In: Cattolica news.
MILANO, 14 NOVEMBRE 2007
Il cenacolo dei rifugiati
Alcuni scrittori italiani riparati in Svizzera durante la guerra,
come Chiara, Scerbanenco e Vigorelli, trovarono sostegno in don Felice
Menghini. Un carteggio scoperto grazie a un ritrovamento casuale
[Pubblicato: 16/11/2007]
Un ritrovamento romanzesco, che ricorda quello solo immaginato da
Manzoni nei Promessi Sposi. Cos nato Lettere sul confine. Scrittori
italiani e svizzeri in corrispondenza con Felice Menghini, il volume di
Andrea Paganini pubblicato da Interlinea e presentato il 14 novembre scorso
allUniversit Cattolica di Milano. Una sede ideale per ricordare il
prete-letterato, visto che proprio qui, intorno agli anni Quaranta, il
sacerdote di Poschiavo si era laureato, come ricorda Edoardo Barbieri, docente di
di Storia del libro e delleditoria.
Il libro svela la reale portata di un episodio di grande valore e
interesse per la nostra storia culturale: loriginale fermento letterario che
si cre intorno al religioso dopo l8 settembre 1943, quando alcuni scrittori italiani
come Piero Chiara, Giorgio Scerbanenco e Giancarlo Vigorelli si rifugiarono in
Svizzera.
Tutto nasce, appunto, dal fortunoso ritrovamento. Sette anni fa
ricerche di altro genere mi hanno portato nella soffitta della tipografia Menghini
racconta Andrea Paganini -. L mi sono imbattuto in una serie di scatole
contenenti non solo lintera biblioteca del defunto don Felice, ma anche una
serie di lettere e manoscritti. Potete solo immaginare la mia sorpresa nello
scoprire la fitta trama di relazioni che il sacerdote poschiavino aveva tessuto
con grandi artisti, storici, scrittori, e teologi.
Paganini, gi autore di un volume sullesperienza editoriale del
Menghini, non si lasciato sfuggire questa occasione unica e si impegnato
nello studio della corrispondenza inedita intercorsa tra leclettico sacerdote
e diciotto autori italiani e svizzeri nel periodo che va dal 1940 al 1947. Una
raccolta che testimonia uno straordinario momento di storia letteraria finora
ignoto, vissuto a cavallo della guerra.
La pubblicazione di questi carteggi ha il merito di illuminare
nuove sfaccettature, dimensioni intellettuali e intime finora sconosciute di
noti scrittori della letteratura italiana, spiega Roberto Cicala, docente di
Editoria libraria e multimediale in Cattolica e direttore di Interlinea.
Questo libro molto pi di un epistolario afferma Lia Fava Guzzetta, docente di
Letteratura italiana contemporanea alla Lumsa di Roma -. Nel suo insieme
rappresenta un vero e proprio saggio storico-critico. Le lettere si collocano
sul confine come luogo, ma nelle fattispecie del momento storico evocato,
questo si configura anche come rifugio e, infine, come luogo interiore e
metaforico dove sincontrano personalit ed esperienze diverse. Menghini,
secondo la studiosa, si rivela un approdo per le ansie, i bisogni e le intime
tensioni dei vari autori.
Del resto per ognuno di loro gli anni dellesilio hanno
rappresentato momenti difficili. I rifugiati dovevano percorrere logoranti
itinerari attraverso i campi profughi, dai quali potevano affrancarsi solo
trovando qualcuno che li ospitasse o un lavoro che consentisse loro di
mantenersi. E proprio don Menghini, grazie allimpresa tipografica di famiglia,
ha rappresentato per la maggior parte di questi letterati lo sbocco editoriale
che offr loro questultima possibilit.
Cecilia Lulli
Sopra: don Felice Menghini a Poschiavo verso la met degli anni
Quaranta.
A sinistra: la dedica apposta da Piero
Chiara sullesemplare di Incantavi donato al prete svizzero.
IL PRETE-LETTERATO
Sacerdote,
scrittore, poeta, giornalista, storico. Fu un uomo poliedrico Felice
Menghini. Nato a Poschiavo nel 1909, scomparve il 10 agosto 1947, a soli
38 anni, quando rimase vittima di un tragico incidente in montagna. Dopo gli
studi seminariali decise di seguire la propria passione per la letteratura e si
iscrisse all'Universit Cattolica del Sacro Cuore di Milano, conseguendovi, nel
1942, la laurea in lettere con Mario Apollonio. Dal 1935
fino alla prematura scomparsa ha diretto il settimanale Il Grigione italiano. noto per
aver fondato la collana letteraria Lora doro, coinvolgendo
nel progetto scrittori italiani e della Svizzera italiana. Da questa esperienza
nacque un significativo sodalizio destinato a durare fino alla sua morte, come
testimonia, tra laltro, la corrispondenza appena pubblicata nel volume Lettere
sul confine.