Rassegna stampa SUL "CASO BECCIU"
Rassegna stampa SUL "CASO BECCIU"
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Sul sistema giudiziario vaticano (nona parte)
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Partendo da due casi narrati nel libro di Daniele e nel vangelo di Giovanni, papa Francesco spiega cos’è la corruzione della giustizia: quella «che era nei giudici di ambedue i casi», sia con l'innocente Susanna sia con la donna adultera, perché «in ambedue i casi i giudici erano corrotti», tanto contro un'innocente quanto contro una peccatrice. Del resto «sempre ci sono stati nel mondo giudici corrotti» e «anche oggi in tutte le parti del mondo ce ne sono». Da parte loro, i corrotti «credono che fanno bene le cose così, si credono con impunità», ha rimarcato Francesco. A Susanna, i giudici dicono: «o fai questo o faremo una falsa testimonianza» contro di te. «Non è il primo caso che nella Bibbia appaiono le false testimonianze», ha affermato il Papa. «Pensiamo a Nabot, quando la regina Gezabele combina tutta quella falsa testimonianza; pensiamo a Gesù, che è condannato a morte con falsa testimonianza; pensiamo a santo Stefano». Ma, ha avvertito il Pontefice facendo riferimento al passo evangelico di Giovanni, «sono corrotti anche i dottori della legge che portano questa donna — scribi, alcuni farisei — e dicono a Gesù: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”». E «anche questi sono giudici». Gli anziani, con Susanna, «avevano perso la testa lasciando che la lussuria si impadronisse di loro». Costoro, invece, «avevano perso la testa facendo crescere in loro un’interpretazione della legge tanto rigida che non lasciava spazio allo Spirito Santo: corruzione di legalità, di legalismo, contro la grazia». «E poi c’è la quarta persona, Gesù: la pienezza della legge», ha spiegato Francesco. E «lui si incontra come maestro della legge davanti a questi che sono maestri della legge: “Tu che ne dici?” gli domandano loro». Ai «falsi giudici che accusavano Susanna» Gesù risponde così «per bocca di Daniele: “Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi”». E «all’altro gli dice: “O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi”». «Questa è la corruzione di questi giudici» ha proseguito il Pontefice in riferimento al passo dell’Antico testamento. Invece «agli altri giudici Gesù dice poche cose: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”». In conclusione il Papa ha invitato a pensare a «questa strada, alla malvagità con la quale i nostri vizi giudicano la gente», perché «anche noi giudichiamo nel cuore gli altri» (sintesi della meditazione mattutina di papa Francesco, 3 aprile 2017).
L'operato del Promotore di Giustizia Alessandro Diddi nel "processo del secolo" è connotato da una serie impressionante di abbagli, granchi, errori, omissioni e gravi pecche, nel migliore dei casi. Ma nel sistema giudiziario del Vaticano – dove non vige una conquista della civiltà moderna come la separazione dei poteri – si sono visti anche imbeccamenti calunniosi a certa stampa, «macroscopiche e sconcertanti trasgressioni dei capisaldi elementari del giusto processo» (Geraldina Boni), leggi modificate a procedimento in corso (sempre in sfavore degli imputati: rescripta che «si sono rivelati ingiusti e irrazionali», sempre Boni), magistrati dell'accusa che non obbediscono al giudice, video di testimonianze censurati, verbali pieni di omissis, testimoni che ammettono d'essere stati manipolati (senza che si approfondisca per capire da chi e perché), interrogatori calendarizzati e poi cancellati, messaggi chat tenuti nascosti, una pregiudicata che muove le pedine a proprio piacimento, promotori di giustizia indegni che non ne azzeccano una, giudici che approvano senza battere ciglio... E intollerabili interventi censori sul materiale probatorio. PERCHÉ? Cosa nasconde il Tribunale vaticano? La cosa più grave – a mio parere – è accaduta nel gennaio del 2023: i Giudici, dopo averlo calendarizzato, hanno inspiegabilmente cancellato l'interrogatorio della Chaouqui previsto per il 16 febbraio 2023 (già spostato una volta), nonché il confronto Chaouqui-Ciferri, richiesto dalle difese. In un articolo del 14 gennaio 2023 si legge un'affermazione di Chaouqui, mossa evidentemente da odio: «Io e il papa abbiamo un nostro modo di comunicare informazioni, e non lo spiegherò nei dettagli certo a voi» (QUI). Parlava ai giornalisti che aveva convocato per il suo show, ma… in tribunale non si potrebbe pretendere che spieghi questo “modo di comunicare”? Chi faceva – o fa – da tramite tra Chaouqui e il Papa? Forse la stessa persona che gli portò l'«Espresso» prima ancora che arrivasse nelle edicole? COME MAI il Promotore di Giustizia Diddi ha nascosto 120 su 126 messaggi intercorsi tra la Chaouqui e la Ciferri? E COME MAI i documenti pontifici e il materiale riservato della Santa Sede detenuti abusivamente dalla Chaouqui, trovati durante una perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza di Roma nel dicembre del 2020, non hanno ancora avuto conseguenze sul piano giuridico? Le contraddizioni emerse sono davvero troppe ed è necessario che tutte le parti dispongano integralmente dei verbali di Perlasca e di tutti i messaggi inoltrati dalla Ciferri, com'era necessario che potessero interrogare approfonditamente la Chaouqui, onde far emergere i retroscena e le motivazioni rancorose delle sue montature. Se non adempie le condizioni minime per il giusto processo, la Giustizia vaticana dimostra di non amare la verità e perde la propria credibilità. E quanto sia importante essere credibili l'ha testimoniato con la vita un magistrato serio e beato: Rosario Livatino. Nel febbraio 2023 il Papa ha detto ai magistrati che bisogna «evitare il rischio di "confondere il dito con la luna": il problema non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano». In questo modo si presume però che quei comportamenti e quei fatti siano veri, contraddicendo ciò che più volte il Papa stesso ha sostenuto in altri contesti, vale a dire che la presunzione di innocenza fino a prova contraria è un diritto umano fondamentale e fa parte delle «armi legali di garanzia. [...] Perché se iniziamo a uscire da quelle garanzie, la giustizia diventa molto manipolabile». Ma se la luna non c'è? Non è forse il senso stesso dei processi quello di verificare se le accuse ipotizzate nel rinvio a giudizio sono vere o false, se sono fondate sulla realtà o su una messinscena? Se bastasse l'esistenza di un processo per dedurre che fatti e comportamenti sono reali, allora non sarebbe nemmeno necessario aspettarne l'esito, sarebbe una perdita di tempo, visto che tutto è già "chiaro" prima; allora Gesù era colpevole a prescindere, e non c'è nulla da discutere, tanto più che era accusato dalla più alta autorità religiosa dell'epoca. Ma CHI ha scritto quel discorso al Papa?, il quale solo poche settimane prima aveva chiarito lucidamente: «... guardatevi da coloro che creano l’atmosfera per un processo, qualunque esso sia. Lo fanno attraverso i media in modo tale da influenzare coloro che devono giudicare e decidere. Un processo deve essere il più pulito possibile, con tribunali di prima classe che non hanno altro interesse che salvare la pulizia della giustizia». E allora, COM'È POSSIBILE ciò che è accaduto nell'Ufficio del Promotore di Giustizia negli ultimi anni? E negli stessi giorni in cui è stata pronunciata la sentenza sul "caso Becciu" sono stati rimpolpati gli stipendi dei magistrati vaticani.
Un magistrato dev’essere come la moglie di Cesare: non solo deve essere onesto, ma anche sembrare onesto. Di più, non solo deve essere corretto, ma non deve lasciare dubbi sulla sua correttezza: non è possibile che un magistrato, disobbedendo al Giudice, tenga nascosto materiale probatorio in un processo; non è possibile che ritagli i video degli interrogatori e oscuri le testimonianze con “omissis” distribuiti a proprio piacimento; non è possibile che protegga testimoni che hanno manipolato o che sono stati manipolati per incastrare altre persone; non è possibile che nasconda 120 su 126 messaggi che gli sono stati inoltrati perché venissero resi noti alla Giustizia; non è possibile che usi strumentalmente la stampa amica o cooptata per mettere alla gogna persone che avrebbero diritto a un giudizio equo ed equilibrato; non è possibile che tratti gli inquisiti in modo differente, portandone alcuni a giudizio e ignorando i reati degli altri, a seconda delle convenienze o dei suoi teoremi precostituiti. Non è possibile, insomma, che sussista neanche il dubbio o l’impressione che abbia nascosto o manipolato la verità, anziché portarla alla luce. E che per cotanta prestazione gli sia stato alzato lo stipendio! E invece, mentre Perlasca – definito da Diddi «incapace e inetto» (il capo dell'Ufficio amministrativo del Vaticano!) – (ri)diventa promotore di giustizia, nella primavera 2024 viene introdotta una sorta di impunità per i magistrati! Chi ha orecchi per intendere tragga le conseguenze. Ne va della credibilità della Chiesa Cattolica, non solo del Vaticano. E intanto:
1) Il Papa legifera anche in Italia (contra legem)? Nel marzo del 2024 scoppia lo "scandalo dossieraggio": emerge che nel luglio del 2019 – nello stesso mese in cui il Papa con il secondo dei quattro "rescripta" (modifiche alla legislazione, ovviamente vaticana, adottate unicamente per questo procedimento contro Becciu, in deroga alle comuni regole del processo stabilite per legge!) autorizzò lo IOR e l’ufficio del promotore di giustizia ad adottare strumenti tecnologici di intercettazione contro i «soggetti le cui attività di comunicazione siano ritenuti utili per lo svolgimento delle indagini» (e ciò «con il più assoluto riserbo» e con «le modalità più adeguate per l’acquisizione, utilizzazione e conservazione delle prove raccolte») – Pasquale Striano, luogotenente della Guardia di Finanza italiana in servizio alla Procura nazionale antimafia italiana, effettuò accertamenti non autorizzati (quindi illegittimi) contro varie persone coinvolte nel cosiddetto "processo del secolo" in Vaticano; all'operazione avrebbero partecipato anche un magistrato, Antonio Laudati, e membri dei Servizi segreti (deviati?). Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone l'ha definito «un verminaio» e pare che dati segreti siano stati forniti – sempre illegalmente – a Servizi stranieri. Anche a quelli del Vaticano, dove – contrariamente alle indicazioni di Moneyval – agiscono magistrati che lavorano/hanno lavorato pure nella giustizia italiana? La domanda diventa fondamentale: CHI SONO I MANDANTI?
2) Come se non bastasse, nell'estate del 2024, quando il Tribunale sta ancora scrivendo le motivazioni della sentenza contro Becciu, emergono intrecci sconcertanti; mentre il promotore di giustiza Diddi difende presunti mafiosi e criminali assortiti, il Presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone – anche lui pagato con l'Obolo di San Pietro – risulta indagato dalla Procura di Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia. Con quale credibilità ora il giudice Pignatone può argomentare la condanna contro un imputato distrutto da una campagna stampa di diffamazione senza precedenti e che presenta tutte le caratteristiche del mascariamento? Un indagato per favoreggiamento alla mafia non può essere il Presidente del Tribunale vaticano e pronunciare sentenze in nome del S. Padre.
Se questiona permanencia del presidente del Tribunal vaticano, in «Gaudiumpress», 6 agosto 2024.
Quella casa comprata da Pignatone: i giudici tornano a indagare, in «Zone d'ombra», 6 agosto 2024.
Interrogativi sul mandato del presidente del Tribunale vaticano, in «Gaudiumpress», 7 agosto 2024.
Paolo Comi, Il Pm Natoli sotto inchiesta per mafia-appalti ha lavorato per i servizi segreti, in «L'Unità», 7 agosto 2024. Un altro legame con i servizi segreti (deviati?). Una storia sempre più fosca.
"Mafia e appalti", il dossier che il circo mediatico-giudiziario ha ignorato, in «Il Foglio», 7 agosto 2024. «Poco prima di essere ucciso, poi, Borsellino partecipò a un incontro molto importante, dedicato a questo dossier. Era il 25 giugno 1992 e il pm convocò in gran segreto nella caserma di Palermo Mario Mori e il capitano De Donno. Borsellino confessò ai due che riteneva fondamentale riprendere l’inchiesta “Mafia e appalti”. Perché – sosteneva Borsellino – quello “era uno strumento per individuare gli interessi profondi di Cosa nostra e gli ambienti esterni con cui essa si relazionava”. Le ragioni per cui l’incontro nella caserma dei carabinieri di Palermo fu mantenuto segreto, ricorda Mori, vennero ammesse in quelle ore dallo stesso Borsellino, che “non voleva che qualche suo collega potesse sapere dell’incontro”. Secondo il generale, in quei giorni Borsellino era preoccupato per una serie di fatti accaduti. Uno in particolare era legato a una data precisa. Il 13 giugno 1992 uno dei mafiosi arrestati dalla procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta “Mafia e appalti” – il geometra Giuseppe Li Pera – si mise a disposizione degli inquirenti dicendo di essere disposto a svelare “gli illeciti meccanismi di manipolazione dei pubblici appalti”, ma i magistrati di Palermo risposero dicendo di non essere interessati. Pochi giorni dopo aver tentato di accelerare le indagini sull’inchiesta “Mafia e appalti”, in una 126 rossa parcheggiata in via D’Amelio, nel cuore di Palermo, esplosero cento chili di tritolo e uccisero il giudice Borsellino e i suoi cinque agenti della scorta. Era il 19 luglio 1992. Solo un giorno dopo, quando ancora la camera ardente di Paolo Borsellino non era stata neppure aperta, la procura di Palermo depositò un fascicolo con una richiesta di archiviazione. Sopra quel fascicolo c’era un codice fatto di sei numeri: 2789/90. Era l’inchiesta “Mafia e appalti”.»
Andrea Paganini, Lettera aperta al dottor Pignatone, in «Il Riformista», 7 agosto 2024. «Sul Riformista il professor Paganini pone una domanda centrale per chi ha seguito il delicatissimo caso Becciu. Perché Pignatone, presidente del tribunale vaticano, non ha applicato nel processo da lui presieduto i principi di garanzia e di tutela dell'imputato che adesso, da inquisito invocherà a suo favore? è un articolo serio, da leggere» (Mario Segni). «Andrea Paganini su @ilriformista "Lettera aperta al dottor Pignatone". Immagini se Lei avesse la sfortuna di essere giudicato dal Tribunale Vaticano da Lei presieduto che ha giudicato il cardinal Becciu e non invece da un tribunale della Repubblica Italiana!» (Arturo Parisi).
Gasparri: 'Porteremo in Antimafia la vicenda Pignatone', in «Ansa», 8 agosto 2024.
Indagine su Pignatone: Una Svolta Imminente in Antimafia, in «Nuove Cronache», 8 agosto 2024.
Mafia: Gasparri, 'porteremo Pignatone in commissione antimafia', in «Il Foglio», 8 agosto 2024.
Marco Lillo, Le inchieste 1991-1992: ecco tutti i buchi, in «Il Fatto Quotidiano», 9 agosto 2024.
«Pignatone in rapporti con i boss di Cosa Nostra», in «Corriere della Calabria», 9 agosto 2024.
"Pignatone in contatto con i boss di Cosa nostra", in «Tp24», 12 agosto 2024. «Tra i documenti inviati a Caltanissetta senza esito, vi sarebbe anche la questione degli appartamenti venduti a prezzi irrisori, quasi regalati, dai costruttori mafiosi alla famiglia Pignatone, uno dei quali sarebbe attualmente abitato dallo stesso dottor Pignatone.» Ingroia ha infine espresso il suo stupore riguardo al fatto che Pignatone, convocato dai pm di Caltanissetta, abbia rifiutato di rispondere alle domande, definendo "sconcertante" che continui a presiedere il tribunale vaticano.
Filippo Di Giacomo, L'immaginaria finanza della Santa Sede, in «Il Venerdì di Repubblica», 15 agosto 2024. ... il problema, pertanto, non è stato l’investimento sul palazzo di Londra come ben dimostra l’analisi del bilancio dell’Apsa del 2023. «La domanda che sorge è: perché abbandonare al pubblico ludibrio il palazzo ex Harrods di Londra, visto che era un ottimo investimento, comprato prima della Brexit e perciò beneficiando delle immunità fiscali degli enti sovrani, avendo ottenuto la licenza di ampliamento e il cambio d'uso a fini residenziali con utilità consolidate, e risparmi certi, se il mutuo negato dallo Ior fosse stato concesso? Non è che scannando pubblicamente un agnello scelto tra i più miti ed obbedienti si è cercato di nascondere altro, magari a Malta, a Budapest? Ah, saperlo...» Filippo Di Giacomo, un uomo che sa chiamare le cose con il loro giusto nome.
Paolo Comi, Nordio contro Cantone: Trojan, veleni e vecchi merletti, "porcherie nell'inchiesta Palamara", in «L'Unità», 17 agosto 2024; «porcherie nell'inchiesta Palamara, intercettazioni selezionate e pilotate»; cosa disse quella sera Pignatone?
Giustizia: Gasparri, 'riporterò questione intercettazione Pignatone in Parlamento', in «La Sicilia», 17 agosto 2024. «Un cittadino indagato viene scannerizzato, intercettato, controllato in mille modi. Se poi, invece, ti chiami Pignatone e vai a cena con un tuo allora collega sottoposto a intercettazioni con il trojan, improvvisamente l’attività di controllo viene sospesa, o ‘sprogrammata’ come, con un brutto termine, ha detto Cantone. Ma chi volete prendere in giro?»
El juez Giuseppe Pignatone sigue siendo presidente del Tribunal del Vaticano, aunque está siendo investigado en Caltanissetta por presuntamente haber encubierto las investigaciones sobre «Mafia y licitaciones». Carta abierta de Andrea Paganini, quien ha documentado los errores en el proceso Becciu, in «Faro di Roma», 21 agosto 2024. Anche in francese. E in portoghese.
Private spies in the Vatican, part 1: the untold story of pope Francis' anti-graft consultants, in «Intelligence online», 21 agosto 2024. Anche in francese.
Private spies in the Vatican, part 2: the untold story of pope Francis' anti-graft consultants, in «Intelligence online», 22 agosto 2024. Anche in francese.
Private spies in the Vatican, part 3: the untold story of Pope Francis' anti-graft consultants, in «Intelligence online», 23 agosto 2024. Anche in francese.
'Vatican Girl' brother voices no confidence in Vatican probe of her fate, in «Crux», 27 agosto 2024.
Riccardo Lo Verso, L'antimafia delle farfalle, in «Il Foglio», 31 agosto 2024. «Ora che la Procura di Caltanissetta lo sta riprendendo in mano, tutti a chiedersi come mai il dossier "mafia e appalti" non sia stato sviluppato.»
Accessi abusivi a banche dati, chiesto l'arresto del finanziere Striano e dell'ex pm Laudati: ma il gip rigetta l'istanza, in «Il Fatto Quotidiano», 1° settembre 2024. Eppur si muove? Speriamo!
Dossieraggi, Cantone chiede l'arresto di Laudati e Striano, in «La Repubblica», 1° settembre 2024.
Dossieraggio, chiesto l'arresto di Laudati-Striano. Il Gip dice no, in «Ansa», 1° settembre 2024.
Caso dossieraggio, chiesto l'arresto di Laudati e Striano, in «Lettera 43», 1° settembre 2024.
La Procura di Perugia ha chiesto l'arresto di Laudati e Striano, in «Rainews», 1° settembre 2024.
Dossieraggio, Cantone chiede l'arresto per Laudati e Striano: il gip dice no, in «Il Dubbio», 1° settembre 2024. «La vicenda nella Commissione antimafia è tutt’altro che conclusa. Ed investe anche le persone che negli anni hanno diretto questa struttura e che non possono trovare un comodo rifugio in luoghi istituzionali, dove si manifesta un pesante e non risolto conflitto di interesse.»
Il card. Becciu: "Il mio impegno sarà quello di dimostrare al Papa in tutti i modi e con tutti i mezzi l'infondatezza di quelle accuse", in «Faro di Roma», 1° settembre 2024. Anche in spagnolo. E in portoghese. E in francese.
Giovanni Bianconi, Inchiesta dossier, scontro tra toghe. I gip: ci sono prove, ma niente arresti, in «Corriere della Sera», 1° settembre 2024. Un giudice «ha confermato l'impianto accusatorio e la gravità degli indizi raccolti, ma negato il pericolo di inquinamento probatorio».
Andrea Gagliarducci, Pope Francis and those rumors about a new Consistory, in «MondayVatican», 2 settembre 2024. Anche in italiano.
Luca Fazzo, "Stavano depistando". Arresti sfiorati sui dossier, in «Il Giornale», 2 settembre 2024.
Arresto di Antonio Laudati e Pasquale Striano: Nuovi Sviluppi, in «Informazione», 2 settembre 2024.
Inchiesta Dossieraggio: i pm di Perugia, emersi ulteriori abusi, in «AGI», 2 settembre 2024.
Il magistrato e il finanziere, in «Il Giornale», 2 settembre 2024.
All'Antimafia gli atti dell'indagine di Perugia sul dossieraggio, in «Ansa», 2 settembre 2024.
Dossieraggio, gli atti trasmessi all'Antimafia, in «Il Roma», 2 settembre 2024.
Escándalo por caso de falsos informes, in «Ansa», 2 settembre 2024.
Giovanni Bianconi, «I dossier illegali del finanziere usati anche da uomini delle istituzioni», in «Corriere della Sera», 3 settembre 2024. ... «verminaio» scoperchiato dall'inchiesta e denunciato dal procuratore Cantone, ma non ancora chiarito quanto a finalità e ispiratori. Non confinati ai giornalisti amici del finanziere, ma comprensivi almeno dei «soggetti organici all’interno di organismi istituzionali».
I Pm: 'Tante richieste ma non emerge un mandante per Striano", in «Ansa», 3 settembre 2024.
Niccolò Magnani, "Dossieraggi di Striano usati anche da uomini delle istituzioni" / Pm Perugia: "non emerge unico mandante", in «Il Sussidiario», 3 settembre 2024. STA FINALMENTE PER SCOPPIARE IL BUBBONE? ... «soggetti organici all’interno di organismi istituzionali»! Chi, dal Vaticano, ha commissionato il lavoro sporco agli "spioni"?
Lady Ortensia, Dossieraggio: Circa 10mila gli accessi abusivi effettuati, per Laudati e Striano chiesti gli arresti, in «Noc press», 3 settembre 2024. «Non tanto le rivelazioni nei confronti dei giornalisti (alcuni indagati ma per i quali non è stata sollecitata alcuna misura) che avevano attinto alla banca dati della procura nazionale antimafia, attraverso Stiano, piuttosto a scoprire chi altro fosse interessato a scoprire i dietro le quinte dei potenti di turno, considerato che si sono avute le chiavi d’accesso a tutti sistemi informatici: economico, penale, catastale, fiscale.»
Lupi, sul tavolo problemi ben più grandi di Sangiuliano, in «Ansa», 5 settembre 2024.
Varese - Fontana, Sangiuliano? "Sconvolge di più Cantone", in «Rete55», 6 settembre 2024.
Ad Antimafia più di 10 mila pagine atti su dossieraggio, in «Ansa», 6 settembre 2024.
Private spies in the Vatican, part 3: the untold story of Pope Francis' anti-graft consultants, in «Intelligence online», 6 settembre 2024. Anche in francese.