solo deve essere corretto, ma non deve lasciare dubbi sulla sua correttezza: non è possibile che un magistrato, disobbedendo al Giudice, tenga nascosto materiale probatorio in un processo; non è possibile che ritagli i video degli interrogatori e oscuri le testimonianze con “omissis” distribuiti a proprio piacimento; non è possibile che protegga testimoni che hanno manipolato o che sono stati manipolati per incastrare altre persone; non è possibile che nasconda 120 su 126 messaggi che gli sono stati inoltrati perché venissero resi noti alla Giustizia; non è possibile che usi strumentalmente la stampa amica o cooptata per mettere alla gogna persone che avrebbero diritto a un giudizio equo ed equilibrato; non è possibile che tratti gli inquisiti in modo differente, portandone alcuni a giudizio e ignorando i reati degli altri, a seconda delle convenienze o dei suoi teoremi precostituiti. Non è possibile, insomma, che sussista neanche il dubbio o l’impressione che abbia nascosto o manipolato la verità, anziché portarla alla luce. E che per cotanta prestazione gli sia stato alzato lo stipendio! E invece, mentre Perlasca – definito da Diddi «incapace e inetto» (il capo dell'Ufficio amministrativo del Vaticano!) – (ri)diventa promotore di giustizia, nella primavera 2024 viene introdotta una sorta di impunità per i magistrati! Chi ha orecchi per intendere tragga le conseguenze. Ne va della credibilità della Chiesa Cattolica, non solo del Vaticano. E intanto:
1) Il Papa legifera anche in Italia (contra legem)? Nel marzo del 2024 scoppia lo "scandalo dossieraggio": emerge che nel luglio del 2019 – nello stesso mese in cui il Papa con il secondo dei quattro "rescripta" (modifiche alla legislazione, ovviamente vaticana, adottate unicamente per questo procedimento contro Becciu, in deroga alle comuni regole del processo stabilite per legge!) autorizzò lo IOR e l’ufficio del promotore di giustizia ad adottare strumenti tecnologici di intercettazione contro i «soggetti le cui attività di comunicazione siano ritenuti utili per lo svolgimento delle indagini» (e ciò «con il più assoluto riserbo» e con «le modalità più adeguate per l’acquisizione, utilizzazione e conservazione delle prove raccolte») – Pasquale Striano, luogotenente della Guardia di Finanza italiana in servizio alla Procura nazionale antimafia italiana, effettuò accertamenti non autorizzati (quindi illegittimi) contro varie persone coinvolte nel cosiddetto "processo del secolo" in Vaticano; all'operazione avrebbero partecipato anche un magistrato, Antonio Laudati, e membri dei Servizi segreti (deviati?). Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone l'ha definito «un verminaio» e pare che dati segreti siano stati forniti – sempre illegalmente – a Servizi stranieri. Anche a quelli del Vaticano, dove – contrariamente alle indicazioni di Moneyval – agiscono magistrati che lavorano/hanno lavorato pure nella giustizia italiana? La domanda diventa fondamentale: CHI SONO I MANDANTI? Chi era a conoscenza di quel "rescriptum" tenuto segreto? Chi in quel momento sapeva che i promotori di giustizia stavano indagando su Becciu? Erano davvero pochissime persone...! E chi di loro poteva intrattenere un contatto (diretto o indiretto) con Striano? Suvvia, non dovrebbe essere difficile trovare la verità. A meno che chi dovrebbe cercare la verità... la voglia in realtà nascondere. Diddi ora dovrebbe indagare sui mandanti in Vaticano... con UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE COME UNA MONTAGNA!
2) Come se non bastasse, nell'estate del 2024, quando il Tribunale sta ancora scrivendo le motivazioni della sentenza contro Becciu, emergono intrecci sconcertanti; mentre il promotore di (in)giustiza Diddi difende presunti mafiosi e criminali assortiti, il Presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone – anche lui pagato con l'Obolo di San Pietro – risulta indagato dalla Procura di Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia. Prima di morire, il giudice Paolo Borsellino definì la Procura di Palermo «un nido di vipere»; e profetizzò: «Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia. La mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno i miei colleghi e altri». A chi si riferiva? Chi erano le vipere tra i colleghi di Borsellino? Nessuno sia considerato intoccabile! «La giustizia è una cosa divina, peccato che sia affidata agli uomini», ha detto Pignatone; e come dargli torto? Con quale credibilità ora il giudice Pignatone può argomentare la condanna contro un imputato distrutto da una campagna stampa di diffamazione senza precedenti e che presenta tutte le caratteristiche del mascariamento? Un indagato per favoreggiamento alla mafia non può essere il Presidente del Tribunale vaticano e pronunciare sentenze in nome del S. Padre.
Del resto il cardinale Julián Herranz, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e Presidente emerito della Commissione Disciplinare della Curia Romana, aveva già rilevato il rischio legato a questa magistratura: «Un fatto che per esempio danneggia o può danneggiare l’indipendenza della funzione del Papa, e causa pregiudizio all’immagine della Chiesa e del Pontificato, è la fuga di notizie relative a comportamenti delittuosi ancora nella fase istruttoria o sotto processo. Queste fughe, in se stesse illecite, possono risultare ingiustamente ingiuriose per alcune persone, e mettere in pericolo – creando pressioni e divisioni nell’opinione pubblica – l’indipendenza del processo giudiziario. In questo modo si cade nel vizio della corruzione che in alcuni Paesi oggigiorno coinvolge la funzione giudiziaria (paesi anche di famosa tradizione giuridica) e porta alla dipendenza dai poteri mediatici, politici e finanziari della società civile. Il fatto, inoltre, che i tribunali dello Stato Vaticano siano costituiti nella loro maggioranza da giudici e promotori di giustizia procedenti dalla Magistratura di una determinata nazione, fanno dubitare che questo foro sia il più logico e competente per giudicare delitti che per la loro natura afferiscono al bene comune della Chiesa universale e si riferiscono a membri della gerarchia ecclesiastica e organi di governo della Santa Sede».
La domanda è ormai imbarazzante, in Italia come in Vaticano: chi deve indagare e cercare la verità, se le persone sospette, coloro che si comportano in modo equivoco o losco, sono i magistrati e i membri delle forze dell'ordine (Diddi, Pignatone, Striano, Laudati, Cafiero De Raho, Natoli, Scarpinato...)?
Alessandro Di Bussolo, Processo vaticano, le ultime arringhe dei legali di Becciu e Tirabassi, in «Vatican News», 6 dicembre 2023. Anche in spagnolo. E in portoghese.
Sante Cavalleri, "Il processo ha dimostrato la completa innocenza del cardinale Becciu". La difesa chiede assoluzione piena, in «Faro di Roma», 6 dicembre 2023. Anche in portoghese. E in spagnolo.
Francesco Sales, Caso Becciu, cresce il fronte innocentista, in «Diritto & Affari», 7 dicembre 2023. Anche in spagnolo.
Curiosidades que deja el juicio al cardenal Becciu, in «Rome Reports», 9 dicembre 2023. Anche in inglese.
Nico Spuntoni, Contro Becciu accuse contraddittorie, ma l'assoluzione non è scontata, in «Il Giornale», 10 dicembre 2023 (cosa deve vincere: la verità o la ragione di stato?).
Anita Hirschbeck, Im Vatikan-Finanzprozess fällt bald das Urteil, in «Kath.ch», 10 dicembre 2023.
Watykański skandal finansowy. Kardynał Becciu przed sądem, in «Onet.pl», 10 dicembre 2023.
Andrea Gagliarducci, Pope Francis, a process to decipher, in «Monday Vatican», 11 dicembre 2023. Anche in italiano.
Sandro Magister, Peggio di un papa re. Uno storico e una canonista analizzano il malgoverno di Francesco, in «Settimo Cielo», 11 dicembre 2023. Anche in francese.
Andrea Paganini, "Caso Becciu": verso la sentenza, in «Settimana News», 11 dicembre 2023.
Salvatore Cernuzio, Processo vaticano, lettura di Parolin: perseguire e punire tutti i reati, in «Vatican News», 11 dicembre 2023. Anche in spagnolo. E in polacco. E in francese.
Alessandro Di Bussolo, Processo vaticano, la sentenza prevista il 16 dicembre, in «Vatican News», 12 dicembre 2023. Anche in spagnolo.
M.N., Processo in Vaticano: sabato 16 dicembre la sentenza, in «Sir», 12 dicembre 2023.
Andrea Gagliarducci, Verso il verdetto del "processo del secolo" in Vaticano. Cosa c'è da sapere, in «Omnes», 14 dicembre 2023. Anche in spagnolo.
Nicole Winfield, The Vatican's 'trial of the century', a Pandora's box of unintended revelations, explained, in «ABC News», 15 dicembre 2023. Anche in italiano. E in spagnolo. E in tedesco. E in francese.
Jean-Marie Guénois, Au Vatican, le dénouement attendu d'un scandale judiciaire sans précedent, in «Le Figaro», 15 dicembre 2023. Anche in italiano.
Hilda Bouma, Gaat kardinaal Becciu naar de kerkers van het Vaticaan?, in «Fd», 15 dicembre 2023.
Processo Becciu, il cardinale rischia 7 anni di carcere, in «Il Messaggero», 16 dicembre 2023.
Paolo Maninchedda, Becciu: omissis, in «Sardegna a libertà», 17 dicembre 2023.
Domenico Agasso, La condanna di Becciu, in «Il Secolo XIX», 17 dicembre 2023.
Paolo Maninchedda, Becciu: omissis, in «Sardegna a libertà», 17 dicembre 2023.
Jean-Marie Guénois, Cette justice du Vatican qui rouble l'Église, in «Le Figaro», 17 dicembre 2023.
Mario Becciu: "Mio fratello è sconvolto" - Video, in «ADNkronos», 17 dicembre 2023.
Guido Horst, Beim Geld hört die Freundschaft auf, in «Die Tagespost», 17 dicembre 2023.
Cecilia Sala, Il processo del secolo in Vaticano, in «Stories», 18 dicembre 2023.
Lucetta Scaraffia, Da umile gesuita a pontefice autocrate. La parabola di Francesco finto innovatore, in «La Stampa», 18 dicembre 2023. Anche in francese.
Felice Manti, "Io innocente, sui soldi il Papa sapeva", in «Il Giornale», 19 dicembre 2023.
Luca Del Pozzo, (senza titolo), in «Il Foglio», 19 dicembre 2023.
Nicole Winfield, Vatican prosecutor appeals verdict that largely dismantled his fraud case but convicted cardinal, in «AP», 22 dicembre 2023. Anche in francese. E in spagnolo. Anche in italiano.
Ivo Pincara, Non chiamatelo giusto processo, in «Korazym», 22 dicembre 2023.
2023: les grandes dates du pape François et du Vatican, in «Cath.ch», 26 dicembre 2023.
Antonio Mennini, Sul caso Becciu, in «Settimana News», 27 dicembre 2023.
Andrea Gagliarducci, Pope Francis and the next Conclave, in «Monday Vatican», 1° gennaio 2024. Anche in italiano.
Carlo Bonini, Iacopo Scaramuzzi, Laura Pertici, Chi comanda in Vaticano, in «La Repubblica», 7 gennaio 2024. Anche in inglese.
Andrea Gagliarducci, Pope Francis, Informality as a System, in «MondayVatican», 8 gennaio 2024. Anche in italiano. Non solo nella giustizia abbiamo visto estemporanee modifiche delle normative, ma anche...
Stefano Lorenzetto, Sotto a chi tocca, in «ItaliaOggi», 10 gennaio 2024.
Andrea Gagliarducci, Processo Palazzo di Londra, verso l'appello, in «ACIstampa», 10 gennaio 2024.
Andrea Gagliarducci, Pope Francis, a change of pace in 2024, in «MondayVatican», 15 gennaio 2024. Anche in italiano. E in francese.
Andrea Gagliarducci, Pope Francis, legislator or reformer?, in «MondayVatican», 22 gennaio 2024. Sull'attività legislativa del Papa. Anche in italiano.
Andrea Gagliarducci, ¿Qué futuro le espera al sistema judicial vaticano?, in «Omnes», 25 gennaio 2024. Anche in tedesco. E in francese. Il Vaticano può permettersi di dire la verità?
Giancarlo Cavalleri, 22 minuti di agonia per l'esecuzione all'azoto. 33 anni di carcere da innocente. Cardinale condannato senza colpe. Giustizia umana è troppo spesso ingiusta, in «Faro di Roma», 27 gennaio 2024. Ingiustizia scandalosa sotto la maschera della giustizia.
Ralph Rotte, Becciu-Prozess im Vatikan: Weltlicher Arm päpstlicher Macht, in «Herder», 2/2024.
Andrea Gagliarducci, Finanze vaticane, che significa la condanna dell'ex revisore generale vaticano?, in «ACIstampa», 1° febbraio 2024. Assonanze e contraddizioni tra processi.
Alessandro Diddi, Le condizioni dei detenuti, in «Critica del Diritto», 11 febbraio 2024. Schizofrenia?
Andrea Gagliarducci, Pope Francis and the end of the era of the three Popes, in «MondayVatican», 19 febbraio 2024. Anche in italiano.
Régine e Guy Ringwald, Corruption au Vatican et procès hors des normes, in «Nsae», 20 febbraio 2024.
Alessia Guerrieri, Il Papa: «Affrontare gli scandali con coraggio», in «Avvenire», 2 marzo 2024.
S.C., Papa Francesco chiede coraggio e forza d'animo ai giudici vaticani. FarodiRoma: ce ne vorranno per fare giustizia e assolvere Becciu, in «Faro di Roma», 2 marzo 2024. Chi avrà il coraggio di dire la verità, andando contro una sentenza che sembra essere stata scritta prima del processo? «Il coraggio richiesto nell'applicazione della giustizia consiste nel rigoroso rispetto delle regole preposte all'accertamento dei fatti e delle responsabilità, senza farsi condizionare dalle pressioni dell'opinione pubblica, comprese le copertine de L'Espresso» (C.S.).
Le pape François exhorte les magistrats du Vatican à «l'impartialité», in «Cath.ch», 3 marzo 2024.
"Gerechtigkeit ist ein Akt der Nächstenliebe", in «Domradio.de», 3 marzo 2024.
Paolo Cavana, Osservazioni sul processo vaticano contro il cardinale Becciu e altri imputati, in «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», 4/2023. Sul potere temporale del Papa e sul rispetto dei diritti umani!
Pope asks Vatican's hightest court courage in administering justice in the Church, in «Reme Reports», 4 marzo 2024. Anche in spagnolo.
Il metodo Striano, gli accessi per spiare chi conta, in «Ansa», 5 marzo 2024.
Federica Olivo, Raffaele Cantone: "È un verminaio". Dati segreti forse ai Servizi stranieri, in «Huffpost», 7 marzo 2024. Anche a quelli del Vaticano?
Claudio Bozza, Dossieraggio, Cantone: «Approfondiremo il fascicolo di Striano sulla Lega. Il tenente ha controllato 1.500 persone», in «Corriere della Sera, 7 marzo 2024. «Il mercato delle Sos non si è affatto fermato anche dopo l’inizio dell’indagine. Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie è uscito un riferimento ad una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa, quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos».
Tension Within the Vatican Judiciary, in «News», 8 marzo 2024. Anche in francese. E in spagnolo.
Rita Cavallaro, Dossieraggio, spunta anche la pista che porta in Vaticano e al palazzo di Londra, in «Il Tempo», 10 marzo 2024. Come sono nate le accuse (poi rivelatesi infondate) e su mandato di chi?
Andrea Gagliarducci, Pope Francis and the Question of Justice, in «MondayVatican», 11 marzo 2024. Anche in italiano. È stata minata la credibilità del Vaticano (e della Chiesa) solo per non smentire dossier prefabbricati e accuse assurde confezionate ad hoc?
Valeria Pacelli, Striano e le ricerche sui broker del Papa: indagine in Vaticano, in «Il Fatto Quotidiano», 12 marzo 2024. Se la "giustizia" è ingiusta, si tratta di uno scandalo colossale, che macchia la giustizia e la Chiesa, per colpire – fino a prova contraria – un innocente!
Paolo Pandolfini, Dossieraggio, accessi abusivi e accertamenti prima dell'indagine: così nasce il processo al cardinale Becciu, in «Il Riformista», 12 marzo 2024. Alle radici di una montatura fabbricata ad hoc per incastrare un innocente?